Come faccio a sapere quanto manca alla pensione? Vediamo insieme i requisiti d’accesso e gli strumenti messi a disposizione dall’INPS (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione: possibilità e requisiti
Il nostro sistema previdenziale è piuttosto articolato, con diverse misure a disposizione dei lavoratori, a seconda dell’età anagrafica, degli anni di contributi maturati e delle condizioni socio-sanitarie vissute.
Pensione di vecchiaia: età e requisiti
La prestazione principale è la pensione di vecchiaia: vi si può accedere al compimento dei 67 anni di età, con un’anzianità contributiva pari o superiore a 20 anni.
Per i contributivi puri, ovvero coloro che hanno versato contributi esclusivamente a partire dal 1° gennaio 1996, è in vigore una regola che impone la maturazione di un assegno pensionistico che sia pari o superiore a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale (nel 2023 è di circa 755 euro).
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Pensioni anticipate: età e requisiti
Chi non vuole attendere l’età pensionabile, perché è in possesso di un’anzianità contributiva importante, può puntare a una delle diverse formule anticipate attualmente in vigore.
La più conosciuta e la pensione anticipata ordinaria, introdotta dalla legge Fornero: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica.
Dal 1° gennaio 2023 è in vigore Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi), che ha sostituito Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi, se maturati entro il 31 dicembre 2022), che a sua volta aveva preso il posto di Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi, se maturati entro il 31 dicembre 2021).
Per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno versato contributi in giovane età e appartengono a determinate categorie tutelate dalla legge (disoccupati, caregiver, invalidi con una percentuale minima del 74%, lavoratori gravosi o usuranti) è possibile puntare a Quota 41: si può andare in pensione con 41 anni di contributi versati, di cui uno prima dei 19 anni di età, a prescindere dall’età anagrafica.
È stata confermata e probabilmente verrà estesa l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che consente l’uscita dal mondo del lavoro con 63 anni di età e un’anzianità contributiva compresa tra 30 anni (per disoccupati, caregiver e invalidi) e 36 anni (lavoratori gravosi, 32 anni per i lavoratori edili, i ceramisti e i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta).
Con almeno 61 anni e 7 mesi e un’anzianità contributiva di 35 anni, è possibile puntare alla pensione per lavori usuranti, se questi sono svolti da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di vita o da almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di vita.
Infine, resiste Opzione Donna, la misura previdenziale dedicata alle donne lavoratrici: dal 1° gennaio 2023 si può andare in pensione con 60 anni di età (59 anni se la lavoratrice ha un figlio, 58 anni se ne ha due o più di due) e 35 anni di contributi versati, se appartenenti a queste categorie: licenziate, dipendenti di aziende in crisi, caregiver o invalide.
Quanto manca alla pensione: esempi
Facciamo degli esempi per capire quanto manca alla pensione.
Prendiamo un lavoratore di 65 anni, con 30 anni di contributi versati. Questi può attendere 2 anni, compiere 67 anni, e puntare alla pensione di vecchiaia con 32 anni di contributi versati.
Ma se rientra in una delle categorie tutelate dallo stato (disoccupati, caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare entro il 2° grado di parentela, con disabilità grave, o invalido almeno al 74%) può puntare all’Ape Sociale, che lo accompagnerà fino all’età pensionabile (2 anni)
Prendiamo una lavoratrice di 60 anni, con 35 anni di contributi versati. Con questi requisiti può puntare su Opzione Donna, a patto che rientri in una di queste categorie (licenziate, dipendenti di aziende in crisi, caregiver o invalide).
Altrimenti potrebbe continuare a lavorare fino a 67 anni, maturando altri 7 anni di contributi, che le consentiranno di uscire con 42 anni di contributi versati (utili pure per la pensione anticipata ordinaria).
Prendiamo, ora, un lavoratore di 64 anni di età, con 43 anni di contributi versati. Può tranquillamente andare in pensione con la formula Fornero (42 anni e 10 mesi di contributi), oppure con Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi), oppure lavorare altri 3 anni e uscire con la pensione di vecchiaia e un’anzianità contributiva di 46 anni.
Quanto manca alla pensione: gli strumenti dell’INPS
L’INPS ha messo a disposizione dei suoi utenti due strumenti con i quali calcolare quanto tempo manca per andare in pensione: “PensAMI” e “La mia pensione futura”.
Come funziona PensAMI?
PensAMI è l’acronimo di Pensione A Misura: si tratta di un servizio online che non richiede alcuna autorizzazione per l’accesso, quindi non è obbligatorio possedere credenziali tipo SPID, CIE o CNS.
Lo strumento permette a tutti gli utenti di verificare i possibili scenari pensionistici, tuttavia l’INPS spiega che attraverso questo servizio:
- non è possibile conoscere la situazione effettiva della propria contribuzione, in quanto è l’utente che inserisce i dati per ottenere diversi scenari;
- consente di conoscere le principali pensioni e alcuni istituti per anticipare l’accesso alla pensione;
- non fornisce informazioni sugli importi della pensione.
Come funziona La mia pensione futura?
L’altro strumento messo a disposizione dall’INPS per sapere quanto manca alla pensione è La mia pensione futura, un servizio che consente di effettuare un’ulteriore verifica delle tempistiche di accesso alla pensione, quantificando l’importo dell’assegno futuro.
L’accesso allo strumento avviene tramite le proprie credenziali personali (SPID, CIE o CNS), perché all’utente vengono richiesti dati che sono in possesso dell’INPS.
Con La mia pensione futura è possibile simulare l’età di pensionamento e l’importo della pensione oltre che verificare il corretto accredito dei contributi spettanti.
Chi non dovesse riuscire a sfruttare uno dei due strumenti INPS può sempre rivolgersi all’ente previdenziale, prendendo appuntamento in sede oppure affidarsi ai servizi dei patronati.

Faq sulla pensione
Come funziona la pensione precoci caregiver con il cumulo dei contributi?
Il requisito contributivo della pensione precoci caregiver può essere raggiunto anche con il cumulo dei contributi, ma in tal caso scatterebbero delle differenze per la decorrenza del trattamento:
- i lavoratori che maturano i requisiti dal 1° gennaio conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dopo tre mesi dalla maturazione;
- i lavoratori che maturano i requisiti dal 1° gennaio, cumulando i periodi assicurativi, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra.
Quando scade il termine per presentare la domanda di accesso all’Ape Sociale?
Per accedere all’Ape Sociale, è necessario presentare una domanda per attivare la verifica delle condizioni e una domanda per l’accesso alla prestazione. Le finestre temporali per la presentazione della domanda di verifica sono le seguenti:
- Istanza tempestiva: entro il 31 marzo 2021.
- Istanza intermedia: dal primo aprile al 15 luglio.
- Istanza tardiva: dal 16 luglio al 30 novembre.
Posso lavorare se percepisco la pensione con Quota 41?
No, chi percepisce la pensione con Quota 41 non può cumulare l’assegno pensionistico con redditi da lavoro subordinato o autonomo.
Qual era l’età di pensionamento per le lavoratrici dipendenti e autonome con Opzione Donna?
Le lavoratrici dipendenti potevano andare in pensione a 58 anni, mentre per le lavoratrici autonome l’età di pensionamento era di 59 anni.
Cos’è “Quota 84” per la pensione donna?
Quota 84 rappresenta una recente proposta del governo relativa alle pensioni per le donne. Questa quota fa riferimento all’uscita anticipata dal mondo del lavoro per le lavoratrici che hanno raggiunto l’età di 64 anni e che possono vantare almeno venti anni di contribuzione. Si tratta di un sistema che segue le stesse regole della pensione anticipata contributiva, ma con una differenza fondamentale: non è soggetta alle rigide regole relative all’importo minimo della pensione.
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