È possibile subire il pignoramento dello stipendio già pignorato? Ci sono limiti da rispettare? (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pignoramento dello stipendio
Lo stipendio è il bene del debitore più aggredito dai creditori. Il pignoramento dello stipendio (e di ogni altra indennità corrisposta) rientra tra le modalità più frequenti a disposizione di chi, da tempo, cerca di ottenere somme di denaro mai ricevute.
Quando parliamo di pignoramento dello stipendio ci riferiamo a un pignoramento presso terzi, poiché il creditore si rivolge non al debitore, ma al suo datore di lavoro, intimandogli di “girare” a lui la quota dello stipendio pignorata.
Perché aggredire lo stipendio? Perché pignorarlo consente al creditore di ricevere un accredito sicuro e di raggiungere la totalità dell’importo, anche se non immediatamente, comunque nel giro di qualche mese.
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Pignoramento dello stipendio già pignorato: è possibile?
A questo punto, però, ci chiediamo: si può pignorare uno stipendio già pignorato? Ovvero, una persona può subire due o più pignoramenti dello stipendio, per debiti contratti verso persone fisiche o enti?
La risposta è affermativa, ma solo in alcuni casi: facciamo chiarezza.
L’articolo 493 del codice di procedura civile spiega che un bene, nel nostro caso lo stipendio, già colpito da pignoramento, possa essere nuovamente pignorato, anche più volte.
Pignoramento dello stipendio già pignorato: la natura del debito
Se, in genere, non sono importanti i motivi per cui un creditore abbia avviato un’esecuzione forzata, nel caso del pignoramento, invece, la natura del debito fa la differenza.
Iniziamo, dicendo che esiste un limite di pignoramento dello stipendio fissato a un quinto: significa che se, ad esempio, l’importo dello stipendio è di 1.500 euro al mese, non è possibile pignorare più di 300 euro al mese al debitore (1.500 : 5 = 300 euro).
Come detto in precedenza, la natura del debito fa la differenza. Se il debito contratto è lo stesso, lo stipendio non può essere pignorato più volte nello stesso momento.
Soltanto quando il primo creditore verrà saldato, attraverso il pignoramento del quinto dello stipendio, un altro creditore potrà essere soddisfatto e così via tutti gli altri, rispettando un ordine gerarchico che premia il debito più “vecchio”.
Invece, quando i debiti contratti dal lavoratore sono di diversa natura (ad esempio, l’assegno di mantenimento non corrisposto ai figli e all’ex coniuge e una rata del finanziamento non pagata), possono scattare due pignoramenti dello stipendio allo stesso momento.
Dunque, il debitore perderà un quinto dello stipendio, che andrà versato all’ex coniuge e ai figli e un altro quinto dello stipendio, che spetta alla finanziaria che gli ha concesso il finanziamento.
Significa che, con uno stipendio di 1.500 euro, 300 euro andranno all’ex coniuge e ai figli, altri 300 euro alla finanziaria, e soli 900 euro rimarranno a disposizione del lavoratore.
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Limiti pignoramento stipendio per l’Agenzia di Riscossione
Per l’Agenzia di Riscossione, invece, esiste un limite di pignoramento diverso:
- un quinto dello stipendio, soltanto se questo è superiore a 5.000 euro al mese;
- un settimo dello stipendio, se questo ha un importo compreso tra 2.500 euro e 5.000 euro al mese;
- un decimo dello stipendio, se questo ha un importo inferiore a 2.500 euro al mese.
Si può pignorare tutto lo stipendio al debitore?
Ma, dunque, a un lavoratore debitore gli si potrà pignorare tutto lo stipendio, se ha contratto più debiti di diversa natura?
Assolutamente no: la legge prevede un limite di pignoramento fissato a metà stipendio. Ad esempio, con una paga di 1.500 euro al mese, il lavoratore non potrà subire pignoramenti mensili superiori a 750 euro al mese.
Come difendersi dal pignoramento dello stipendio?
Il debitore che ha subito uno o più pignoramenti dello stipendio, può proporre opposizione, dunque contestare l’inesistenza del credito oppure un vizio nella notifica del provvedimento o altri motivi.
Inoltre, il debitore può bloccare l’azione del creditore, pagando all’ufficiale giudiziario la somma richiesta (più le spese legali), oppure può richiedere al giudice di convertire il pignoramento dello stipendio pagando una somma comprensiva delle spese legali, estinguendo la procedura.

Faq sul pignoramento dello stipendio
Può essere pignorato lo stipendio per assegni di mantenimento non pagati?
Sì, l’ex coniuge può chiedere al tribunale competente di “colpire” il quinto dello stipendio dell’ex marito, che verrebbe pagato dal datore di lavoro direttamente al creditore. C’è solo un caso che vieta il pignoramento: quando il debitore si è opposto all’esecuzione forzata e il giudice ha proceduto a sospendere l’efficacia del titolo esecutivo. L’opposizione avviene per mezzo dell’avvocato difensore. Ad esempio, il pignoramento non avviene se la procedura ha un vizio di forma o nella sostanza.
Cosa accade se il pignoramento avviene direttamente in banca?
Quando il pignoramento avviene in banca, le somme presenti al momento della notifica dell’atto di pignoramento possono essere sequestrate solo se eccedono il triplo dell’assegno sociale.
C’è un limite vitale impignorabile per gli stipendi part-time?
La sentenza della Corte Costituzionale n. 248/2015 ha chiarito che anche in caso di stipendi bassi, ad esempio part-time, non esiste un limite di impignorabilità, come accade invece per le pensioni. Il pignoramento della pensione e di altre indennità di natura assistenziale, come l’invalidità civile, prevedono un importo minimo impignorabile pari a due volte l’Assegno sociale, che nel 2023 è di 503,27 euro.
Cosa succede al pignoramento dello stipendio se il lavoratore viene licenziato?
Se un lavoratore ha subito un pignoramento dello stipendio per un debito insoluto e viene licenziato, il pignoramento sulla retribuzione decade, ma si trasferisce automaticamente sul TFR, sempre nella misura di 1/5, ovvero il 20%.
Se il debito si estingue grazie al pagamento del 20% del TFR, il debitore sarà completamente libero e il debito sarà estinto. Nel caso in cui il debito sia superiore al 20% del TFR, il debito non si estingue, nel senso che il creditore potrà portare avanti nuove azioni esecutive; ma il pignoramento si interrompe.
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