Quando bisogna pagare il patronato? Scopri, con casi ed esempi, quando l’attività del patronato a cui ci si rivolge è gratuita e quando, invece, bisogna pagare i servizi ricevuti (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Quando bisogna pagare il patronato: ecco i casi
- Quando bisogna pagare il patronato: ecco alcuni esempi
- Quando bisogna pagare il patronato: differenza tra patronato e Caf
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Quando bisogna pagare il patronato: ecco i casi
I patronati sono uffici di consulenza fiscale ed assistenza previdenziale, regolamentati dal Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali.
Finanziati dallo Stato e, principalmente, dai contributi previdenziali INPS versati dai cittadini.
Sino al 2017 le pratiche del patronato sono state completamente gratuite. Dal 2018 le cose sono cambiate.
Quando bisogna pagare il patronato: operazioni gratuite
Ecco un elenco delle pratiche gratuite dei patronati:
- pensione di vecchiaia o pensione anticipata;
- assegno di invalidità INPS o civile o assegno di accompagnamento;
- l’APE sociale e volontaria;
- infortunio sul lavoro;
- rinnovo permesso di soggiorno stranieri e ricongiungimento familiare.
Quando bisogna pagare il patronato: operazioni a pagamento
Le altre pratiche gratuite, ma sulle quali spesso il patronato (essendo parte del sindacato) richiede un contributo annuale o una trattenuta mensile, sono:
- la domanda per gli ANF;
- il rilascio della Certificazione unica;
- l’invio online delle richieste di bonus bebè, bonus mamma e bonus asili;
- congedi o permessi da inviare all’INPS;
- l’invio della richiesta di cure termali a INPS e INAIL;
- il riconoscimento dell’handicap grave ai sensi della Legge 104/92;
- il rimborso di spese di viaggio o di farmaci;
- la richiesta dell’estratto contributivo;
- la domanda della Naspi.
I patronati sono gli uffici di consulenza associati ai vari sindacati. Ecco perché i loro servizi sono totalmente gratuiti per gli iscritti al Sindacato, mentre per i non iscritti, per alcuni servizi (tranne quelli gratuiti visti sopra) viene richiesto un pagamento non superiore a 24 euro a operazione.
Intorno ai 20 euro potrebbe costare, ad esempio, la dichiarazione dei redditi e l’invio telematico all’INPS, sempre per i non iscritti.
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Quando bisogna pagare il patronato: ecco alcuni esempi
Non possiamo stilare un elenco “fisso” delle operazioni a pagamento del patronato, perché dipende dal singolo sindacato regionale.
Puoi rivolgerti all’auto patronato di fiducia e chiedere quali sono le operazioni da pagare se non sei iscritto e in seguito vagliare l’ipotesi di iscriverti al sindacato oppure no.
O, ancora, puoi prima esaminare il sito INPS e constatare se riesci a inviare la domanda o l’istanza da solo. Di solito l’invio telematico è molto intuitivo e semplice, potresti scoprire di non aver bisogno del patronato e di poterlo fare comodamente da casa.
Esempi:
Il Patronato Inas, associato al sindacato Cisl, richiede un contributo di 15 euro per alcune operazioni.
Anche il patronato Ital della UIL prevede il pagamento di 15 euro o 20 euro per l’invio di alcune richieste INPS.
Ad esempio può essere richiesta una somma dalle 15 alle 20 euro per queste operazioni:
- richiesta Assegni per Nucleo familiare;
- invio istanza permessi e congedi secondo la Legge 104;
- richiesta cure termali INPS, INAIL;
- richiesta ratei pensione;
- autorizzazione versamenti contributivi volontari;
- riconoscimento handicap grave per la Legge 104.
Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.

Quando bisogna pagare il patronato: differenza tra patronato e Caf
In linea generale la differenza tra patronato e Caf è la seguente: il primo segue prevalentemente pratiche previdenziali (INPS e INAIL), il secondo segue pratiche fiscali (dichiarazione dei redditi).
Questo non significa che il patronato non possa esplicare pratiche fiscali. Anzi, la maggior parte delle volte il patronato ha al suo interno un Caf, che si occupa della parte fiscale.
I Caf, però, possono anche essere enti indipendenti dal patronato e possono far pagare alcune operazioni. Se, infatti, l’invio telematico della dichiarazione dei redditi già compilata è completamente gratuita, la sua compilazione può richiedere il versamento di una somma di denaro.
Lo stesso vale per ottenere la firma digitale o lo SPID.
Quando bisogna pagare il patronato: tabella riepilogativa
Approfondiamo il tutto nella prossima tabella:
SERVIZI GRATUITI CAF | SERVIZI GRATUITI OFFERTI DAL PATRONATO |
---|---|
Trasmissione dei modelli precompilati | la pensione di invalidità |
l’assegno di inabilità o il suo rinnovo | |
la pensione anticipata (quota 100), di vecchiaia o di anzianità | |
la pensione complementare | |
la pensione ai superstiti | |
le ricostituzioni di pensioni per supplemento o per contributi pregressi | |
la pensione privilegiata | |
la pensioni per ciechi e sordomuti | |
la pensione di guerra | |
la malattia professionale o la sua revisione | |
il danno biologico o la sua revisione | |
l’infortunio non denunciato | |
il diritto alla rendita | |
la rendita a superstiti di titolari o non titolari di rendita | |
il primo pagamento o il prolungamento dell’indennità temporanea | |
la causa di servizio | |
l’indennità di accompagnamento | |
l’equo indennizzo e la sua revisione | |
le affezioni da emoderivati | |
la pensione o l’assegno di invalidità civile | |
le indennità di comunicazione e di frequenza | |
l’assegno e la pensione sociale | |
il permesso di soggiorno e il suo rinnovo | |
il ricongiungimento familiare |
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