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Pignoramento del conto corrente con le cartelle esattoriali

Pignoramento del conto corrente con le cartelle esattoriali: in arrivo 35 milioni di avvisi entro giugno o luglio, l'Agenzia dell'Entrate potrà pignorare i conti.

di The Wam

Maggio 2021

Pignoramento del conto corrente con le cartelle esattoriali. Stanno per partire 35 milioni di cartelle esattoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Dovrebbero essere gradualmente consegnate agli italiani a partire dal primo giugno, anche se al momento di discute di una nuova proroga al 30 giugno. Ma è difficile che si vada oltre.

L’invio delle cartelle esattoriali, in una situazione di crisi sanitaria ed economica ancora in atto, non può che preoccupare molti cittadini, soprattutto se l’Agenzia delle Entrate ricorda che sarà possibile, per chi non versa il dovuto nei termini previsti, il pignoramento del conto corrente.

Cioè l’Agenzia delle Entrate avrà lo stesso potere che era stato affidato in passato, non senza feroci polemiche, a Equitalia.

Pignoramento del conto corrente senza passare dal tribunale

L’obiettivo dei legislatori è chiaro: ridurre in questo modo il peso notevole dell’evasione fiscale. Ma anche facilitare il recupero delle somme che gli italiani devono al fisco.

La ragione è comprensibile, il momento in cui si mette in pratica questa scelta molto meno.

L’Agenzia delle Entrate può recuperare il denaro con il pignoramento del conto corrente del cittadino interessato senza avere neppure la necessità di chiedere l’autorizzazione di un giudice. A sua discrezione.

Ed è proprio questa discrezionalità che preoccupa. Al contribuente non viene lasciata nessuna possibilità di opporsi.

Prima com’era

Fino al giugno scorso l’iter era molto diverso. E non lasciava il contribuente nelle mani dell’agenzia di riscossione. Prima di passare a un eventuale pignoramento del conto corrente, l’Agenzia delle Entrate doveva attendere il giudizio di un tribunale.

Ora invece, dopo aver inviato una cartella esattoriale l’agenzia può prelevare direttamente le somme pretese dal conto corrente del contribuente. Che sia una banca o l’ufficio postale.

Come detto, non si tratta di una novità: la tanto odiata Equitalia aveva un potere analogo. E forse l’odio derivava anche da questo potere.

Ora la situazione si ripete. Ma nel frattempo c’è stata (e c’è ancora), l’emergenza covid. Con tutto quello che ha comportato.

L’Agenzia conoscerà tutti i dettagli della vostro situazione

Ma non è tutto: l’Agenzia delle Entrate avrà anche un potere in più. Potrà infatti controllare i dati del titolare del conto corrente. Conoscerà così nei dettagli la consistenza dei soldi depositati.

E ancora: potrà anche verificare tutte le notizie sul contribuente che sono custodite nella banca dati dell’Inps.

In poche parole: l’Agenzia delle Entrate conoscerà fin nei minimi particolari la consistenza finanziaria di ogni singolo contribuente.

L’arma della Dichiarazione Sostitutiva Unica

Anche grazie alla Dichiarazione Sostitutiva Unica precompilata, che è in vigore dal primo gennaio dello scorso anno, l’Agenzia delle Entrate ha un’arma in più per disporre accertamenti molto più specifici. Infatti sarà possibile per l’ente di controllo e riscossione verificare la corrispondenza tra le cifre dichiarate e quelle presenti nei conto corrente di tutti i contribuenti italiani.

Insomma: se avete dichiarato 20mila euro e ve ne ritrovate 40mila in più in banca, aspettatevi un controllo.

Il risparmiometro

Su questo fronte il fisco ha anche un’altra arma a disposizione: il risparmiometro. Questo strumento consente di verificare i risparmi depositati nei conto corrente e redditi dichiarato. Se c’è uno scostamento del 20% tra entrate e uscite, scatta il controllo.

Una impennata della conflittualità, come Equitalia

Un potere enorme. E un grande rischio: l’impennata della conflittualità tra i cittadini e l’agenzia di riscossione. Una situazione che era già capitata con Equitalia e che aveva costretto la politica a correre ai ripari nel tentativo di ridurre la pressione del fisco sui contribuenti.

E i grandi evasori?

Ora si torna indietro, ai tempi della peggiore Equitalia. E se prima il Paese era allo stremo per la crisi economica innescata nel 2011, ora la situazione è anche peggiore, perché a quella crisi si è aggiunta quella ancora più grave provocata dall’emergenza sanitaria.

Recuperare i soldi evasi al fisco è una motivazione forte. Parliamo di 270 miliardi l’anno. Ma il timore di molti è che a farne le spese non saranno i grandi evasori, ma quanti sono stati costretti dalle difficoltà di questi anni a non pagare le tasse dovute.

Per evitare una misura drastica come il pignoramento resta ai contribuenti una sola possibilità: concordare con l’Agenzia delle Entrate un piano strutturato in più rate per saldare il debito.

A rischio pensioni e stipendi

E dunque, in assenza di una nuova proroga (che non potrebbe comunque andare oltre l’inizio di luglio), l’Agenzia delle Entrate e riscossioni avvierà le verifiche sui conto corrente di tutti noi.

Parliamoci chiaro: sono a rischio centinaia di migliaia di pensioni e stipendi.

In pratica cosa accadrà a breve?

L’Agenzia delle Entrate invierà cartelle esattoriali ai contribuenti finiti nella rete dei controlli.

Riprende quindi l’attività di riscossione delle somme che sono relative a:

Il conto corrente cointestato rischia la metà

Ci sono comunque dei limiti (pochi) a tutela di alcune tipologie di conto corrente.

Un esempio? Se il conto è cointestato, il pignoramento può essere applicato solo al 50% del denaro depositato.

Chi subirà più controlli

Le persone che subiranno più controlli e verifiche sono quelle titolari di una partita Iva (professionisti, imprenditori, autonomi, società).

L’Agenzia delle Entrate potrà controllare, oltre al conto corrente. Anche la presenza di:

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