Quando si perde l’Assegno Unico 2023? In questo articolo vedremo quali sono i casi in cui si perde la percezione dell’Assegno Unico Universale 2023, ma anche come ottenerlo e chi ne ha diritto (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Quando si perde l’Assegno Unico 2023: ecco i casi
- Quando si perde l’Assegno Unico 2023: chi ne ha diritto
- Quando si perde l’Assegno Unico 2023: ecco le detrazioni fiscali
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Quando si perde l’Assegno Unico 2023: ecco i casi
Sono considerati a carico, anche se non conviventi con il contribuente, i seguenti soggetti:
- il coniuge non legalmente separato;
- i figli (compresi i figli adottivi, affidati o affiliati) indipendentemente dal superamento di determinati limiti di età e dal fatto siano o meno studenti;
Possono essere considerati a carico anche i seguenti altri familiari, a condizione che convivano o che ricevano dal contribuente gli alimenti:
- il coniuge legalmente separato;
- i discendenti dei figli;
- i genitori (compresi quelli adottivi);
- i generi e le nuore;
- il suocero e la suocera;
- i fratelli e le sorelle;
- i nonni e le nonne.
Le detrazioni per carichi di famiglia variano in base al reddito. Potranno spettare per intero, solo in parte o non spettare affatto.
Per avere diritto all’Assegno Unico Universale occorre che al momento della presentazione della domanda e per la durata del sussidio, si rispettino i requisiti di cittadinanza e residenza.
Per quanto riguarda i requisiti economici, invece, essendo un Assegno Universale, tutte le famiglie con figli a carico fino ai 21 anni avranno diritto all’erogazione dell’Assegno, a prescindere dall’ISEE.
Il diritto all’Assegno Unico per i propri figli prescinde dalla residenza o meno del figlio nella casa familiare. A meno che i genitori non siano sposati, in questo caso può richiedere l’Assegno Unico solo il genitore con il quale vivono i figli.
Il vero limite è l’età.
ATTENZIONE: al compimento dei 21 anni, e senza necessità di effettuare alcuna segnalazione, l’Assegno Unico decade.
Il sussidio viene pagato per tutto il mese in cui si compiono gli anni, ma decade dal mese successivo. Se il figlio maggiorenne dovesse aver iniziato a lavorare, non si decade dall’Assegno Unico, a meno che non si superino gli 8.000 euro all’anno di reddito.
Ricapitolando, quando si perde l’Assegno Unico 2023?
- al compimento dei 21 anni di età;
- con un lavoro che porti a un reddito annuo superiore agli 8.000 euro.
Restano invece le spese detraibili in Dichiarazione dei Redditi per i figli a carico.
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Quando si perde l’Assegno Unico 2023: chi ne ha diritto
Per godere dell’Assegno Unico, non è necessario ripresentare la domanda, per chi l’ha fatta l’anno scorso.
Per usufruire dell’Assegno Unico è necessario:
- avere un figlio minorenne a carico;
- avere un figlio maggiorenne fino ai ventuno anni, che frequenti corsi di formazione o universitari;
- avere un figlio disabile, senza limiti di età.
La domanda, per chi deve presentarla la prima volta, va presentata online, sul sito dell’INPS, attraverso l’area personale MyInps e il proprio SPID. Oppure rivolgendosi al contact center: 06 164164 mobile oppure 803 164 rete fissa o al proprio patronato o CAF di fiducia.
La domanda per l’assegno viene accolta quando tutti i requisiti previsti risultano rispettati e quando la documentazione presentata è in regola. La domanda viene inviata tramite il sito INPS e la propria pagina privata MyInps. Occorre avere lo SPID.
Il rinnovo del documento ISEE, invece, è obbligatorio per stabilire la somma esatta dell’Assegno Unico spettante.
Il rinnovo automatico dell’Assegno Unico è possibile grazie al prelevamento automatico dei dati dagli archivi dell’INPS che procederà a liquidare il beneficio in continuità.
I richiedenti dovranno tuttavia comunicare eventuali variazioni importanti come:
- nascita di figli;
- variazioni di condizioni di disabilità;
- separazione;
- variazioni IBAN;
- raggiungimento maggiore età dei propri figli.
Queste informazioni comunicate all’INPS andranno ad integrare la domanda già trasmessa.
Come abbiamo anticipato, sarà necessario presentare la nuova DSU per il 2023, per rinnovare l’ISEE. Se questo passaggio viene saltato o inesatto, si percepirà la misura minima dell’Assegno.
Scopri la pagina dedicata all’Assegno unico per conoscere altri diritti e agevolazioni.

Quando si perde l’Assegno Unico 2023: ecco le detrazioni fiscali
Come afferma il sito dell’Agenzia delle Entrate, una persona si considera fiscalmente a carico di un suo familiare quando ha un reddito annuo pari o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.
Solo se i figli non superano i 24 anni di età, questo limite è aumentato a 4 mila euro annui.
Ecco una tabella riepilogativa:
Età del figlio | Handicap | Detrazione base (€) |
---|---|---|
Inferiore a 3 anni | No | 1.220 |
Pari o superiore a 3 anni | No | 950 |
Inferiore a 3 anni | Sì | 1.620 |
Pari o superiore a 3 anni | Sì | 1.350 |
Con più di tre figli a carico | La detrazione aumenta di 200 € per ciascun figlio a partire dal primo |
Avere figli a carico significa essere legalmente responsabili per i figli, in quanto genitore o tutore legale, e sostenere le loro necessità finanziarie.
Da questo dipendono le detrazioni fiscali, come indicate nella tabella sopra.
Abbiamo visto quando si perde l’Assegno Unico 2023. Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sull’Assegno unico:
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