Piano Ue per le tecnologie pulite: cosa può cambiare per noi

La Commissione svela un atto legislativo per promuovere le tecnologie pulite in vista della neutralità climatica al 2050. Di seguito illustriamo il Piano Ue per le tecnologie pulite.

Valerio Pisaniello è un saggista esperto di welfare.
Conoscilo meglio

8' di lettura

La Commissione svela un atto legislativo per promuovere le tecnologie pulite in vista della neutralità climatica al 2050. Prevista una stretta su società che controllano oltre il 65% del mercato comunitario. Oggi illustriamo il Piano Ue per le tecnologie pulite (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Piano Ue per le tecnologie pulite: l’atto presentato 

Nel desiderio di allineare il settore industriale agli obiettivi ambientali, la Commissione europea ha presentato, giovedì 16 marzo, un atto legislativo (il Net-Zero Industry Act in inglese) con il quale intende promuovere la produzione di tecnologie pulite nell’Unione europea (la cosiddetta Clean Tech).

Tra le misure vi è una norma che apre la porta a limiti all’acquisto pubblico di merce o tecnologia proveniente da un solo fornitore (lo sguardo corre alla Cina).

«Abbiamo bisogno di un contesto normativo che ci permetta di accelerare la transizione verso l’energia pulita», ha detto in un comunicato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «La legge che presentiamo oggi creerà le migliori condizioni per quei settori che sono cruciali in vista del raggiungimento dei nostri obiettivi ambientali». L’obiettivo è di dare all’Europea una propria politica industriale, campo rimasto finora nelle mani nazionali.

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Piano Ue per le tecnologie pulite: neutralità climatica entro il 2030

La Ue punta sulla neutralità climatica entro il 2050. In quest’ottica, Bruxelles vuole che l’industria europea nella Clean Tech rappresenti il 40% dei bisogni comunitari da qui al 2030.

Nell’articolo 19 del regolamento viene specificato che nell’organizzare appalti pubblici il paese membro deve valutare se escludere una società che controlla il 65% del mercato europeo in specifici settori. Nel testo si precisa che il criterio deve essere applicato in modo «trasparente e non discriminatorio».

Una maggiore resilienza «dovrebbe basarsi su una più stretta collaborazione con i nostri principali fornitori. – ha commentato il direttore generale dell’associazione imprenditoriale Business Europe Markus J. Beyrer – Occorre evitare elementi protezionistici. La legge sull’industria a zero emissioni deve mantenere i mercati aperti». In Germania, l’associazione delle imprese metalmeccaniche Gesamtmetall ha accusato Bruxelles di voler imporre «una economia pianificata».

Piano Ue per le tecnologie pulite: le otto tecnologie sostenute dalla legge

La legge sostiene otto tecnologie. Si tratta del solare fotovoltaico e del solare termico; dell’energia eolica; delle batterie; delle pompe di calore ed energia geotermica; degli elettrolizzatori e celle a combustibile; del biogas e del biometano; della cattura e dello stoccaggio del carbonio; e delle tecnologie di rete.

Sono stati inclusi anche i carburanti alternativi sostenibili, e il nucleare quando si tratta di piccoli reattori modulari e di tecnologie avanzate con scorie minime nel ciclo del combustibile.

La scelta di introdurre il nucleare è stata controversa, ma evitando contraddizioni, il collegio dei ministri ha scelto la formulazione usata in occasione della tassonomia, la classificazione delle energie verdi pubblicata nel 2022, venendo così incontro alle pressioni di Parigi.

Il commissario (francese) al mercato unico Thierry Breton ha salutato la scelta della Commissione: «Non abbiamo bisogno di un approccio ideologico», ha spiegato.Come detto, il testo legislativo, che dovrà essere approvato da Parlamento e Consiglio, intende promuovere la cattura del carbonio, facilitando l’iter autorizzativo.

«Il regolamento stabilisce l’obiettivo europeo di raggiungere una capacità di iniezione annuale di 50 mega-tonnellate nei siti strategici di stoccaggio di Co2 nella UE entro il 2030 (…) Ciò eliminerà un importante ostacolo allo sviluppo della cattura e dello stoccaggio di Co2 come soluzione economicamente utile per la lotta al cambiamento climatico».

Di seguito un nostro approfondimento sulle energie alternative.

Piano Ue per le tecnologie pulite: il Green Deal

Giovedì, in risposta alla comunicazione della Commissione su “Un piano industriale del Green Deal per l’era a zero emissioni nette“, i deputati hanno adottato una risoluzione che invita la Commissione a elaborare una strategia efficace per ridistribuire, trasferire e rilocalizzare le industrie in Europa. Sottolineano l’importanza di rafforzare la forza produttiva dell’UE in tecnologie strategiche come l’energia solare ed eolica, le pompe di calore e le batterie.

Il testo è stato approvato con 310 voti favorevoli, 155 contrari e 100 astensioni.

I deputati chiedono l’espansione e la commercializzazione di tecnologie strategiche per colmare il divario fra innovazione e diffusione sul mercato. Secondo il testo, sono necessarie procedure di autorizzazione rapide e una certa prevedibilità al fine di porre in atto nuovi progetti volti a utilizzare fonti di energia pulita e rinnovabile il più rapidamente possibile.

L’obiettivo generale della politica dell’UE deve essere quello di garantire la leadership europea nelle tecnologie energetiche pulite per migliorare la base industriale esistente e sostenerne la trasformazione in futuro, nell’ottica di creare posti di lavoro di qualità e una crescita economica per tutti gli europei ai fini del conseguimento degli obiettivi del Green Deal.

Per raggiungere questo obiettivo, i deputati sostengono che l’UE debba adottare tutte le misure necessarie per accelerare le capacità di produzione di energia sicura, pulita e a prezzi accessibili, da mettere a disposizione delle industrie, e per aumentare il risparmio energetico e le misure di efficienza energetica.

Per il Parlamento è inoltre prioritario un accesso sicuro alle materie prime critiche, fondamentali per realizzare la trasformazione ecologica e digitale e chiedono autorizzazioni più rapide e trasparenti per i progetti strategici europei in questo settore.

Fondo europeo per la sovranità

I deputati insistono che l’istituzione di un Fondo europeo per la sovranità potrebbe evitare la frammentazione causata dalle diverse strategie nazionali e garantire una risposta europea alla crisi attuale veramente coesa.

Il Fondo dovrebbe rafforzare l’autonomia strategica aperta e le transizioni verde e digitale in modo globale, essere integrato nel bilancio pluriennale dell’UE e mobilitare investimenti privati.

Aiuti di Stato

Il Parlamento si oppone fermamente a qualsiasi tentativo di allentare le norme sugli aiuti di Stato senza fornire una soluzione europea a tutti i Paesi UE che non dispongono di ampie capacità di bilancio per poter fare affidamento su massicci aiuti di Stato.

Le norme dell’UE sugli aiuti di Stato dovrebbero essere semplificate solo per consentire una flessibilità mirata, temporanea, proporzionata e coerente con gli obiettivi politici dell’UE.

Piano Ue per le tecnologie pulite: nella foto delle pale eoliche e pannelli fotovoltaici

Piano Ue per le tecnologie pulite: accesso più rapido ai finanziamenti

Uno dei pilastri del piano accelererà gli investimenti e i finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite in Europa. I finanziamenti pubblici, unitamente ad ulteriori progressi nell’Unione europea dei mercati dei capitali, possono sbloccare gli ingenti finanziamenti privati necessari per la transizione verde.

Nell’ambito della politica della concorrenza, la Commissione mira a garantire condizioni di parità all’interno del mercato unico, semplificando nel contempo la concessione da parte degli Stati membri degli aiuti necessari per accelerare la transizione verde.

A tal fine, per rendere più rapida e semplice la concessione degli aiuti, la Commissione consulterà gli Stati membri in merito ad una modifica del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato in caso di crisi e transizione e rivedrà il regolamento generale di esenzione per categoria alla luce del Green Deal, aumentando le soglie di notifica per il sostegno agli investimenti verdi.

Ciò contribuirà, tra l’altro, a razionalizzare e semplificare ulteriormente l’approvazione dei progetti relativi all’IPCEI.

La Commissione agevolerà inoltre l’uso dei fondi UE esistenti per finanziare l’innovazione, la fabbricazione e la diffusione delle tecnologie pulite.

La Commissione sta inoltre valutando le possibilità di ottenere maggiori finanziamenti comuni a livello dell’UE per sostenere gli investimenti nella produzione di tecnologie a zero emissioni nette, sulla base di una valutazione del fabbisogno di investimenti, attualmente in corso. Concentrandosi su REPowerEU, InvestEU e il Fondo per l’innovazione la Commissione collaborerà a breve termine con gli Stati membri ad una soluzione ponte, per fornire un sostegno rapido e mirato.

A medio termine, la Commissione intende fornire una risposta strutturale al fabbisogno di investimenti, proponendo un Fondo per la sovranità europea nel contesto della revisione del quadro finanziario pluriennale prima dell’estate 2023.

Per aiutare gli Stati membri ad accedere ai fondi di REPowerEU, la Commissione ha adottato oggi nuovi orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza, illustrando il processo di modifica dei piani esistenti e le modalità di preparazione dei capitoli REPowerEU.

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