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Pignoramenti multipli sullo stesso stipendio

I pignoramenti multipli sullo stesso stipendio stanno diventando un fenomeno sempre più comune. Questo articolo esamina le leggi e le regole relative a questi pignoramenti, e cerca di spiegare come funzionano in termini pratici.

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10' di lettura

Pignoramenti multipli sullo stesso stipendio, può accadere spesso, soprattutto in momenti economicamente complessi come quello che stiamo affrontando. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Il numero dei pignoramenti multipli è in aumento in Italia. Una situazione che ovviamente genera difficoltà evidenti per i lavoratori dipendenti che hanno dei conti in sospeso. In questo post vediamo come funziona, quali sono i limiti imposti dalla legge, quali creditori hanno la priorità, le categorie di debito (che vedremo sono importanti) e quali sono le possibilità di difendersi.

Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega che fine fa il pignoramento se il creditore muore; c’è un altro post che spiega come si può apparire nullatenenti per evitare il pignoramento; e infine abbiamo verificato tutte le possibili vie d’uscita per evitare il pignoramento del conto o dello stipendio.

Come funziona il pignoramento dello stipendio

La legge stabilisce diverse regole per il pignoramento dello stipendio, a seconda che avvenga:

  • direttamente presso la banca in cui lo stipendio viene depositato dal datore di lavoro;
  • direttamente presso il datore di lavoro.

Nel caso in cui il pignoramento avvenga in banca, le somme presenti al momento della notifica dell’atto di pignoramento possono essere sequestrate solo se eccedono il triplo dell’assegno sociale. Al contrario, ogni stipendio successivo sarà soggetto ad un pignoramento del quinto fino all’estinzione del debito.

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Se, invece, il pignoramento avviene direttamente presso il datore di lavoro, la misura del pignoramento è sempre di un quinto, indipendentemente dal “minimo vitale” applicato alle pensioni.

La normativa riguardante il pignoramento dello stipendio è contenuta nell’articolo 543 del Codice Civile. Per dar corso alla procedura di pignoramento, il creditore deve affidare l’atto di pignoramento a un ufficiale giudiziario. Quest’ultimo ha la responsabilità di notificarlo al debitore, al suo datore di lavoro, o all’istituto bancario dove il debitore ha il conto corrente per l’accredito dello stipendio.

L’obbligo per il datore di lavoro o l’istituto bancario è quello di riferire, entro 10 giorni tramite raccomandata o PEC, la quantità precisa dello stipendio percepito dal debitore. Questa informazione sarà poi verificata legalmente prima di ottenere l’approvazione necessaria per procedere con il pignoramento. Nel caso in cui il debitore dovesse mutare la sua occupazione o perderla, l’intero processo deve essere reiterato.

Con l’entrata in vigore della legge 206/2021 dal 22 giugno 2022, il creditore è tenuto a seguire un’ulteriore tappa indispensabile per il buon esito della procedura di pignoramento. Spetta al creditore, entro la data dell’udienza di comparizione menzionata nell’atto di pignoramento, notificare sia al debitore che al terzo soggetto (datore di lavoro o banca) la registrazione a ruolo effettuata, con l’inclusione del numero di ruolo della procedura, e depositare l’avviso di notificazione nel fascicolo dell’esecuzione.

Nel caso in cui non avvenga la notifica o il deposito dell’avviso, l’atto di pignoramento viene considerato inefficace e decade alla data stabilita per l’udienza.

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Pignoramenti multipli sullo stesso stipendio: le implicazioni

La legge prevede che ci possano essere più pignoramenti sullo stesso stipendio, a patto che i debiti appartengano a categorie diverse. Esistono, infatti, tre categorie di crediti:

  • Crediti derivanti da imposte e tributi (es. Agenzia delle Entrate Riscossione e Incaricati per la riscossione delle imposte locali);
  • Crediti per alimenti e sostentamento (es. ex coniuge o prole per il mantenimento, parente in stato di necessità che reclama il sostegno);
  • Altri crediti privati (es. canone di locazione, utenze, spese condominiali, istituzioni finanziarie, banche, controparte in un procedimento legale, vicino di abitazione, etc.).

Più pignoramenti possono dunque coesistere sullo stesso stipendio, a condizione che appartengano a categorie diverse. Tuttavia, il salario non può mai scendere al di sotto della metà, a seguito del pignoramento.

La norma base stabilisce infatti che, in caso di notifiche di più pignoramenti sullo stipendio a un lavoratore da parte di vari creditori, il quinto dello stipendio verrà assegnato dal giudice a quello che ha avanzato per primo la richiesta.

Il creditore successivo dovrà attendere in coda, pertanto, dovrà pazientare fino a quando il creditore precedente avrà ottenuto completamente la somma dovuta, inclusi eventuali costi.

Questa regola, però, subisce una variazione nel caso in cui i debiti a carico del lavoratore siano di tipo differente (ad esempio, rata di un finanziamento per l’acquisto di un’auto, assegno di mantenimento per il coniuge o i figli, onorari legali da saldare all’avvocato, e così via).

In queste circostanze, ogni creditore avrà la possibilità di ottenere mensilmente una quota dello stipendio per soddisfare il proprio credito.

Ciò significa che i pignoramenti possono essere accumulati e il lavoratore potrebbe dover sostenere più trattenute di un quinto del proprio stipendio.

Tuttavia, ricordiamo che l’importo totale trattenuto al lavoratore non potrà mai eccedere la metà del suo stipendio netto mensile.

Di conseguenza, un dipendente che percepisce un salario netto di 1.500 euro, anche se soggetto a più pignoramenti, non potrà mai avere una trattenuta superiore a 750 euro al mese.

Il caso dei pignoramenti della stessa categoria

Se i crediti appartengono alla stessa categoria, si applicano, dunque, delle regole specifiche. In questo caso, se i pignoramenti vengono eseguiti contemporaneamente, i due creditori concorreranno in modo paritario sulla quota pignorabile

Se invece il secondo pignoramento avviene dopo che è stata già disposta l’assegnazione del quinto dello stipendio al primo creditore, il giudice autorizza comunque il pignoramento ma la soddisfazione del secondo creditore può avvenire solo dopo che il primo debito sia stato integralmente corrisposto.

Il caso dei pignoramenti di categorie diverse

Come abbiamo visto, la legislazione consente il pignoramento di due quinti dello stipendio contemporaneamente, ma solo se i creditori appartengono a categorie differenti. 

Facciamo degli esempi:

  • l’Agenzia delle Entrate Riscossione e l’ex coniuge che non ha ricevuto il mantenimento (infatti rappresentano due diverse categorie di crediti); 
  • un’istituzione finanziaria e della società di riscossione comunale per le spese di nettezza urbana o altre imposte locali (anch’esse rappresentano due categorie differenti);
  • il condominio e un figlio che non ha ricevuto il sostegno, ecc.

In qualsiasi circostanza, quando concorrono più crediti di categorie diverse, il pignoramento dello stipendio non può mai eccedere la metà del salario: ciò rappresenta il limite massimo che non può essere oltrepassato per nessuna motivazione.

Al contrario, e lo ribadiamo per maggiore chiarezza, nel caso di due creditori della stessa categoria (ad esempio, il locatore per il canone di affitto e un’istituzione finanziaria; o il condominio e la controparte in un procedimento legale, etc.), si applica la regola della priorità. In pratica, sebbene sia possibile avviare una seconda procedura di pignoramento, il prelievo dallo stipendio rimane unico e viene assegnato prima al creditore che ha già attivato il pignoramento; solo quando quest’ultimo sarà completamente soddisfatto, si procederà con l’accredito delle somme al creditore successivo che ha iniziato il pignoramento dello stipendio. In altre parole, si attua una sorta di lista d’attesa: chi è arrivato prima viene soddisfatto per primo.

Cosa succede in caso di cessione del quinto dello stipendio?

La cessione del quinto dello stipendio è un atto volontario del debitore e non viene considerato nel calcolo del quinto pignorabile. Il quinto viene calcolato sul salario lordo, indipendentemente dalle cessioni del quinto già in atto.

Pignoramenti multipli dello stipendio, come difendersi

Il lavoratore al quale viene pignorato lo stipendio ha il diritto di contestare l’azione del creditore, se la ritiene iniqua, attraverso la procedura di opposizione.

Nell’ambito di questa procedura, il debitore può, ad esempio, mettere in discussione l’effettiva esistenza del debito, oppure un’irregolarità nella notifica, tra le altre cose.

Se, d’altra parte, il debitore dispone di fondi sufficienti, ha la possibilità di interrompere l’azione del creditore versando all’ufficiale giudiziario l’importo richiesto dal creditore, più le spese legali. In alternativa, il debitore può fare domanda al giudice per convertire il pignoramento dello stipendio, versando un ammontare che copra sia il debito che le spese legali per concludere la procedura.

Conclusioni

Anche in caso di uno stipendio particolarmente basso, i creditori del lavoratore possono procedere al pignoramento: non è stato fissato un limite minimo di impignorabilità, ovvero un livello di reddito al di sotto del quale non si possa procedere al pignoramento, a differenza di quanto accade per la pensione.

Lo stipendio può essere pignorato simultaneamente da più creditori, ma solamente nel caso in cui i crediti vantati siano di natura diversa.

Ciascun creditore può pignorare al massimo 1/5 dello stipendio netto del lavoratore e, cumulativamente, non si può pignorare più della metà dello stipendio.

Al contrario, nel caso in cui i crediti siano di natura simile (ad esempio, più crediti derivanti da un prestito, fatture commerciali, contratti di affitto di un immobile e così via), il giudice assegna 1/5 dello stipendio a colui che ha avanzato la richiesta di pignoramento per primo.

L’altro creditore dovrà attendere fino a quando il precedente avrà ottenuto completamente le somme a lui dovute, incluse le spese del procedimento.

Infine, è importante ricordare che nel caso di crediti alimentari (ad esempio, contributi per il mantenimento del coniuge o dei figli) il giudice può assegnare al creditore una quota superiore a 1/5 dello stipendio netto dell’altro coniuge, ma sempre entro il limite di 1/3 dello stipendio stesso.

Pignoramenti multipli sullo stesso stipendio
Pignoramenti multipli sullo stesso stipendio

Faq (domande e risposte)

È possibile avere più pignoramenti sullo stesso stipendio?

Sì, la legge consente più pignoramenti sullo stesso stipendio, purché i debiti appartengano a categorie diverse. Tuttavia, il salario non può mai scendere al di sotto della metà, a seguito del pignoramento.

Cosa succede quando i pignoramenti provengono dalla stessa categoria di crediti?

Se i crediti appartengono alla stessa categoria, si applicano delle regole specifiche. Se i pignoramenti vengono eseguiti contemporaneamente, i due creditori concorreranno in modo paritario sulla quota pignorabile. Se invece il secondo pignoramento avviene dopo, il secondo creditore può essere soddisfatto solo dopo che il primo debito è stato completamente ripagato.

Cosa accade se il pignoramento avviene direttamente in banca?

Quando il pignoramento avviene in banca, le somme presenti al momento della notifica dell’atto di pignoramento possono essere sequestrate solo se eccedono il triplo dell’assegno sociale.

Quali sono le categorie di crediti esistenti?

La legge distingue tre categorie di crediti: i crediti fiscali e per sanzioni, i crediti per mantenimento e assegni alimentari, e altri crediti, come i debiti con banche e finanziarie.

Come influisce la cessione del quinto sul pignoramento dello stipendio?

La cessione del quinto dello stipendio è un atto volontario del debitore e non viene considerato nel calcolo del quinto pignorabile. Il quinto viene calcolato sul salario lordo, indipendentemente dalle cessioni del quinto già in atto.

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