Nell’articolo di oggi approfondiremo la normativa che regola il pignoramento dell’eredità futura (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Come funziona il pignoramento dell’eredità futura
Quando il sipario della vita si chiude, l’eredità diventa un nodo intricato di responsabilità legali e fiscali. L’accettazione di quest’eredità, un atto che può essere espresso o tacito, pone chiunque nella posizione di erede, portando con sé un carico di doveri e obblighi.
Un aspetto cruciale di questo processo è la possibilità di pignorare l’eredità futura, un’azione legale che merita di essere esplorata in profondità.
L’accettazione dell’eredità
L’accettazione dell’eredità è il passo formale attraverso il quale il chiamato assume il titolo di erede, entrando nella titolarità dell’asse ereditario e di tutti i rapporti connessi. Questo atto, che può avvenire in forma espressa o tacita, è irrevocabile e non ripetibile. Gli eredi, una volta accettata l’eredità, diventano non solo i beneficiari dei beni, ma anche responsabili per i debiti del defunto.
Alternativamente, il chiamato ha la possibilità di rinunciare all’eredità mediante una dichiarazione scritta davanti a un notaio o presso la cancelleria del tribunale. Questa scelta, tuttavia, può portare a una serie di conseguenze giuridiche e fiscali che è importante comprendere.
Accettazione esplicita e tacita
Il Codice Civile, all’art. 470, fornisce le linee guida per le diverse forme di accettazione dell’eredità. L’accettazione può essere espressa, avvenendo all’interno di un atto pubblico o di una scrittura privata, oppure tacita, manifestandosi attraverso atti che indicano la volontà di accettare. L’accettazione deve avvenire entro dieci anni dalla data del decesso, indipendentemente dal tipo di successione.
Un caso particolare è l’accettazione con beneficio d’inventario, disciplinata dall’art. 490 del Codice Civile. Questa procedura consente all’erede di ereditare i crediti ma rispondere ai debiti solo con il patrimonio del defunto. Una dichiarazione apposita deve essere presentata entro 10 giorni dalla consapevolezza dell’eredità, accompagnata da un inventario dei beni e debiti, depositato entro 30 giorni presso il Tribunale.
Nei casi di soggetti interdetti o minori, la procedura di accettazione richiede l’autorizzazione del giudice tutelare e deve avvenire obbligatoriamente con beneficio d’inventario. La recente Riforma Cartabia, dal 1° marzo, offre la possibilità di rivolgersi al Notaio per alcune autorizzazioni, semplificando il processo.

Si può pignorare l’eredità?
Quando il debitore si rifiuta di risarcire il creditore, quest’ultimo può ricorrere all’esecuzione forzata, cioè al pignoramento.
Una delle questioni più delicate legate all’eredità è proprio il pignoramento, un atto che può essere intrapreso solo dopo l’accettazione dell’eredità. Prima di questo passo, i creditori non possono agire contro i parenti del defunto, nemmeno se si tratta dei figli.
Il pignoramento inoltre è possibile solo se esiste un credito certificato nei confronti dell’erede o del defunto, come una sentenza di condanna o un titolo esecutivo.
Una volta individuato l’erede, il creditore può richiedere il pignoramento della quota di eredità spettante a quest’ultimo, cercando di soddisfare il proprio credito. Tuttavia, l’erede risponde solo per la parte corrispondente alla sua quota, riducendo il rischio di oneri finanziari eccessivi.
Ad ogni modo, il pignoramento della quota ereditaria rappresenta un’azione coattiva da parte del creditore, mirata a ottenere la parte di eredità spettante al debitore. Questa azione può complicare la situazione per gli altri eredi, che potrebbero trovarsi nella necessità di richiedere lo scioglimento immediato dell’eredità per determinare con precisione la parte soggetta al pignoramento.
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Quali sono i debiti che non si trasmettono agli eredi?
Non tutti gli oneri finanziari del defunto vengono automaticamente ereditati dai suoi discendenti. In particolare, alcuni debiti rimangono esclusi da questa trasmissione:
- Sanzioni amministrative e tributarie: Le sanzioni amministrative, comprese quelle di natura fiscale, e le multe non costituiscono debiti trasmissibili agli eredi. Questo principio si estende anche alle obbligazioni di carattere tributario, inclusi i debiti con enti come INPS o INAIL e le imposte dovute ad Agenzia delle Entrate, Comune, Provincia, Regione, nonché alle cartelle esattoriali. Gli eredi che accettano l’eredità infatti sono tenuti a saldare le imposte, ma non le sanzioni a esse associate.
- Assegno di Mantenimento: Con la morte del soggetto obbligato, cessa l’obbligo di corrispondere l’assegno di mantenimento all’ex coniuge o ai figli. Questi ultimi diventano eredi legittimari, mentre l’ex coniuge, in caso di divorzio, perde sia l’assegno di mantenimento che i diritti di successione. Solo in situazioni di grave bisogno, il giudice può assegnare agli eredi l’obbligo di versare un assegno periodico. Inoltre, l’ex coniuge può ottenere una quota della pensione di reversibilità.
- Sanzioni penali: Le sanzioni penali sono di carattere personale e non si trasmettono agli eredi. Tuttavia, in alcune circostanze, come nel caso di abusi edilizi, un eventuale ordine di demolizione può essere inflitto anche agli eredi che diventano titolari dell’immobile.
- Debiti di gioco e scommesse: I debiti legati a gioco e scommesse, considerati obbligazioni naturali, non rientrano tra i debiti trasmissibili agli eredi. Questi possono accettare l’eredità anche se il defunto aveva considerevoli debiti di gioco.
- Debiti Prescritti: Se il creditore ha trascorso un periodo di tempo specifico senza richiedere formalmente il pagamento di un debito, questo potrebbe essere caduto in prescrizione. In tal caso, è necessario verificare il termine di prescrizione relativo, che varia in base al tipo di debito.
FAQ: Domande frequenti sul pignoramento presso terzi
Posso impedire il pignoramento presso terzi?
È possibile evitare il pignoramento attraverso diverse opzioni. Ad esempio, il pagamento del debito in modo tempestivo, la negoziazione con il creditore per un piano di pagamento rateale, la ricerca di assistenza da un consulente finanziario o un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni.
Posso avviare un procedimento di pignoramente presso terzi se il debitore è all’estero?
Se il tuo debitore si trova all’estero, potresti chiederti se è possibile effettuare un pignoramento presso terzi per recuperare il tuo credito. La competenza del pignoramento presso terzi per debitori esteri dipende principalmente dalle convenzioni internazionali e dagli accordi bilaterali tra i paesi coinvolti.
Il procedimento di pignoramento presso terzi si applica agli enti pubblici?
Il pignoramento presso terzi, ad esempio di stipendio e pensione, può essere applicato anche se il datore di lavoro o l’ente pensionistico sono rappresentati da enti pubblici.
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