Pignoramenti facili sul conto corrente per le cartelle esattoriali pendenti. L’Agenzia delle Entrate avrà mano libera nell’individuare sull’Anagrafe dei rapporti finanziari e bloccare i conti bancari del contribuente in debito. Cerchiamo di comprendere meglio cosa ha deciso il governo e come funzionerà il nuovo meccanismo a partire da gennaio 2024. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pignoramenti facili: cosa ha deciso il governo
La novità nella legge di Bilancio
La novità si trova nel Capo II della legge di Bilancio, quello dedicato alla lotta all’evasione fiscale. Il capitolo introduce cambiamenti significativi in materia di riscossione e pignoramento. Prima di entrare nel dettaglio, vediamo su quali norme incidono le novità decise dall’esecutivo:
- Comma 12 dell’articolo: interviene sul decreto del presidente della Repubblica del 1973 che disciplina la riscossione.
- Articolo 75-bis: permette all’agente di riscossione di chiedere informazioni all’istituto di credito o al datore di lavoro riguardo ai crediti del contribuente moroso.
- Articolo 75-ter (novità): prima di procedere al pignoramento dei conti correnti, l’agente di riscossione ha la possibilità, in fase stragiudiziale, di accedere alle informazioni dei conti correnti attraverso un collegamento telematico diretto.
Come funziona il nuovo meccanismo?
- Consultazione dell’archivio dei rapporti finanziari: questo archivio contiene il saldo dei conti correnti a inizio e fine anno, le movimentazioni bancarie e la giacenza media.
- Accesso alle informazioni: se l’agente di riscossione identifica crediti sul conto del contribuente, può accedere alle informazioni relative alle disponibilità giacenti sui conti correnti.
- Ordine di pagamento: in caso di crediti identificati, l’Agente della Riscossione redige e notifica telematicamente un ordine di pagamento, seguendo le modalità informatiche stabilite dal Ministero dell’economia e delle finanze.
- Notifica al debitore: deve avvenire non oltre trenta giorni dalla notifica all’istituto di credito o al datore di lavoro.
Chi è coinvolto nel processo?
- Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef): ha il compito di definire le soluzioni tecniche necessarie per implementare la novità.
- Agenzia delle Entrate-Riscossione: Deve adottare misure di garanzia per proteggere i diritti dei contribuenti, in linea con il regolamento UE sulla protezione dei dati personali.
Obiettivo della riforma
L’intenzione di fondo è quella di rendere il processo di pignoramento più efficiente e preciso. In passato, l’agente di riscossione procedeva spesso “al buio”, rischiando di pignorare conti vuoti o con fondi insufficienti. Con la nuova disposizione, l’obiettivo è evitare sprechi di risorse e garantire una riscossione più mirata e efficace.
Entra nella community, informati e fai le tue domande su Youtube e Instagram.
Come funziona il pignoramento facile: cartella esattoriale
Il pignoramento è una procedura legale che permette di recuperare crediti non pagati attraverso l’acquisizione di beni o somme di denaro del debitore. Ma come funziona quando si parla di “pignoramento facile”?
- Notifica della cartella esattoriale: tutto inizia con la notifica di una cartella esattoriale o di un accertamento immediatamente esecutivo delle Entrate. Due documenti ufficiali che attestano l’esistenza di un debito da parte del contribuente verso lo Stato.
- Tempistiche: una volta ricevuta la notifica, il contribuente ha 60 giorni di tempo per presentare un ricorso al giudice. Questo periodo serve per permettere al cittadino di verificare l’effettiva esistenza del debito e, se necessario, contestarlo.
Quando parte il pignoramento
- Intimazione di pagamento: se, dalla data di ricevimento della cartella esattoriale, sono trascorsi più di 12 mesi senza che il debitore abbia saldato il suo debito, l’Esattore invia un ulteriore sollecito. Questo documento viene chiamato “intimazione di pagamento”. Se il contribuente non risponde a questo sollecito, il pignoramento diventa nullo.
- Estensione del termine: la riforma fiscale in corso ha introdotto una novità importante: si mira ad estendere il termine di un anno di efficacia della cartella. Ciò significa che la cartella esattoriale potrebbe avere una durata maggiore, dando più tempo all’Esattore per procedere con il pignoramento.
- Eccezioni: ci sono però delle eccezioni. Se l’attività dell’Agente per la Riscossione riguarda l’iscrizione di una ipoteca o di un fermo amministrativo, il termine esteso non si applica.
Quando si attiva l’esecuzione forzata
L’esecuzione forzata è uno strumento che l’Agenzia delle Entrate utilizza per recuperare le somme dovute dai contribuenti inadempienti. Ma quando scatta realmente questa procedura?
- Notifica di una cartella esattoriale: prima di tutto, il contribuente riceve una cartella esattoriale o un accertamento immediatamente esecutivo. Questi documenti formalizzano il debito e ne attestano l’entità.
- Periodo di attesa: da quel momento, il contribuente ha 60 giorni di tempo per presentare un eventuale ricorso al giudice. Se il ricorso non viene presentato, si prosegue con le azioni di riscossione.
- Identificazione dei beni: l’esattore inizia a cercare i beni del contribuente da sottoporre a esecuzione. In passato, per conoscere i conti correnti del debitore, si doveva ottenere un’autorizzazione specifica. Ma con le nuove disposizioni, l’agente di riscossione può accedere direttamente, tramite un collegamento telematico, alle informazioni sulle risorse finanziarie del debitore.
- Blocco delle somme: Se vengono individuate disponibilità sul conto bancario del debitore, l’Esattore può procedere al blocco delle somme, trasferendo l’importo dovuto direttamente al suo conto.
- Informazione al contribuente: È fondamentale sottolineare che l’Esattore non può agire in completa autonomia. Deve informare il contribuente entro 30 giorni dalla richiesta di pagamento alla banca. Se ciò non avviene, il pignoramento è nullo.
Nuova misura sul vincolo dei pagamenti della PA
Oltre alle novità sui pignoramenti, la legge di bilancio introduce ulteriori restrizioni per chi ha debiti con lo Stato.
- Condizione di partenza: chi ha debiti scaduti e già iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o accertamenti esecutivi per importi superiori a centomila euro, non potrà compensare questi debiti con eventuali crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione.
- Blocco della compensazione: questa misura preclude la possibilità di compensare i debiti con crediti derivanti da rapporti con la pubblica amministrazione. In pratica, se un contribuente ha un credito con una pubblica amministrazione ma, allo stesso tempo, ha un debito fiscale, non può utilizzare quel credito per estinguere il debito.
- Rimozione delle violazioni: la preclusione alla compensazione cessa non appena il contribuente risolve le violazioni contestate, ovvero paga quanto dovuto all’Agenzia delle Entrate.
Questa misura, inserita nella legge di bilancio, ha l’obiettivo di incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione fiscale, evitando di utilizzare crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione come scudo contro i debiti fiscali.

FAQ (domande e risposte)
Cosa sono i “pignoramenti facili sul conto”?
Il termine “pignoramenti facili” si riferisce a una nuova modalità di esecuzione forzata per recuperare le somme dovute dai contribuenti in debito con l’Agenzia delle Entrate. Questa procedura, prevista per le cartelle esattoriali pendenti, consente all’Agenzia delle Entrate di individuare direttamente, attraverso l’Anagrafe dei rapporti finanziari, i conti bancari dei contribuenti in debito, velocizzando così il processo di riscossione delle somme dovute.
Qual è il ruolo dell’Agenzia delle Entrate nei pignoramenti?
L’Agenzia delle Entrate ha un ruolo centrale nella gestione dei pignoramenti. Con le nuove disposizioni, l’agenzia ha la libertà di accedere direttamente all’Anagrafe dei rapporti finanziari per identificare i rapporti bancari dei contribuenti in debito, senza bisogno di previa autorizzazione, come avveniva in passato. Una volta individuate le disponibilità sul conto del debitore, l’agenzia può procedere al blocco delle somme, trasferendo l’importo dovuto direttamente al suo conto.
Che novità sono introdotte della legge di Bilancio?
Il Capo II della legge di Bilancio introduce significative novità nella lotta all’evasione fiscale. In particolare, il comma 12 dell’articolo modifica il decreto del presidente della Repubblica del 1973 che disciplina la riscossione. Vengono introdotti nuovi articoli che permettono all’agente di riscossione di accedere, in fase stragiudiziale, alle informazioni sui conti correnti dei debitori, facilitando e velocizzando la procedura di pignoramento.
Come cambia il pignoramento con la riforma fiscale?
La riforma fiscale introduce un meccanismo di “velocizzazione” dei pignoramenti. In passato, per conoscere i conti correnti dei debitori, l’Agente per la Riscossione aveva bisogno di una specifica autorizzazione. Con la riforma, questo passaggio non è più necessario. L’agente può accedere direttamente, mediante collegamento telematico, alle informazioni sulle risorse finanziarie del debitore. Se trova disponibilità, può procedere immediatamente al blocco delle somme.
Quali sono le condizioni per un pignoramento presso terzi?
Prima di tutto, è necessaria la notifica di una cartella esattoriale o di un accertamento immediatamente esecutivo. A partire dalla ricezione della cartella, il contribuente ha 60 giorni per eventuali ricorsi. Se sono trascorsi più di 12 mesi dalla ricezione della cartella, prima di procedere al pignoramento, l’Esattore deve inviare un ulteriore sollecito chiamato “intimazione di pagamento”. In assenza di questa intimazione, il pignoramento è nullo. La riforma in corso mira a estendere il termine di validità della cartella.
Cosa prevede la nuova misura sui pagamenti della PA?
La legge di bilancio introduce una misura restrittiva per chi ha debiti con lo Stato e cartelle esattoriali pendenti. Coloro che hanno debiti iscritti a ruolo per importi superiori a centomila euro non potranno compensare questi debiti con eventuali crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Questa preclusione termina non appena il contribuente salda le violazioni contestate. La misura ha lo scopo di incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione fiscale.
Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sul fisco e sulle tasse: