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Il taglio dell’Iva non ci sarà per pane e pasta, ma viene invece introdotto per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. È questa la decisione presa dal governo Meloni e inserita nella legge di Bilancio varata nella nottata dall’esecutivo.
Indice
- Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: la decisione del governo
- Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: l’elenco
- Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: ecco perché non scenderà l’Iva su pane e pasta
- Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: i dati
- Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: la differenza con il resto d’ Europa
- Ricevi tutte le news sempre aggiornate su bonus e lavoro
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: la decisione del governo
L’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità, come pane, pasta e latte, di cui si era parlato negli scorsi giorni alla fine è saltato e il governo ha deciso di investire le risorse necessarie in altre misure, considerando anche lo scarso impatto di un taglio così ridotto solo su alcuni prodotti.
C’è, invece, la riduzione dell’Iva dal 10% al 5% per i prodotti per l’infanzia. Non solo, perché il governo guidato da Giorgia Meloni ha anche deciso di abbassare la cosiddetta tampon tax, ovvero l’Iva che viene pagata sui prodotti per l’igiene femminile: anche in questo caso si scende dal 10% al 5%. Vediamo quali sono i prodotti su cui scenderà l’Iva e, di conseguenza, dovrebbe diminuire anche il prezzo finale.
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Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: l’elenco
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023? Nella legge di Bilancio si prevede, quindi, una riduzione dell’Iva dal 10% al 5% per alcuni prodotti. Come detto, alcuni sono quelli che finora erano colpiti dalla tampon tax, ovvero i prodotti come gli assorbenti e i tamponi femminili (anche quelli non compostabili). La riduzione dell’Iva al 5% varrà anche per i prodotti per l’infanzia, come per esempio i pannolini. Ecco la lista dei prodotti la cui Iva verrà tagliata, secondo quanto scritto nella bozza della manovra:
- Latte in polvere;
- Liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia condizionato per la vendita al minuto;
- Preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole o estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini, condizionate per la vendita al minuto;
- Pannolini per bambini;
- Seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli.
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: ecco perché non scenderà l’Iva su pane e pasta
L’ipotesi di azzerare l’Iva sui prodotti di prima necessità, come pane, pasta e latte, alla fine è saltata. A spiegare il perché, in un’intervista al Sole 24 Ore, è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: il rischio è che una misura del genere si trasformasse in un boomerang.
In particolare Leo ha spiegato che un’esenzione del genere andrebbe “a beneficio soltanto di chi il pane e il latte se lo può comprare, con il concreto rischio che la mancata detrazione dell’Iva per chi produce il pane o il latte finisca per andare a gonfiare i prezzi”. Inoltre, come sottolineato da più parti, un azzeramento dell’Iva su questi prodotti avrebbe un impatto molto modesto sulle tasche degli italiani.
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: La social card per acquistare prodotti di prima necessità.
Il governo ha quindi scelto un’altra strada per aiutare le famiglie nell’acquisto di prodotti di prima necessità. L’esecutivo ha deciso di istituire un fondo da 500 milioni di euro per realizzare una Carta risparmio spesa, ovvero una social card destinata ai redditi inferiori ai 15mila euro.
Questa carta verrà gestita dai comuni e servirà per acquistare beni di prima necessità. Si tratta, di fatto, di buoni spesa da utilizzare nei punti vendita aderenti con un’ulteriore “proposta di sconto su un paniere di prodotti alimentari”. Come ha detto Leo, l’idea è che siano i comuni a utilizzare queste risorse per distribuirle alle “famiglie e ai cittadini in difficoltà”.
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: i dati
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023? Come già avanzato, la principale misura prevista è però il taglio dell’IVA per molti generi alimentari di largo consumo che, per l’aumento dei costi dell’energia e quindi i costi di produzione o per la carenza di grano ucraino, hanno visto un aumento vertiginoso.
La misura si divide inoltre in due, andando ad azzerare completamente l’IVA per alcuni generi, mentre si taglia l’Iva per altri.
Pane, pasta, olio d’oliva, farina, patate e latte saranno quindi presto prive di ogni imposta sul valore aggiunto. Mentre passeranno dal 10% al 5% la carne bovina, di vitello e di pollo, i salumi (sia confezionati, sia da banco), uova, cioccolato, pesce fresco e gelati.
Questo porterà ad una diminuzione importante del costo del carrello della spesa per i consumatori, ma costringe a un costo notevole per le casse dello stato, così calcolabile:
Costo per lo stato dell’azzeramento dell’IVA | |
Pane | 253 milioni di € |
Pasta | 76 milioni di € |
Olio d’oliva | 141 milioni di € |
Latte | 150 milioni di € |
Costo per lo stato della riduzione dell’IVA dal 10% al 5% | |
Carne Bovina | 319 milioni di € |
Carne di Vitello | 180 milioni di € |
Carne di pollo | 318 milioni di € |
Pesce fresco | 250 milioni di € |
Uova | 90 milioni di € |
Anche per questo, la misura, seppur di natura temporanea (6 mesi) e emergenziale, non incontra ancora tutti i favori del parlamento, vedendo però in prima linea il ministro Brunetta e la Lega.
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023: la differenza con il resto d’ Europa
Quali prodotti costeranno di meno nel 2023? L’Italia non è l’unico stato che si sta muovendo per correre ai ripari! Questa condizione di aumento dei prezzi alimentari e energetici, combinata alla carenza di grano sta avendo un impatto in tutta Europa.
L’Irlanda ha approvato recentemente una riduzione dell’IVA al 9% su luce e gas, così come il Belgio che la porta al 6%, la Spagna al 10% (ma solo per le offerte luce e gas per i clienti domestici) e l’Olanda al 9%.
Il Portogallo, che già aveva ottenuto il tetto massimo dell’energia, si concentra sulla riduzione delle tasse del carburante.
Come spiegato dal Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo:
“Un’esenzione del genere andrebbe a beneficio soltanto di chi il pane e il latte se lo può comprare, con il concreto rischio che la mancata detrazione dell’Iva per chi produce il pane o il latte finisca per andare a gonfiare i prezzi”.
Le novità, invece, si concentrano sui prodotti per l’infanzia e quelli per l’igiene intima femminile. Infatti, il Governo Meloni ha deciso ha deciso di ridurre l’Iva dal 10% al 5% per i prodotti di queste due categorie.
Tra i prodotti necessari per l’infanzia, che subiranno il taglio dell’Iva, troviamo pannolini, biberon e omogenizzati, che fino ad oggi erano attestati al 22%.
Per quanto riguarda, invece, i prodotti per l’igiene intima femminile, parliamo degli assorbenti, la cui Iva sarà ridotta al 5%.
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