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Quanti anni di contributi per andare in pensione?

Quanti anni di contributi per andare in pensione? Ecco a quanto ammonta l'anzianità contributiva prevista per le soluzioni previdenziali in vigore.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

12' di lettura

Quanti anni di contributi per andare in pensione? Ecco una panoramica sulle opzioni previdenziali l’anzianità contributiva da rispettare per accedervi (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Quanti anni di contributi per andare in pensione: premessa

Il sistema previdenziale italiano prevede diverse vie d’uscita dal mondo del lavoro.

La “classica” è la pensione di vecchiaia, ma non vanno dimenticate diverse forme di pensione anticipata come la pensione anticipata ordinaria, Quota 102, l’Ape Sociale, Opzione Donna, Quota 41 per lavoratori precoci e la pensione anticipata per lavori usuranti.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, in questi articoli di The Wam.net potrai verificare quanto si prende di pensione con:

Nei prossimi paragrafi scopriremo insieme quanti anni di contributi per andare in pensione.

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Quanti anni di contributi per andare in pensione: pensione di vecchiaia

Quanti anni di contributi per andare in pensione? Iniziamo la nostra panoramica con la pensione di vecchiaia. Almeno fino al 31 dicembre 2024 l’anzianità contributiva da rispettare è di 20 anni, con 67 anni di età.

Nelle intenzioni del nuovo Governo (la proposta è di Fratelli d’Italia) c’è il congelamento del meccanismo di adeguamento del requisito anagrafico alla speranza di vita. Dal 1° gennaio 2025 è previsto uno scatto in avanti, prorogato a causa del Covid-19 (68-69 anni?)

Inoltre, per accedere all’opzione “classica” è necessario aver maturato un assegno di importo pari a 1,5 volte il valore dell’assegno sociale: 702,42 euro (468,28 euro, l’importo dell’assegno sociale nel 2022).

Per il raggiungimento della quota minima dei 20 anni di contributi, valgono non solo i contributi effettivi, ma anche quelli da riscatto (anni di laurea, servizio militare), i contributi figurativi (disoccupazione, maternità) o volontari.

Grazie all’introduzione del cumulo contributivo gratuito (legge 232 del 2016), i 20 anni di contributi possono essere raggiunti anche sommando quelli versati in tutte le gestioni INPS o nelle casse professionali, a patto che i periodi coperti siano non coincidenti.

Nell’elenco dei contributi rientrano anche quelli versati all’estero, nei Paesi dell’UE o in quelli extra UE se è presente una convenzione con l’Italia.

Quanti anni di contributi per andare in pensione: Legge Amato e vecchiaia contributiva

Fanno parte della pensione di vecchiaia, anche se prevedono requisiti contributivi diversi, anche la Legge Amato e la pensione di vecchiaia contributiva.

La Legge Amato, con le sue tre deroghe, consente l’accesso alla pensione con soli 15 anni di contributi versati, a patto che vengano rispettati uno di questi requisiti:

  • versato tutti i contributi prima della fine del 1992;
  • ottenuto l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari entro la fine del 1992;
  • versato il primo contributo almeno 25 anni prima dell’accesso alla pensione e che per almeno 10 anni non hanno versato contributi sufficienti alla copertura di un anno (52 settimane).

La pensione di vecchiaia contributiva, invece, appare come l’ancora di salvataggio per chi ha versato pochissimi anni di contributi (meno dei 20 anni previsti per la pensione di vecchiaia).

Ma anche in questo caso non è semplice accedervi. Occorre aver compiuto 71 anni di età e maturato almeno 5 anni di contributi, ma tutti versati dal 1° gennaio 1996. Anche un solo mese di contributi maturato prima di questa data farebbe venire meno il diritto all’accesso alla pensione di vecchiaia contributiva.

Quanti anni di contributi per andare in pensione: pensione anticipata ordinaria

Alle pensioni di vecchiaia si affiancano diverse forme di pensione anticipata.

La prima è la pensione anticipata ordinaria, introdotta dalla Legge Fornero nel 2012, che potrebbe tornare a essere l’unica alternativa alla pensione di vecchiaia se il nuovo Governo non dovesse prorogare in tempo Quota 102, l’Ape Sociale o Opzione Donna.

La pensione anticipata ordinaria è accessibile con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

È prevista una finestra mobile di 3 mesi tra il momento in cui matura il requisito reddituale e la decorrenza della pensione.

I requisiti attualmente in vigore dovrebbero essere confermati fino al 31 dicembre 2026, se non dovesse entrare in vigore Quota 41 per tutti, la proposta formulata dalla Lega.

Quanti anni di contributi per andare in pensione: Quota 100 e Quota 102

L’alternativa alla pensione anticipata ordinaria è Quota 102, che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2022 se non dovessero esserci proroghe.

Chi ha maturato i requisiti (64 anni di età e 38 anni di contributi) entro fine 2022 potrà comunque accedere a Quota 102 nel 2023.

Questa opzione previdenziale anticipata ha sostituito Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), rimasta in vigore fino al 31 dicembre 2021 (vi si può accedere ancora).

Quanti anni di contributi per andare in pensione: Opzione Donna

Solo per le donne è in vigore Opzione Donna (almeno fino al 2022, ma è possibile che diventi strutturale dal 2023).

Le lavoratrici dipendenti possono accedervi con 58 anni di età e 35 anni di contributi versati; le lavoratrici autonome con 59 anni di età e 35 anni di contributi versati.

L’assegno previdenziale è calcolato con il sistema contributivo e questo fa di Opzione Donna una proposta anticipata poco (o per nulla) conveniente, poiché si rischia un taglio dell’importo della pensione fino al 30%.

Nel 2023, il nuovo Governo potrebbe varare un Opzione Uomo: anche gli uomini, lavoratori dipendenti o autonomi, potrebbero andare in pensione con gli stessi requisiti previsti per Opzione Donna. Ma, per il momento, è solo un’ipotesi.

Quanti anni di contributi per la pensione: pensione anticipata contributiva

Fa parte dell’elenco delle pensioni anticipate, la pensione anticipata contributiva.

È prevista, infatti, la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 20 anni di contributi, ma è un’ipotesi difficilmente percorribile.

L’opzione è accessibile per quei lavoratori che hanno maturato contributi solo ed esclusivamente dopo il 1° gennaio 1996.

Ma il limite più importante è relativo all’importo dell’assegno maturato per avere diritto alla pensione anticipata contributiva: almeno 1.313,28 euro al mese, pari a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale nel 2022

Significa aver maturato un montante contributivo di circa 360.000 euro. Un’enormità considerati i pochi anni di contributi versati (20 anni).

Quanti anni di contributi per andare in pensione: Ape Sociale

Entriamo, ora, nel campo delle pensioni anticipate per particolari categorie di lavoratori.

La prima è l’Ape Sociale. Parliamo dell’indennità introdotta dalla Legge di Bilancio del 2017 che accompagna alcune categorie di lavoratori tutelate dalla legge fino all’età pensionabile (67 anni).

L’importo di un mese di Ape Sociale è pari all’importo dell’ultima retribuzione percepita, ma non può superare i 1.500 euro lordi.

L’accesso è consentito a 63 anni di età, a queste categorie:

  • disoccupati con almeno 30 anni di contributi versati;
  • caregiver, che assistono il coniuge o un familiare entro il 2° grado di parentela con disabilità grave, con almeno 30 anni di contributi versati;
  • lavoratori invalidi con una percentuale pari o superiore al 74%, con almeno 30 anni di contributi versati;
  • lavoratori dipendenti che hanno svolto attività lavorative gravose per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni o per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni.

Queste sono le categorie tutelate dalla legge per l’Ape Sociale:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelli e di pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
  • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Quanti anni di contributi per andare in pensione: Quota 41 per lavoratori precoci

Un’altra categoria di lavoratori tutelata con una pensione ad hoc sono i lavoratori precoci.

Chi ha maturato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni di età e possiede un’anzianità contributiva di 41 anni, appartenendo ad alcune categorie di lavoratori, può accedere a Quota 41 per lavoratori precoci.

Oltre ai 41 anni di contributi previsti dalla legge, occorre trovarsi in una di queste condizioni:

  • stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale. Il disoccupato deve aver smesso di ricevere l’indennità di disoccupazione da almeno tre mesi;
  • invalidità uguale o superiore al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile;
  • lavoratori che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità; oppure un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • lavoratori impiegati in attività gravose (addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo);
  • lavoratori appartenenti alle professioni sotto elencate, impiegati per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, oppure per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di attività lavorativa:
  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelli e di pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
  • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.
Quanti anni di contributi per andare in pensione
Quanti anni di contributi per andare in pensione?

Quanti anni di contributi per andare in pensione: pensione anticipata lavori usuranti

Quanti anni di contributi per andare in pensione? Un’altra ipotesi di pensione anticipata è quella riservata ai lavori usuranti. È previsto il rispetto di quote: la minima, che vale per i lavoratori usuranti dipendenti, è Quota 97,6 (61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi).

I lavoratori autonomi possono accedere a Quota 98,6 (62 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi).

La pensione anticipata per lavori usuranti spetta anche a chi svolge lavori notturni.

  • da 64 a 71 notti lavorate all’anno, con la quota 99 (64 anni di età e 35 di contributi);
  • da 72 a 78 notti lavorate all’anno, con la quota 98 (63 anni di età e 35 di contributi).

Quanti anni di contributi per andare in pensione: contratto di espansione e Isopensione

Esistono, poi, altre soluzioni anticipate previste per chi lavora in grosse imprese. Parliamo del contratto di espansione e dell’Isopensione.

Il contratto di espansione è stato introdotto nel 2019 e prevede un aiuto per la riorganizzazione delle imprese strutturato su un accordo con le rappresentanze sindacali.

Grazie al contratto di espansione, che può essere richiesto dalle aziende con almeno 50 dipendenti, è possibile l’esodo anticipato fino a 5 anni dei lavoratori con assegno ponte a carico del datore di lavoro.

Possono accedervi i lavoratori a cui mancano 5 anni per raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) o per le pensioni anticipate.

L’Isopensione, invece, viene offerta ai lavoratori a fine carriera, dipendenti di aziende con più di 15 lavoratori occupati.

È uno scivolo pensionistico pagato dall’impresa fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Fino al 31 dicembre 2023 il periodo massimo tra l’uscita dal lavoro e il pensionamento è stato allungato fino a 7 anni (di norma è di 4 anni).

Come per il contratto di espansione possono accedere all’Isopensione i lavoratori a cui mancano non più di 7 anni per raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia o per le pensioni anticipate.

Dal 2024 il periodo scenderà a 4 anni (potranno andare in pensione con l’Isopensione chi ha 58 anni e 38 anni di contributi, ad esempio).

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