Permessi legge 104, ecco perché sono stato licenziato: cosa ci insegna la storie di un dipendente delle Poste che ha perso il lavoro. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
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La sua vicenda giudiziaria è interessante, anche perché nella causa (arrivata fino alla Cassazione), sono elencati i motivi di contestazione e difesa più ricorrenti nelle questioni giudiziarie legate all’abuso, vero o presunto, del permessi retribuiti con la legge 104.
Permessi legge 104: la storia
La storia. Un dipendente delle Poste è stato licenziato dopo una relazione consegnata al suo datore di lavoro da un investigatore privato. Avrebbe usufruito dei due giorni di permesso concessi per assistere la madre disabile. Piuttosto che restare accanto al familiare, il lavoratore è andato al mercato, al supermercato e quindi a mare con la famiglia.
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È stato dunque ovunque eccetto che con la madre.
Nel corso del giudizio di primo grado è stato evidenziato un altro aspetto: la persona con disabilità aveva nel frattempo cambiato residenza, trasferendosi a casa del dipendente (il figlio). Ma questo cambio di residenza non è mai stato comunicato.
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Una “dimenticanza” che ha reso molto complicato per il datore di lavoro effettuare i controlli.
I giudici di primo e secondo grado hanno ritenuto che il licenziamento del lavoratore fosse legittimo.
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Permessi legge 104: ricorso in Cassazione
Il dipendente ha dunque presentato ricorso in Cassazione.
Questi i motivi principali del ricorso:
- il datore di lavoro sarebbe tenuto a informare il lavoratore quando è in corso nei suoi confronti un controllo (in questo caso da parte dell’investigatore privato);
- l’attività di assistenza deve essere portata soprattutto nelle ore in cui il dipendente avrebbe dovuto svolgere il suo lavoro.
Permessi legge 104: l’investigatore
Ebbene, sulla prima questione, lo avrete capito, i giudici si sono soffermati molto poco per dichiarare il ricorso inammissibile. Infatti il controllo del dipendente al di fuori del luogo di lavoro non rappresenta una violazione della privacy ed è consentito quando è stato disposto per verificare l’uso illecito dei permessi legge 104.
Congedo legge 104 con la dimora temporanea
Su questo la giurisprudenza è concorde da sempre. E la presenza di investigatori privati quando scattano dei licenziamenti per giusta causa legati ai permessi o al congedo straordinario legge 104 sono una costante.
Permessi legge 104: orario di lavoro e assistenza
Più delicata e dibattuta la questione che riguarda l’assistenza del familiare del disabile anche in orari diversi rispetto a quelli del turno di lavoro.
Permessi legge 104: solo 20 minuti di assistenza, si può fare
Comunque anche in questo caso il ricorso del dipendente è stato respinto dai giudici della Cassazione (qui trovate l’ordinanza completa).
Per i magistrati dell’Alta Corte, il ricorso del lavoratore è inammissibile, perché «alla luce del consolidato principio espresso dalla giurisprudenza di legittimità, l’assenza dal lavoro per usufruire del permesso legge 104 deve porsi in relazione causale diretta con lo scopo di assistenza al disabile, con la conseguenza che il comportamento del dipendente che si avvalga di tale beneficio per svolgere delle esigenze diverse, integra l’abuso del diritto e viola i principi di correttezza e buona fede, sia nei confronti del datore di lavoro, sia dell’Inps, con rilevanza anche ai fini disciplinare».
Permessi legge 104, facciamo chiarezza
In pratica i giudici hanno richiamato una precedente sentenza della Cassazione, la numero 17968 del 13 settembre 2016.
In pratica: se il lavoratore fosse stato sorpreso dall’investigatore privato a fare la spesa per la madre, non ci sarebbe stato da obiettare. Ma la sua posizione è oggettivamente indifendibile rispetto alla gita al mare con la famiglia. Mentre nel primo caso la relazione causale diretta, richiamata dalla Corte, poteva essere dimostrata, nel secondo caso l’abuso del permesso 104 è evidente.

Permessi legge 104: licenziamento giusto
I lavoratore aveva anche contestato il licenziamento perché ritenuto eccessivo.
La Corte ha invece concluso che la sanzione disciplinare era proporzionata.
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