Pensioni per la polizia di Stato: quali sono le opzioni per andare in pensione e come fare richiesta? (entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook)
Ne parleremo in questo articolo, elencandovi le possibilità a disposizione dei dipendenti della polizia di stato di uscire dal mondo del lavoro.
Se sei interessato all’argomento e vuoi saperne di più, continua a leggere l’articolo.
Pensioni per la polizia di Stato: pensione di vecchiaia
Pensioni per la polizia di Stato. I dipendenti della polizia di Stato possono usufruire di sette tipi di pensione. La prima è la pensione di vecchiaia che, in base alla qualifica, permette di uscire dal mondo del lavoro con almeno 20 anni di contributi versati.
Secondo quanto previsto dal sistema pensionistico per la polizia di Stato, “il collocamento a riposo d’ufficio, a decorrere dal 1° gennaio 2013 continua ad avvenire in corrispondenza dell’età massima per la permanenza in servizio, così come fissata dai singoli ordinamenti e non adeguata agli incrementi della speranza di vita, nell’ipotesi in cui al compimento di detto limite di età risultino già soddisfatti i requisiti prescritti per il diritto a pensione anticipata”.
Non si terrà conto dell’incremento previsto per l’adeguamento alla speranza di vita, per i dipendenti che hanno un’età di:
- 65 anni per il dirigente generale;
- 63 anni per il dirigente superiore;
- 60 anni per le qualifiche inferiori.
Inoltre, si legge che “qualora il dipendente raggiunga il limite di età previsto in relazione alla qualifica o al grado di appartenenza dal 2013 e non abbia, a tale data, già maturato i requisiti previsti per la pensione di anzianità, il requisito anagrafico previsto per l’accesso al pensionamento di vecchiaia deve essere incrementato di 3 mesi”.
La finestra temporale per acquisire il diritto al trattamento di quiescenza, ovvero il trattamento giuridico riservato al dipendente pubblico una volta cessato il rapporto di lavoro con le amministrazioni pubbliche, è di 12 mesi, ad esclusione dei dipendenti della polizia di stato che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2010.
In mancanza dei requisiti previsti, per ottenere la pensione di anzianità, il dipendente della polizia di stato dovrà rimanere in servizio fino alla maturazione di uno di questi requisiti:
- limiti ordinamentali + 3 mesi + finestra mobile;
- pensione di anzianità + finestra mobile.
Una volta raggiunto almeno uno di questi requisiti, il dipendente andrà a riposo con la pensione di vecchiaia.
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Pensioni per la polizia di Stato: pensione di anzianità
Pensioni per la polizia di Stato. La pensione di anzianità spetta ai dipendenti di polizia che hanno maturato i requisiti di anzianità contributiva e di età anagrafica o di sola anzianità contributiva, secondo questo schema:
- 57 anni e 3 mesi di età con 35 anni di contributi
- 40 anni e 3 mesi di anzianità contributiva
- 53 anni e 3 mesi di età e il massimo dell’anzianità contributiva prevista dall’ordinamento.
La quota di pensione che corrisponde alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012 viene calcolata con il sistema contributivo. L’aliquota del 80% non può essere incrementata.
Pensione per destituzione e pensione di infermità
La pensione per destituzione spetta ai dipendenti della polizia di Stato che sono destituiti dal servizio. Questi hanno diritto al trattamento di quiescenza ordinario quando si verificano gli stessi requisiti di anzianità contributiva e di età anagrafica o di sola anzianità contributiva previsti per l’ottenimento della pensione di anzianità.
La pensione di infermità, invece, spetta ai dipendenti della polizia di Stato che sono dispensati dal servizio a causa di infermità, con almeno 15 anni di servizio, di cui 12 di servizio effettivo. Questa opzione pensionistica si ottiene dal giorno successivo alla dispensa dal servizio.
Pensioni per la polizia di Stato: pensione per inabilità
Pensioni per la polizia di stato. La pensione per inabilità spetta ai dipendenti della polizia di Stato quando questi sono dichiarati inabili al lavoro a causa dell’insorgere di infermità che non dipendono da causa di servizio.
Si può richiedere se si è maturati almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni. Per ottenere la pensione di inabilità, il dipendente della polizia di Stato deve presentare domanda corredandola del certificato medico che attesta l’impossibilità, assoluta e permanente, a svolgere un’attività lavorativa.
La richiesta va presentata alla Prefettura competente. Per il pagamento della pensione, il richiedente dovrà inviare istanza all’Inps Gestione dipendenti pubblici. Per le pensioni di inabilità, la maggiorazione si calcola secondo le regole del sistema contributivo, quindi con un’anzianità contributiva non superiore a 40 anni, riferita al periodo che manca per raggiungere i 60 anni di età.
Pensione indiretta e pensione di reversibilità
Pensioni per la polizia di Stato. Può avvenire che un dipendente della polizia di Stato perda la vita in servizio. La legge prevede l’erogazione ai familiari superstiti di una pensione indiretta (per i dipendenti della polizia di Stato assicurati) o di una pensione di reversibilità (per i dipendenti della polizia di Stato pensionati).
La pensione indiretta o di reversibilità spetta al coniuge, ai figli minorenni o studenti fino a 21 anni o 26 anni per gli universitari, ai figli inabili a carico del deceduto; ai genitori a carico del defunto con un’età superiore ai 65 anni, privi di pensione; ai fratelli celibi, alle sorelle nubili a carico del dipendente, che non siano titolari di pensione.
Superstiti | Quota percentuale |
Coniuge | 60% |
Coniuge con un orfano (60% coniuge, 20% orfano) | 80% |
Coniuge con due o più orfani 60% coniuge, 40% orfani) | 100% |
Orfano solo | 70% |
Due orfani | 80% |
Tre o più orfani | 100% |
Genitori | 15% ciascuno |
Fratelli e sorelle (fino a sei) | 15% ciascuno |
Fratelli e sorelle (da sette in poi) | 100% |
Per ottenere il diritto alla pensione indiretta, il dipendente della polizia di stato deve aver maturato almeno 15 anni di contributi o 5 anni, di cui 3 negli ultimi 5 anni di vita. Si ha diritto all’assegno pensionistico indiretto dal primo giorno del mese successivo alla morte del dipendente, fino a quando si rispettano i requisiti previsti dalla legge.
Questa è la percentuale di cui ha diritto il familiare superstite beneficiario della pensione indiretta o di reversibilità:
Sia la pensione indiretta che la pensione di reversibilità possono essere cumulate al reddito percepito dal ricevente.

È necessario, però, rispettare requisiti reddituali. Con un reddito fino a 19.553,82 euro annui, si ha diritto al 100% della pensione indiretta o di reversibilità.
I tagli arrivano quando il ricevente ha un reddito annuo compreso tra i 19.553,83 e i 26.071,76 euro (25% in meno); dai 26.071,77 ai 32.589,70 euro annui (40% in meno) e oltre i 32.589,70 euro anni (50% in meno).
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