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Pignoramento stipendio, licenziamento e riassunzione

Pignoramento dello stipendio con licenziamento e nuova assunzione: decade oppure no? Ecco che fine fa il pignoramento quando si perde il lavoro.

di Carmine Roca

Settembre 2023

Vediamo insieme come funziona il pignoramento dello stipendio con licenziamento e nuova assunzione (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pignoramento dello stipendio con licenziamento e nuova assunzione: è possibile?

Se il lavoratore pignorato si fa licenziare e ottiene un nuovo posto di lavoro, il pignoramento decade? , ma non del tutto.

In caso di licenziamento di un dipendente che ha subito un pignoramento presso terzi, per debiti non pagati, il pignoramento decade, ma si trasferisce in automatico sul Tfr che l’azienda è tenuta a versargli.

Dunque, il quinto dello stipendio non è più pignorabile (perché non c’è più uno stipendio da “colpire”), ma si trasforma in quinto del Tfr pignorato.

A questo punto, se il debito contratto è di importo inferiore al quinto del Tfr, il lavoratore licenziato sarà “salvo”, libero dal pignoramento e da qualsiasi altro obbligo economico nei confronti del creditore.

Se, invece, il debito residuo è di importo superiore al quinto del Tfr, il pignoramento si estingue, ma il creditore potrà avviare nuove azioni esecutive nei confronti del debitore.

Se questi dovesse riprendere a lavorare, essendo il pignoramento precedente ormai estinto, sarà possibile, per il creditore, avviare una nuova procedura: si riparte dalla notifica di un atto di precetto e prosegue con la notifica di un atto di pignoramento presso terzi, notificato pure al nuovo datore di lavoro.

Il datore di lavoro sarà obbligato ad accantonare il quinto dello stipendio del dipendente moroso, pignorato dal creditore.

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Debitore e nuova occupazione: come fa il creditore a saperlo?

Ma come fa il creditore a sapere se il debitore abbia trovato o meno una nuova occupazione lavorativa?

Una volta notificato il precetto, la legge consente al creditore di presentare al presidente del tribunale competente un’istanza di accesso all’Anagrafe Tributaria, un registro dell’Agenzia delle Entrate dove sono indicati i redditi dei contribuenti.

Spulciando le informazioni sul debitore, il creditore potrà risalire al nome dell’azienda presso cui lavora e avviare una nuova procedura di pignoramento.

Licenziamento e assunzione presso la stessa azienda: è possibile?

Può anche capitare, che il lavoratore pignorato si faccia licenziare e poi riassumere dalla stessa azienda, magari per ricoprire mansioni diverse, al solo scopo di frodare il creditore.

La legge tutela il creditore, poiché se la riassunzione avviene nello stesso momento in cui scatta il licenziamento, il pignoramento non solo “aggredisce” il quinto del Tfr maturato, ma colpirà anche lo stipendio proveniente dalla nuova assunzione.

L’atto di pignoramento, infatti, obbliga il datore di lavoro a trattenere qualsiasi somma dovuta al proprio dipendente, a prescindere dalla causa e dal tipo di contratto sottoscritto.

In caso contrario, se la nuova assunzione presso la stessa azienda dovesse avvenire a distanza di uno o più anni, il creditore, come spiegato in precedenza, sarà costretto ad avviare una nuova procedura di pignoramento.

Assunzione in nero del lavoratore pignorato: cosa succede?

Infine, se il nuovo rapporto di lavoro dovesse prevedere il pagamento di un compenso in nero, il datore di lavoro potrebbe essere citato in giudizio dal creditore per l’accertamento dell’obbligo del terzo e obbligato ugualmente a corrispondere il quinto dello stipendio, rischiando pure una denuncia per illecito amministrativo.

Pignoramento dello stipendio con licenziamento e nuova assunzione
Pignoramento dello stipendio con licenziamento e nuova assunzione: in foto alcune banconote da 500 euro incatenate.

Faq sul pignoramento dello stipendio

Può essere pignorato lo stipendio per assegni di mantenimento non pagati?

Sì, l’ex coniuge può chiedere al tribunale competente di “colpire” il quinto dello stipendio dell’ex marito, che verrebbe pagato dal datore di lavoro direttamente al creditore. C’è solo un caso che vieta il pignoramento: quando il debitore si è opposto all’esecuzione forzata e il giudice ha proceduto a sospendere l’efficacia del titolo esecutivo. L’opposizione avviene per mezzo dell’avvocato difensore. Ad esempio, il pignoramento non avviene se la procedura ha un vizio di forma o nella sostanza.

È possibile pignorare uno stipendio già pignorato?

Una persona può subire due o più pignoramenti dello stipendio, per debiti contratti verso persone fisiche o enti? L’articolo 493 del codice di procedura civile spiega che un bene, nel nostro caso lo stipendio, già colpito da pignoramento, possa essere nuovamente pignorato, anche più volte.

La natura del debito fa la differenza. Se il debito contratto è lo stesso, lo stipendio non può essere pignorato più volte nello stesso momento. Soltanto quando il primo creditore verrà saldato, attraverso il pignoramento del quinto dello stipendio, un altro creditore potrà essere soddisfatto e così via tutti gli altri, rispettando un ordine gerarchico che premia il debito più “vecchio”.

Invece, quando i debiti contratti dal lavoratore sono di diversa natura (ad esempio, l’assegno di mantenimento non corrisposto ai figli e all’ex coniuge e una rata del finanziamento non pagata), possono scattare due pignoramenti dello stipendio allo stesso momento.

C’è un limite vitale impignorabile per gli stipendi part-time?

La sentenza della Corte Costituzionale n. 248/2015 ha chiarito che anche in caso di stipendi bassi, ad esempio part-time, non esiste un limite di impignorabilità, come accade invece per le pensioni. Il pignoramento della pensione e di altre indennità di natura assistenziale, come l’invalidità civile, prevedono un importo minimo impignorabile pari a due volte l’Assegno sociale, che nel 2023 è di 503,27 euro.

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