Quando si prescrivono i debiti con l’Agenzia delle Entrate, quando cioè possiamo dire che quel debito è scaduto e non sarà più possibile inviare cartelle esattoriali o annunciare pignoramenti? (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Nel frattempo, consigliamo anche la lettura di questi due approfondimenti:
Indice- Quando si prescrivono i debiti per tributi non pagati
- Quando si prescrivono i debiti: tasse o imposte
- Quando si prescrivono i debiti: Irpef
- Quando si prescrivono i debiti: i limiti dell’Agenzia delle Entrate
- Quando si prescrivono i debiti: Ires e Canone Rai
- Quando si prescrivono i debiti: Iva
- Quando si prescrivono i debiti: bollo auto
- Quando si prescrivono i debiti: cosa succede?
- Quando si prescrivono i debiti: cartelle esattoriali
- Quando si prescrivono i debiti: tutte le scadenze
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I debiti con l’Agenzia delle Entrate dopo i due anni di sospensione causati dalla pandemia sono tornati purtroppo di stretta attualità. Il ritorno di fiamma è stato innescato da milioni di atti di pagamento arretrati che l’ente riscossore sta inviando ai cittadini.
Entro la fine del 2022 ne saranno spediti in tutto 50 milioni. Un numero esorbitante. Al punto che il governo sta valutando una nuova sanatoria, ma non si possono escludere – visto anche il delicato momento economico e la svalutazione – provvedimenti più radicali.
Quando si prescrivono i debiti per tributi non pagati
Nel frattempo però le cartelle inviate dall’Agenzia delle Entrate arrivano. Vediamo in questo articolo quando si possono dichiarare prescritte, azzerandosi da sole (quindi senza aspettare colpi di spugna del governo, sempre eventuali e per nulla sicuri).
Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.
L’Agenzia delle Entrate si occupa in genere di riscuotere solo le somme che i contribuenti devono allo Stato. Non dovrebbero dunque i tributi degli enti locali, come Imu e Tari (che si prescrivono in 5 anni e in alcune regioni vengono comunque recuperati comunque dall’Agenzia).
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Quando si prescrivono i debiti: tasse o imposte
Quali sono dunque i debiti sui quali c’è l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate? Come detto si tratta delle tasse e delle imposte che sono dovute allo Stato centrale.
La differenza tra tasse e imposte, che spesso vengono confuse quasi fossero sinonimi, è piuttosto semplice.
Le tasse vengono pagate in cambio di un servizio (come la tassa sui rifiuti o sull’occupazione del suolo pubblico).
Le imposte non hanno alcun collegamento con un servizio, ma servono a finanziare la spesa pubblica a vantaggio di tutti i cittadini. Le imposte vengono pagate in proporzione alla capacità contributiva (più guadagno, più pago). Le imposte più famose sono appunto quelle sui redditi, come l’Irpef e l’Ires.
Quando si prescrivono i debiti: Irpef
Mentre quasi tutte le tasse hanno un termine di prescrizione di 5 anni, le imposte scadono dopo 10, ma è anche vero che alcune recenti sentenze della Cassazione hanno imposto dei termini meno lunghi. (Cartelle esattoriali, un cittadino su due non le paga)
Come nel caso dell’Irpef. L’imposta tradizionalmente si prescrive dopo 10 anni. Anche le cartelle esattoriali si prescrivono in 10 anni. Ma c’è un problema con le cartelle esattoriali: i 10 anni partono dal giorno successivo alla notifica.
Una tesi diversa ritiene che la scadenza Irpef sia dopo 5 anni perché è una imposta che si paga ogni anno. Ma questa impostazione non è né definitiva né riconosciuta in modo unanime, anche perché l’imposta non può definirsi fissa, ma varia sempre in funzione del reddito dichiarato.
A rigor di logica conviene non puntare sulla prescrizione a 5 anni.
Quando si prescrivono i debiti: i limiti dell’Agenzia delle Entrate
C’è comunque da tenere presente anche un’altra prescrizione e riguarda i limiti di tempo entro cui l’Agenzia delle Entrate deve accertare l’eventuale inadempienza del contribuente e contestare il mancato pagamento dell’imposta.
I termini da rispettare (e ricordare) sono questi:
- per i redditi non dichiarati, la decadenza scatta entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla dichiarazione dei redditi che è sotto inchiesta;
- nel caso non fosse stata proprio presentata la dichiarazione dei redditi, la decadenza inizia a decorrere dal 31 dicembre del settimo anno successivo alla mancata dichiarazione.
Quando si prescrivono i debiti: Ires e Canone Rai
Rispetto all’Irpef, imposta sui redditi delle persone fisiche, l’Ires è l’imposta per le persone giuridiche (Spa, Srl e così via). In linea di massima per la prescrizione o la decadenza segue le stesse traiettorie dell’Irpef.
Quando si prescrivono i debiti: Iva
Vediamo invece come funziona per l’Iva, un’altra imposta erariale. Si prescrive in 10 anni (come tutte quella che riguardano i versamenti allo Stato). Il termine inizia a decorrere dall’anno successivo a quello del pagamento.
Scadono dopo 10 anni anche le imposte di registro di bollo e ipotecaria. Stesso discorso anche per il canone Rai.
Quando si prescrivono i debiti: bollo auto
E il bollo auto? Beh, in questo caso parliamo di una imposta regionale. Ma può essere riscossa, proprio su mandato delle stesse Regioni, dall’Agenzia delle Entrate.
La prescrizione per i tributi locali è più breve, in genere 5 anni (Imu. Tari, Tosap). Ma il bollo auto ha tempi di prescrizione ancora più ridotti: 3 anni. Iniziano a decorrere dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui era previsto il pagamento.
Quando si prescrivono i debiti: cosa succede?
Ma cosa succede quando una tassa o un’imposta sono prescritte? Ovvero, c’è bisogno di un ulteriore accertamento o della decisione di un giudice per dichiarare estinto il debito con l’Agenzia delle Entrate o un ente locale?
No, la prescrizione è automatica. Basta appunto che si superano i termini previsti dalla legge e il debitore non ha più quel debito.
Ma è sempre così? Non sempre. Ci spieghiamo: se infatti l’Agenzia delle Entrate notifica una cartella oltre i tempi di prescrizione, è necessario presentare ricorso e impugnare la cartella davanti a un giudice. In questo caso, infatti, è il magistrato che deve annullare la richiesta di pagamento.
Se non si presenta ricorso, la cartella esattoriale diventa definitiva e non è più contestabile. Il che significa che il contribuente deve pagare anche se c’è la prescrizione. E deve farlo per non rischiare il pignoramento dei beni.
Comunque è importante presentare ricorso entro i 60 giorni, cioè prima che scadano i termini di impugnazione.
È pur vero che l’Agenzia delle Entrare non dovrebbe procedere alla notifica di cartelle che sono prescritte.
Quando si prescrivono i debiti: cartelle esattoriali
La cartella esattoriale è comunque il nemico giurato della prescrizione (e dei contribuenti morosi). Come abbiamo accennato i tempi di prescrizione quando arriva una richiesta di pagamento si interrompono. E ricominciano da capo dal giorno dopo la notifica. In quel caso sperare in una “scadenza” del debito è pura illusione.

Quando si prescrivono i debiti: tutte le scadenze
Per maggiore chiarezza elenchiamo i termini di prescrizione delle imposte principali:
- Irpef: 10 anni
- Iva: 10 anni
- Ires: 10 anni
- Irap: 10 anni
- Imposta di bollo: 10 anni
- Imposta di registro: 10 anni
- Contributi Camere di Commercio: 10 anni
- Tosap: 10 anni
- Imu: 5 anni
- Tasi: 5 anni
- Tari: 5 anni
- Contributi Inps: 5 anni
- Contributi Inail: 5 anni
- Contravvenzioni stradali (cosiddette multe stradali): 5 anni
- Sanzioni amministrative: 5 anni
- Bollo auto: 3 anni
- Imposta catastale: 10 anni
- Imposta sugli apparecchi audiovisivi (Canone RAI): 10 anni
- Sentenze di condanna del giudice per impugnazioni (rigettate) contro cartelle di pagamento: 10 anni.
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