Opzione Donna verso la proroga per il 2023: quanto si prende di pensione e quanto si perde all’anno? Ne parliamo in questo articolo (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE:
- Opzione Donna prorogata per il 2023? Le ultime
- Opzione Donna: quanto si prende (e si perde) di pensione?
- Opzione Donna: calcolo assegno
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Opzione Donna prorogata per il 2023? Le ultime
Che fine farà Opzione Donna nel 2023? La misura previdenziale è in scadenza al 31 dicembre 2022, come Quota 102, destinata a sparire, e l’Ape Sociale, oggetto di valutazioni per un possibile rinnovo.
La misura dedicata alle lavoratrici dipendenti e autonome avrà vita breve (ancora quattro mesi…) oppure verrà rinnovata per il 2023? Lega, PD e il Movimento 5 Stelle sembrano intenzionati a prorogarla di almeno un altro anno e a renderla strutturale includendola per lungo tempo nel ventaglio di scelte a disposizione delle lavoratrici italiane.
Opzione Donna consente di andare in pensione a 58 anni (lavoratrici dipendenti) o 59 anni (lavoratrici autonome) con 35 anni di contributi versati e un ricalcolo contributivo.
L’opzione previdenziale ha incontrato poco interesse, considerata la decurtazione dell’assegno pensionistico che la rende poco invitante in termini economici: nel 2021 sono state 20.585 le donne che hanno aderito alla misura; nei primi 6 mesi del 2022 si calcolano meno di 11.000 richieste.
Scopri la pagina dedicata all’opportunità di Opzione Donna per andare in pensione anticipata.
A 59 anni sono uscite poco più di 3.700 lavoratrici, la fascia di età con più accessi (4.652) è 60-61 anni. Poi, più aumenta l’età più diminuiscono le richieste, fino alle 120 domande presentate dalle lavoratrici con più di 66 anni.
Ricordiamo che per Opzione Donna vale il principio della cristallizzazione del diritto a pensione, ovvero si può accedere a questa misura anche successivamente alla scadenza del regime opzionale. Significa che chi ha maturato i requisiti entro il 2021, può accedere a Opzione Donna anche dopo la data di apertura della finestra mobile relativa.
L’anticipo con Opzione Donna non è consentito alle lavoratrici iscritte alla Gestione Separata e la contribuzione versata in questa Gestione non può essere utilizzata per perfezionare il requisito contributivo per le iscritte ad altre Gestioni.
Infine, un altro aspetto che frena le lavoratrici a sfruttare la misura anticipata è la finestra mobile: 12 mesi per le dipendenti, addirittura 18 mesi per le autonome. Significa che, una volta avuto accesso alla pensione con Opzione Donna, il primo assegno arriva dopo un anno, per le lavoratrici dipendenti, e dopo un anno e mezzo per le lavoratrici autonome.
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Opzione Donna: quanto si prende (e si perde) di pensione?
Ma quanto si prende di pensione con Opzione Donna e quanto si perde al mese accedendo a questa misura previdenziale?
C’è da considerare che il calcolo del montante contributivo avviene con il sistema contributivo, anche se i periodi di contribuzione versata dovessero collocarsi in periodi interessati dai sistemi retributivo e misto.
Per la costituzione del montante contributivo sono utili i contributi obbligatori; i contributi da riscatto o da ricongiunzione; i contributi volontari o figurativi. Sono, invece, esclusi i contributi figurativi accreditati per periodi di malattia e disoccupazione dei lavoratori dipendenti del settore privato.
Il ricalcolo contributivo, quindi, determina una decurtazione importante dell’assegno previdenziale pari a circa il 10, il 20 o addirittura il 30% al mese. Ovviamente l’importo della decurtazione dipende da vari fattori: età, contributi versati, retribuzione annua.

Opzione Donna: calcolo assegno
Il fattore più importante che influisce sul calcolo dell’assegno di Opzione Donna è il periodo in cui sono stati versati i contributi.
Chi ha versato più di 18 anni fino al 31 dicembre 1995 avrebbe diritto al calcolo retributivo fino al 2011 e sarebbe più colpito dal taglio dell’assegno rispetto a chi ha una carriera lavorativa con meno anni di contributi e avrebbe diritto al calcolo retributivo fino al 31 dicembre 1995.
Inoltre, prima si va in pensione, più pesante sarà la decurtazione dell’assegno.
Per fare un esempio in numeri, prendiamo in esame i dati di una lavoratrice del settore privato che ha maturato 37 anni e 3 mesi di contribuzione entro il 31 dicembre 2021.
Meno di 18 anni di contributi sono stati maturati prima del 1996. Quindi avrà accesso al sistema misto. L’importo della pensione è di circa 1.200 euro lordi al mese.
Scegliendo Opzione donna, con gli stessi dati a disposizione, la lavoratrice perderebbe circa 100 euro al mese, percependo una pensione di 1.100 euro lordi, che al mese fanno meno di 1.000 euro (932 euro).
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