Quando il fondo pensione è meglio del Tfr

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: le simulazioni per capire e scegliere. Gli esempi sono stati effettuati su lavoratori di 30, 40 e 50 anni con uno stipendio medio. Conviene informarsi, il governo ha deciso di puntare forte sulla pensione integrativa.

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7' di lettura

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: la questione si pone anche perché l’inflazione a due cifre rischia di far crollare certezze che sembravano acquisite. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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È meglio il Tfr o il fondo pensione?  Con uno scenario economico più equilibrato di quello attuale e scegliendo per un lavoratore che oggi ha 30, 40 anni, con un profilo di investimento a rischio elevato, conviene il fondo pensione. Il rendimento infatti è più che doppio rispetto a quello garantito dai soldi lasciati nel Tfr aziendale.

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Cerchiamo di capire come, perché e quando è davvero vantaggioso il fondo pensione. Meglio essere informati sulla pensione integrativa, perché nella riforma del sistema previdenziale che sta valutando il governo con le parti sociali avrà un ruolo di grande rilevanza.

L’esecutivo ritiene sia una necessità per i lavoratori che andranno in pensione nei prossimi decenni: l’unico modo per arricchire importi pensionistici che rischiano di livellarsi sempre di più verso il basso.

Potresti essere interessato a un post che spiega tra Tfr e fondo pensione cosa è meglio e soprattutto quando; ti spieghiamo anche come iscriversi a un fondo pensione e quanto costa in media; c’è anche un articolo che ti racconta come funziona il fondo pensione disoccupati.

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: l’inflazione

Dubbi sui benefici della previdenza complementare rispetto al Tfr sono stati evidenziati nel 2022, quando l’inflazione è arrivata all’11,6 per cento.

Ebbene, il trattamento di fine rapporto si è rivalutato del 10 per cento (quasi in linea con l’inflazione). I fondi pensione hanno invece subito una perdita media tra il 9,8 el’11,5 per cento.

Cifre che non lascerebbero dubbi: meglio il tfr bloccato in azienda. Eppure non è così. Prendiamo spunto da un’analisi effettuata dal CorriereEconomia. Sono stati messi a confronto:

  • la rivalutazione del Tfr in azienda (o nella tesoreria dell’INPS per le aziende con più di 50 dipendenti);
  • e 120 possibili scenari (diversi) riferiti all’andamento dei fondi pensione negli ultimi 20 anni.

Si tratta quindi di una valutazione effettuata con criteri che hanno tenuto conto di una lunga serie di variabili e per questo complessivamente attendibili.

In particolare sono stati simulati tre casi diversi:

  • per un lavoratore di 30 anni:
  • per un lavoratore di 40 anni;
  • per un lavoratore di 50 anni.

In tutti e tre i casi è stata valutata la scelta di conferire il Tfr in un fondo pensione.

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Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: il risultato

Il risultato è sorprendente. O meglio, il vantaggio economico assicurato dal fondo pensione è notevole rispetto al tfr.

In una simulazione sono state scelte queste condizioni:

  • un lavoratore di 30 anni;
  • un lavoratore di 40 anni;
  • un profilo di rischio elevato (più sbilanciato sui titoli di capitale, ma si può anche scegliere un profilo prudente o con una moderata esposizione: il rendimento sarà un po’ più basso).

Vediamo qual è il risultato di questa simulazione.

Iniziamo dal lavoratore di 30 anni che ha uno stipendio netto di 1.500 euro:

  • con il fondo pensione si ritroverà con un capitale di 154.899 euro;
  • con il Tfr in azienda avrebbe invece ricevuto come liquidazione a fine carriera 68.255 euro (il 127 per cento in meno).

Un lavoratore di 40 anni che ha uno stipendio netto di 2.000 euro al mese:

  • con il fondo pensione si troverebbe con un capitale di 200.635 euro;
  • con il fondo pensione avrebbe invece ricevuto come liquidazione a fine carriera 98.206 euro (il 104 per cento in meno)

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: come è andata nel 2022

Lo scorso anno è stato un anno negativo per i mercati azionari. Hanno inciso in modo rilevante la crisi energetica, le fibrillazioni internazionali causate dalla guerra in Ucraina, gli strascichi della pandemia, l’inflazione galoppante..

Una situazione che ha determinato dunque delle condizioni negative per il mercato azionario e obbligazionario (dove vengono investiti i fondi pensione).

I dati diffusi dalla Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) fotografano in modo evidente questa situazione:

  • i fondi negoziali hanno perso il 9,8 per cento;
  • i fondi aperti hanno perso il 10,7 per cento;
  • i Piani individuali pensionistici hanno perso l’11,5 per cento.

Beh, è andata decisamente male. Così male che, come abbiamo anticipato, qualche dubbio legittimo sulla convenienza dei fondi pensione rispetto al Tfr in azienda è inevitabilmente sbocciato.

Nell’ultimo decennio, a partire dal 2013, e dopo la performance negativa del 2022, il rendimento del Tfr è più o meno in linea con quello dei fondi pensione.

Ma 10 anni (figurarsi 1) non sono sufficienti, dicono gli esperti, per tracciare un confronto definitivo. Ci sono anche altri elementi da considerare, a cominciare dalla tassazione.

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: tassazione

La tassazione è un elemento da non sottovalutare. Nei fondi pensione parte da un massimo del 15 per cento, che si riduce dello 0,30 per cento per ogni anno che si resta nel fondo a partire dal 15esimo.

Il Tfr lasciato in azienda sarà invece tassato con l’aliquota marginale Irpef, che parte da una soglia minima del 23 per cento.

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: effetto fiscale

È importante anche l’effetto fiscale. Anche questo è a vantaggio del fondo pensione. Infatti i contributi versati nella previdenza complementare sono deducibili dal reddito fino a un massimo di 5.164.57 euro. Questo riduce la contribuzione lorda  su cui il lavoratore andrà a pagare l’Irpef.

Il recupero viene effettuato direttamente dall’Agenzia delle Entrate in busta paga: il cittadino non deve fare nulla.

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: scenari

Anche nello scenario più prudente tra quelli analizzati il rendimento del fondo pensione oscilla tra il 3 e il 3,5 per cento. Molto dipende dall’età del lavoratore, dall’andamento dei mercati e dai costi.

Nella simulazione sono stati analizzati 120 scenari diversi. Solo in un caso il Tfr ha dato rendimenti migliori rispetto al Tfr: per un lavoratore 50enne con uno stipendio di 2.500 euro (per tredici mensilità).

In questo caso:

  • il Tfr lasciato in azienda avrebbe fruttato 140.120 euro;
  • un fondo pensione a rischio basso avrebbe fruttato 138.087 euro;
  • un fondo pensione a rischio alto avrebbe fruttato 138.741 euro.

In pratica, deve andare davvero male, e il rendimento del Tfr sarebbe un po’ più alto della pensione integrativa.

Ma è anche vero che con uno scenario meno pessimistico (e sul medio lungo termine è più che probabile) il rendimento del fondo pensione potrebbe essere molto superiore a quello del Tfr, come abbiamo visto anche più del doppio.

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr
Nella foto un consulente al lavoro – Quando il fondo pensione è meglio del Tfr

Quando il fondo pensione è meglio del Tfr: conclusione

Insomma, numeri alla mano, il fondo pensione sembra più redditizio rispetto al Tfr lasciato in azienda.

Nonostante tutto, però, i lavoratori continuano a ignorare (o quasi) questa opportunità. 

Lo testimoniano i dati forniti dal Covi (aggiornati a luglio 2022):

  • sui 376 miliardi di Tfr maturati a partire dal 2007, solo il 22 per cento (88 miliardi) sono stati riservati ai fondi pensione.

I lavoratori che hanno scelto i fondi pensione si sono indirizzati verso i profili di rischio più prudenti, quelli che ovviamente danno rendimenti più bassi.

C’è anche un altro dato, l’età: sono cresciute le adesioni ai fondi pensione soprattutto tra i lavoratori che hanno più di 54 anni. Tra i giovani la percentuale è invece ridottissima, frutto anche di una insufficiente informazione.

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