Pignoramento del conto corrente, quando e come evitarlo

Pignoramento del conto corrente, quando e come evitarlo: in arrivo 35 milioni di cartelle esattoriali e molti conti sono a rischio pignoramento. Le norme sono cambiate e l'Agenzia delle Entrate può agire direttamente, ma non sempre. In alcuni casi sarà possibile evitare l'esecuzione del provvedimento. Vediamo quando

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Pignoramento del conto corrente. Come ormai saprete l’Agenzia delle Entrate potrà pignorare i soldi sul vostro conto corrente se non pagate una cartella esattoriale. Ma non sempre è possibile. O meglio: non tutti i conto corrente sono pignorabili.

In questo articolo vi spieghiamo quali, chi non rischia e chi invece è più esposto.

Partiamo prima dalla norma che entra in vigore dal primo giugno, il giorno dopo la sospensione delle procedure esecutive.

Al momento si esclude la possibilità di una nuova proroga.

Quando avverrà il pignoramento del conto corrente?

Bisogna stare attenti in questi tre casi:

  • Con il titolo esecutivo: vi arriva la cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate, il decreto ingiuntivo o la sentenza del giudice
  • Atto di precetto: con una scadenza di pagamento entro dieci giorni e con efficacia fino a novanta.
  • Atto di pignoramento del conto corrente: una copia dell’atto viene inviata alla banca dove avete il conto corrente. La banca procede al blocco del conto per pignoramento.

Dal primo giugno l’Agenzia delle Entrate potrà procedere direttamente senza aspettare la sentenza del giudice.

Il che significa che il pignoramento del conto corrente potrà essere più rapido.

Ma torniamo all’argomento iniziale: quando si potranno evitare i pignoramenti?

Partiamo da un presupposto: in linea teorica tutti i conto corrente sono pignorabili. Le norme infatti sono state modificate.

Fino a qualche anno fa le banche potevano anche rilasciare un Iban non pignorabile. Non è più così.

Ma è possibile difendersi dal pignoramento del conto corrente?

In qualche caso è possibile.

Il dato più ovvio: se il conto non è in attivo è impossibile pignorarlo.

Questo è semplice: se il titolare di un conto corrente preleva ogni volta tutto lo stipendio che è stato accreditato lasciando il conto a zero l’Agenzia delle Entrate non ha molto da pignorare.

I conto corrente al sicuro

Tutto qui? No, chiaro.

Non sono pignorabili neppure i conti corrente affidati.

Cosa sono? L’affido in conto corrente è la somma (appunto il fido) che la banca mette a disposizione del cliente per un periodo che può essere determinato o meno. Il cliente utilizza questa somma solo per operazioni (come i pagamenti) che non sono maggiori al saldo disponibile.

Ma non possono essere pignorati neanche i conti sui quali vengono accreditati:

  • assicurazioni sulla vita
  • pensioni di invalidità
  • assegni di accompagnamento per i disabili.

Che succede alle pensioni?

E le pensioni sono al sicuro dai pignoramenti dell’Agenzia dalle Entrate?

La pensione può essere pignorata solo in parte. È infatti necessario tener conto della quota minima vitale.

Per il 2021 è stata fissata a 690,42 euro.

Quando scattano i controlli sulla dichiarazione dei redditi?

Se il pignoramento parte invece prima dell’arrivo della pensione, l’Inps può prelevare solo il 20% dell’importo che supera il minimo vitale.

Insomma le pensioni sono salve solo in parte.

Il problema c’è invece se sul conto corrente oltre alle somme della pensione c’è anche altro denaro.

In questo caso l’agenzia di riscossione potrà pignorare la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale: 1380,84 euro.

Le cifre inferiori non potranno essere toccate.

Ma quelle che superano quella soglia minima sì.

I conti cointestati

Ci sono anche altri limiti.

Riguardano altre soglie per il pignoramento.

Uno riguarda i conto corrente cointestati. In questo caso il pignoramento riguarda il 50% dell’importo depositato in banca. E quel limite non può essere superato anche se la soglia non copre il debito.

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