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Pensione senatore a vita

Pensione per un senatore a vita: chi sono i senatori a vita, quanto prendono di stipendio e come si calcola la loro pensione?

di Carmine Roca

Ottobre 2023

In questo approfondimento vediamo insieme come funziona la pensione per un senatore a vita e quanto guadagnano (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Chi sono i senatori a vita?

La nomina a senatore a vita spetta non solo ai politici, ma anche a personalità di spicco nel campo della cultura, dell’imprenditoria, dell’economia, dell’arte o della medicina. Finanche premi Nobel.

Hanno ricoperto la carica di senatore a vita personaggi del calibro di Eugenio Montale, Giovanni Agnelli, Eduardo De Filippo e don Luigi Sturzo, oltre ai politici arrivati al culmine della loro carriera, come Andreotti, Fanfani, Leone, Spadolini.

A questi si aggiungono, di diritto, tutti gli ex presidenti della Repubblica, come Giorgio Napolitano, recentemente scomparso.

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Senatori a vita: cosa dice l’articolo 59 della Costituzione

L’articolo 59 della Costituzione italiana sancisce che “il presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”.

Il limite di cinque senatori a vita ha, in passato, causato problemi di interpretazione. È capitato quando gli ex presidenti della Repubblica, Sandro Pertini e Francesco Cossiga, nominarono cinque senatori a vita ciascuno (dunque non in totale).

Soltanto in seguito è stato chiarito che possono essere in carica soltanto cinque senatori a vita nominati dal presidente della Repubblica. Nel 2023, i senatori a vita nominati dal presidente Sergio Mattarella, al suo secondo mandato da capo dello Stato, sono l’architetto Renzo Piano, l’imprenditrice Liliana Segre, i ricercatori Carlo Rubbia ed Elena Cattaneo, il professor Mario Monti (ex presidente del Consiglio). A questi, fino alla sua scomparsa, si è aggiunto Giorgio Napolitano, in quanto ex presidente della Repubblica.

La carica di senatore a vita, dunque, è un merito per la vita personale o professionale vissuta e dà diritto a una rendita di onorificenza, una sorta di premio alla carriera.

È un prestigio per chi viene scelto, ma non sono pochi i rifiuti incassati dai presidenti della Repubblica nel passato: dal direttore d’orchestra Arturo Toscanini, al giornalista Indro Montanelli, fino all’ex presidente della Camera, Nilde Iotti.

A cosa ha diritto il senatore a vita?

La nomina avrebbe un ruolo chiaro: dare un posto in Parlamento a chi è in grado di fornire un importante contributo al Paese, in considerazione delle competenze mostrate nel suo campo.

Ma per l’impegno mostrato si ha diritto anche a un compenso: la carica di senatore a vita non dà diritto a una retribuzione più alta rispetto a un senatore eletto dal popolo, tramite elezioni politiche.

Quanto guadagna al mese il senatore a vita?

Dal 2011, l’importo lordo dell’indennità percepita dai senatori è di 10.385,31 euro, che si riduce a 10.064,77 euro, se il senatore svolte un’attività lavorativa.

Ai fini fiscali l’indennità è un reddito assimilato a quelli di lavoro dipendente e, dal 1° gennaio 1995, è interamente assoggettata all’imposizione tributaria.

L’indennità mensile al netto delle ritenute fiscali e dei contributi obbligatori per il trattamento previdenziale, per l’assegno di fine mandato e per l’assistenza sanitaria, è di 5.304,89 euro (5.122,19 per coloro i quali svolgano attività lavorative).

A questi importi vanno sottratte le addizionali all’IRPEF: dunque, al netto di tutte le tasse, l’indennità netta mensile corrisposta a un senatore a vita è di circa 5.000 euro al mese.

L’articolo 68 del decreto legislativo numero 165 del 30 marzo 2001, vieta il cumulo dell’indennità con redditi da lavoro da impiego pubblico: i pubblici dipendenti hanno l’obbligo di aspettativa senza assegni per mandato parlamentare.

Cos’è la diaria per i senatori a vita?

Oltre all’indennità mensile, ai senatori a vita (e a tutti i parlamentari), secondo quanto previsto dalla legge numero 1261 del 1965, spetta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno, una diaria.

Dal 2011, l’importo del rimborso è sceso a 3.500 euro al mese. Sono, inoltre, previste decurtazioni per ogni giornata di assenza dai lavori parlamentari.

Dal 1° gennaio 2011 i senatori a vita percepiscono anche un rimborso forfetario mensile di 1.650 euro, che sostituisce e assorbe i preesistenti rimborsi per le spese accessorie di viaggio e per le spese telefoniche.

Infine, il senatore a vita ha diritto anche la rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, diviso in una quota mensile di 2.090 euro – sottoposta a rendicontazione quadrimestrale – e in una ulteriore quota di 2.090 euro mensili erogata forfetariamente.

Pensione per un senatore a vita: come funziona?

Al termine del mandato parlamentare, il senatore riceve l’assegno di fine mandato, dal Fondo di solidarietà fra i Senatori, pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo. Tale assegno viene erogato sulla base di contributi interamente a carico dei Senatori, cui è trattenuto mensilmente il 6,7% dell’indennità lorda.

Dal 1° gennaio 2012 è in vigore il nuovo trattamento previdenziale dei parlamentari, basato sul sistema di calcolo contributivo.

Il diritto alla pensione si matura al conseguimento di un duplice requisito, anagrafico e contributivo: è necessario aver svolto almeno 5 anni da parlamentare e aver compiuto 65 anni di età. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni.

Anche ai senatori in carica alla data del 1° gennaio 2012 è applicato un sistema pro rata: l’importo della loro pensione risulta dalla somma della quota di assegno vitalizio definitivamente maturato, al 31 dicembre 2011, e della quota di pensione riferita agli anni di mandato parlamentare esercitato dal 2012 in poi. La pensione pro rata non può superare in nessun caso l’importo massimo previsto dal previgente Regolamento per gli assegni vitalizi.

Il 16 ottobre 2018 il Consiglio di Presidenza ha approvato la rideterminazione su base contributiva degli assegni vitalizi e delle quote di assegno vitalizio dei trattamenti previdenziali pro rata nonché dei trattamenti di reversibilità, relativi agli anni di mandato svolti fino al 31 dicembre 2011 (vedi delibera).

Pensione per un senatore a vita
Pensione per un senatore a vita: in foto la sede del parlamento italiano (Montecitorio).

Faq sulla pensione per senatori a vita

Quando è prevista la sospensione della pensione per un senatore?

Il Regolamento delle pensioni dei senatori, approvato dal Consiglio di Presidenza il 31 gennaio 2012, prevede la sospensione del pagamento della pensione nel caso in cui l’ex senatore venga rieletto al Parlamento nazionale oppure al Parlamento europeo o a un Consiglio regionale.

Inoltre, con la deliberazione del Consiglio di Presidenza n. 57 del 7 maggio 2015, è disposta la cessazione dell’erogazione degli assegni vitalizi e delle pensioni agli ex senatori condannati in via definitiva per reati di particolare gravità.

Cos’è l’assistenza sanitaria integrativa per senatori a vita?

Il Fondo di solidarietà fra i Senatori eroga un rimborso parziale di determinate spese sanitarie sostenute dagli iscritti, nei limiti fissati dal Regolamento e dal Tariffario. L’iscrizione è obbligatoria per i senatori in carica, che versano un contributo pari al 4,5% dell’indennità lorda; è facoltativa per i titolari di pensione, il cui contributo è pari al 4,7% dell’importo lordo del proprio assegno. Con il versamento di quote aggiuntive è possibile l’iscrizione dei familiari.

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