Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: come e perché sta continuando a crescere il prezzo. L’aumento riguarda i marchi tradizionali e anche quelli in vendita nei discount. Cosa si prevede per il 2023 e come è andata la produzione di grano duro nel mondo.

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7' di lettura

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo, un aumento che è generalizzato e non riguarda solo i prodotti di marca. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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Vediamo i motivi dietro questo incremento dei prezzi con un’analisi realizzata dalla rivista Il Salvagente e le conseguenze per i consumatori.

I rincari di questi mesi hanno colpito anche e soprattutto i prodotti alimentari. Ovviamente anche la pasta, soprattutto per l’aumento del costo delle materie prime.

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La rivista Il Salvagente ha condotto un esame sui 20 marchi più diffusi in Italia. Lo studio ha riguardato in particolare i pacchi degli spaghetti da un chilo.

Nell’analisi sono stati eseguiti in laboratorio dei test anche per valutare la qualità dei diversi prodotti, ovvero:

  • tracce di vari pesticidi;
  • individuazione di eventuali micro tossine (composti tossici causati dalla presenza di diversi tipi di funghi).

Gli esperti hanno anche messo a confronto i prezzi alla vendita (sugli scaffali dei supermercati), con quelli che sono stati registrati durante uno studio precedente e che risale al 2020.

Come vedremo molti marchi hanno aumentato i prezzi in modo considerevole. Alcuni hanno fatto registrare un incremento del 70 per cento. Aumenti che hanno colpito anche i marchi della grande distribuzione e i discount. In questi casi la variazione di prezzo è stata meno consistente, ma non certo irrilevante.

Su questo argomento puoi anche leggere un post che spiega perché la guerra in Ucraina pesa sugli aumenti di pane e pasta; c’è un articolo che spiega qual è il miglior panettone sul mercato (ora acquistabili a prezzi scontati); e un focus che indica qual è la migliore acqua minerale in bottiglia.

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: aumenti e previsioni

Dall’analisi della rivista emerge un dato chiaro: i rincari in questi mesi sono stati costanti, cresciuti insieme all’inflazione. Come è accaduto per tutti gli altri prodotti e non solo quelli della filiera alimentare.

I dati forniti da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) i prezzi hanno fatto registrare un aumento complessivo del 30 per cento in un anno (bisogna ricordare che invece l’inflazione attestata dall’Istat è stata “solo” del 7,3 per cento).

C’è da dire comunque che le previsioni non sono negative per il 2023, o meglio: non si dovrebbero verificare aumenti simili a quelli del 2022. Ma la spinta dell’inflazione non dovrebbe fermarsi, solo rallentare.

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Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: perché?

A pesare sull’aumento dei prezzi della pasta ci sono diversi fattori:

  • la crisi energetica con l’aumento del costo del gas e degli idrocarburi;
  • l’ aumento della spesa per i fertilizzanti (anche in questo caso il motivo è da ricercare soprattutto sulle conseguenze causate dalla guerra in Ucraina;
  • diminuzione della produzione di grano duro (che è la materia prima per produrre la pasta) in Canada, ovvero il Paese che ne esporta di più al mondo. 

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: gli aumenti

Per comprendere meglio il motivo di questi aumenti è opportuno dare uno sguardo all’ultimo report di Ismea, che è riferito alla campagna 2021/2022.

Vediamo come sono aumentati i costi e i riflessi che hanno avuto per i consumatori:

  • il prezzo medio della granella di frumento duro è arrivato a 473,18 euro a tonnellata, registrando un aumento del 73,5% rispetto al 2020/21;
  • nel 2020, prima dello scoppio della guerra e prima ancora dei due anni di pandemia, il costo medio oscillava tra i 270 e i 300 euro a tonnellata. 
  • di conseguenza nel 2022 il prezzo della pasta è aumentato in media il 21,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente;
  • il prezzo medio al chilo era da 1,42 euro nel luglio 2021 ed è passato a 1,84 euro di luglio 2022. Ma la tendenza è in costante rialzo.

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: i prezzi dei vari marchi

Questa sono le ragioni che hanno causato un aumento così consistente dei costi della pasta. Vediamo come hanno influito sugli incrementi del prezzo dei marchi più noti sul mercato. Lo studio, come detto, è stato effettuato dalla rivista Il Salvagente e non tiene conto delle promozioni speciali e degli sconti che a rotazione possono essere stati imposti dalla grande distribuzione:

  • Barilla (marchio leader italiano del settore): nel 2020 fa il pacco da un chilo di spaghetti costava 1,72 euro, mentre ora ha un prezzo di 2,03 (+18%); 
  • De Cecco costava 2,70 euro, ora 3,44 (+27%);
  • Rummo due anni fa costava 2,12 euro, oggi il prezzo è salito a 3,10 euro (+46%);
  • La Molisana ha applicato l’aumento più significativo: si è passati da 1,80 euro del 2020, ai 3,08 euro al chilo del 2022 (+70%). 

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: marchi della grande distribuzione

Gli aumenti hanno riguardato anche le private label della grande distribuzione, anche se sono stati più contenuti rispetto ai marchi tradizionali:

  • Coop è passata da 1,38 a 1,84 euro al chilo (+33%); 
  • Esselunga ha avuto un incremento più contenuto (+26%) passando da 1,09 a 1,38 euro; 
  • Conad è salita da 0,78 a 1,09 euro (+39%) per due confezioni da 500 grammi. 

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: discount

I prezzi della pasta nei discount sono stati meno importanti (rispetto ai marchi tradizionali), ma hanno comunque fatto registrare un raddoppio del prezzo. Vediamo due esempi:

  • gli spaghetti Lidl nel 2020 costavano 0,59 euro, sono passati nel 2022 a 1,25 euro (+110%); 
  • Eurospin è passato da 0,65 a 1,25 euro (+92%).

Un incremento notevole anche per i marchi discount, anche se siamo distanti dai 3 e passa euro al chilo dei brand tradizionali.

Nell’immagine tipi di pasta diversi

Perché la pasta costerà più di 3 euro al chilo: previsioni

Per capire quale sarà l’andamento dei prezzi nel 2023 è opportuno verificare com’è andata la produzione di grano duro nei maggiori Paesi esportatori del mondo.

In particolare il Canada. Dall’altra parte dell’oceano arrivano per fortuna buone notizie. La produzione è stata di 6,1 milioni di tonnellate. C’è stato dunque un consistente recupero rispetto al crollo dello scorso anno.

Sono in aumento anche le forniture che arrivano dal Kazakistan e dall’Australia, ma bisogna aggiungere che questi due Paesi hanno comunque una quota marginale rispetto all’intera produzione globale. Per intenderci, rispettivamente l’1 e il 2 per cento.

In Italia la produzione di grano duro nel 2021 era stata di 3,99 milioni di tonnellate. Nel 2022 c’è stato un lieve incremento (6 per cento), che equivale a 3,84 milioni di tonnellate.

Non ci dovrebbe essere molta carenza di materia prima sul mercato e di conseguenza anche il costo dovrebbe subire una discreta flessione. Almeno si spera.

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