Andiamo a vedere quanti soldi si perdono con Opzione Donna (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Opzione Donna verrà prorogata per il 2023, ma è una misura fortemente penalizzante in termini economici.
Indice
- Ecco quanti soldi si perdono con Opzione Donna
- Quanti soldi si perdono con Opzione Donna: esempi di calcolo
- Quanti soldi si perdono con Opzione Donna: differenze col sistema misto
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Ecco quanti soldi si perdono con Opzione Donna
Opzione Donna è una misura previdenziale pensata per le donne lavoratrici, dipendenti e autonome, nel 2004, dall’allora Governo Berlusconi.
Prevede la possibilità di andare in pensione con 58 anni (dipendenti) o 59 anni (autonome) e 35 anni di contributi versati (si possono utilizzare anche quelli figurativi). Parliamo di una misura fortemente penalizzante, considerato che l’assegno pensionistico è calcolato con il sistema contributivo.
Si rischia un taglio che va dal 20 al 25% dell’importo della pensione che verrebbe percepito se si venisse calcolato con il sistema retributivo o misto.
Inoltre, è prevista una finestra mobile piuttosto lunga: tra la data della presentazione della domanda e l’erogazione del primo assegno trascorrono 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e addirittura 18 mesi per le lavoratrici autonome.
Scopri la pagina dedicata all’opportunità di Opzione Donna per andare in pensione anticipata.
Ma quanti soldi si perdono con Opzione Donna? Nei prossimi paragrafi faremo alcuni esempi di calcolo.
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Quanti soldi si perdono con Opzione Donna: esempi di calcolo
Abbiamo visto come possa essere penalizzante, in termini economici, accedere a Opzione Donna. Essendo calcolato con il sistema contributivo, l’assegno previdenziale perderebbe intorno al 20-25% dell’importo spettante.
Il sistema contributivo viene utilizzato sui contributi versati a partire dal 1° gennaio 1996. Per quanto riguarda Opzione Donna, l’intera anzianità contributiva – quindi anche i contributi versati prima del 1996 – rientrerà nel regime contributivo, determinando una riduzione dell’importo dell’assegno.
Prendiamo come esempio una lavoratrice dipendente che a 58 anni, con 35 anni di contributi e una retribuzione di circa 25.000 euro lordi l’anno, è pronta ad accedere a Opzione Donna.
Per calcolare l’importo dovremo calcolare prima il montante contributivo, l’insieme delle quote di retribuzione lorda che viene accantonata ogni anno. Una lavoratrice dipendente mette da parte il 33% della sua retribuzione annua.
Quindi il 33% di 25.000 euro è 8.250 euro, moltiplicato per 35 anni di contributi ci dà come risultato 288.750 euro, ovvero il valore del montante contributivo.
Su questo importo incide – negativamente – il coefficiente di trasformazione che, a 58 anni, è decisamente basso: 4,289%. Il 4,289% di 288.750 euro dà come risultato 12.384,49 euro, l’ammontare di un anno di pensione lorda, circa 952 euro lordi al mese, circa 700 euro netti al mese.
Una retribuzione lorda annua più elevata (30.000 euro) determinerà una pensione più alta (14.861 euro lordi l’anno, circa 1.145 euro lordi al mese, circa 850-900 euro netti al mese). Ovviamente, con una retribuzione lorda annua più bassa (ad esempio 23.000 euro), si percepirà una pensione ancora più bassa: 11.393 euro lordi l’anno, 876 euro lordi al mese, circa 680 euro netti al mese di pensione.
Scopri quanto si prende di pensione con:
- 67 anni e 23 di contributi;
- 67 anni e 20 di contributi;
- 66 anni e 30 di contributi;
- 64 anni e 36 di contributi;
- 57 anni e 20 di contributi;
- 56 anni e 37 di contributi;
- 55 anni e 30 di contributi;
- 54 anni e 35 di contributi.

Quanti soldi si perdono con Opzione Donna: differenze col sistema misto
Per comprendere quanti soldi si perdono con Opzione Donna, basterà calcolare l’importo della pensione con il sistema misto, con il quale si calcolano tutte le altre pensioni che prevedono il versamento di contributi prima e dopo il 1996.
Avremo bisogno di individuare le due quote: la prima calcolata con il sistema retributivo (contributi versati entro il 1995), la seconda calcolata con il sistema contributivo (contributi versati dal 1996). Diciamo che la nostra lavoratrice ha versato 9 anni di contributi entro il 1995 e gli altri 26 anni dal 1996 ad oggi.
Per la prima quota prenderemo il 2% della media delle ultime retribuzioni, generalmente più alte rispetto a inizio carriera (ad esempio 28.000 euro): il 18% (2% x 9 anni di contributi) di 28.000 euro è 5.040 euro.
La seconda quota la calcoleremo tramite il montante contributivo calcolato su 26 anni di contributi e sulla media totale delle retribuzioni (più penalizzante, poiché a inizio carriera gli stipendi percepiti sono più bassi). Diciamo che la nostra lavoratrice ha guadagnato circa 25.000 euro l’anno. Quindi il montante contributivo sarà di 214.500 euro.
Su questo valore incide il coefficiente di trasformazione del 4,289%. Il 4,289% di 214.500 euro è 9.199,90 euro, l’importo della seconda quota.
Ora sommiamo le due quote (5.040 e 9.199,90 euro) per avere l’importo lordo di un anno di pensione: 14.239 euro, circa 2.000 euro in più dell’importo percepito calcolato col sistema contributivo.
Quindi possiamo dire che, a parità di condizioni con Opzione Donna si perdono almeno 2.000 euro l’anno di pensione.
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