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Pensioni 2023 colpite con una nuova tassa

Pensioni 2023 colpite con una nuova tassa: l’impatto della parziale o nulla rivalutazione degli importi.

di The Wam

Dicembre 2022

Pensioni 2023 colpite con una nuova tassa: è questo il peso che avrà la parziale rivalutazione all’inflazione sugli importi superiori alle 2.100 euro lorde. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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La “nuova tassa” è una conseguenza prevedibile e che di fatto va a colpire anche trattamenti pensionistici che non possono essere certo considerati d’oro (la soglia dei 2.100 euro è lorda, quindi equivale più o meno a 1.600 euro netti).

Su questo argomento puoi anche leggere un post che spiega l’entità delle penalizzazioni sulle pensioni più alte; c’è anche un post che racconta cosa ci aspetta per il 2023 sul fronte pensioni e invalidità; e infine, aumentano le pensioni minime, ma non per tutti.

Pensioni 2023, il giudizio sulla rivalutazione parziale

Il giudizio sulla rivalutazione parziale di determinate pensioni è stato giudicato in maniera estremamente negativa dall’Ufficio parlamentare di bilancio.

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Il rallentamento o il congelamento dell’adeguamento all’inflazione per le pensioni calcolate con le regole del contributivo, «deve essere considerata come un’imposta».

«Se viene indebolita la regolare indicizzazione ai prezzi anno per anno – si legge nella nota diffusa dall’Authority dei conti pubblici – alla fine il pensionato riceve come rendita meno di quanto gli spetterebbe».

L’ufficio ha poi concluso segnalando all’esecutivo Meloni che «le regole sulla rivalutazione dovrebbero rimanere il più possibile stabili».

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Pensioni 2023, giudizio su Quota 103 e Opzione donna

Il documento dell’Authority è stato consegnato alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, proprio quelle che in queste ore stanno esaminando la Legge di Bilancio che a breve sarà discussa in Parlamento.

Interessante il punto sulle novità che sono state introdotte dal governo sulle pensioni a partire dal 2023.

Su Quota 103 parlano i numeri. Se tutti i lavoratori che dal prossimo anno raggiungono i requisiti previsti dalla normativa (62 anni e 41 di contributi), potrebbero accedere a questa misura:

I beneficiari di questa uscita anticipata saranno soprattutto uomini (85%).

Suddivisi in questo modo:

Pensioni 2023, il nuovo bonus Maroni

L’Authority ha poi analizzato il cosiddetto nuovo bonus Maroni, l’incentivo al lavoro che è stato previsto per i lavoratori che pur raggiungendo i requisiti per andare in pensione con Quota 103 decidono di rinviare l’uscita.

Ebbene la conclusione è chiara a in buona parte prevedibile: non è così conveniente. O meglio non è la stessa misura che era stata adottata nel 2004, il cosiddetto bonus Maroni, oggi riproposto dal ministro Giorgetti (entrambi della Lega).

Pensioni 2023, l’incentivo non conviene

Come funziona l’incentivo a restare al lavoro? Chi non andrà in pensione potrà chiedere che i contributi a proprio carico (il 9% della retribuzione lorda) non  siano versati dal datore di lavoro all’istituto di previdenza, ma direttamente in busta paga.

Il modello di questa normativa somiglia a quello introdotto da Maroni nel 2004. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha però ricordato tre motivi importanti che lo rendono molto meno conveniente rispetto al bonus previsto in passato:

Pensioni 2023, uscita per pochi

Proprio in ragione di queste considerazioni, l’Ufficio parlamentare di bilancio ritiene che l’incentivo a restare al lavoro (il nuovo bonus Maroni voluto dal ministro Giorgetti) non avrà un gran successo. Si stima che non più di 6.500 persone resteranno in attività accedendo a questa misura.

Significa in pratica un 10% del totale. Insomma, un flop annunciato.

Pensioni 2023, uscita per pochi

Una questione simile ha riguardato Opzione donna 2023. Il governo ha deciso di confermare la misura ma restringendo la platea delle possibili beneficiarie. Ha alzato l’età pensionabile da 58 a 60 anni (con 35 anni di contributi) e ha consentito l’accesso alla pensione anticipata solo alle fragili, alle caregiver e alle disoccupate (con uno sconto sul requisito anagrafico in base ai figli). 

Dopo un calcolo molto rapido l’Inps ha concluso che con questa modifica l’accesso a Opzione donna sarebbe stato possibile solo a poche migliaia di lavoratrici. 

Quindi la parziale marcia indietro: dalle ultime indiscrezioni sembra che si vada per una riproposizione della precedente Opzione donna, ma con un limite temporale. Potrebbe cioè essere prorogata ma per un massimo di 6, 9 mesi. Scadrà in pratica quando si suppone potrebbe essere stata approvata una riforma strutturale del sistema pensionistico.

Pensioni 2023, prospettive

Per una valutazione sull’operato del governo in questi primi mesi sul fronte pensioni è forse meglio sospendere il giudizio (che altrimenti sarebbe pesantemente critico, per le ragioni che abbiamo esposto).

L’esecutivo Meloni ha però due giustificazioni (valide al momento):

Di certo l’approccio non è stato dei migliori: Quota 103 è molto ma molto peggio di Quota 102, il tentativo di rimodulare Opzione donna ha dato esiti estremamente negativi e l’incentivo a rinviare la pensione è una misura così poco incoraggiante che sarà presa in considerazione da un esiguo numero di lavoratori.

Pensioni 2023 colpite con una nuova tassa

Pensioni 2023, aumento delle minime

Anche l’aumento delle pensioni minime (al momento) rischia di essere molto ristretto: l’incremento a 600 euro (da 574) potrebbe infatti essere riservato solo agli over 75 con un Isee molto basso.

Insomma molto diverso da aumento della minima per tutti. Ma anche assai distante dalle promesse formulate in campagna elettorale: le minime a 1.000 euro. Ora Forza Italia sostiene che quota 1000 è l’obiettivo che sarà raggiunto a fine legislatura. Vedremo.

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