Di quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023? Col nuovo taglio del cuneo fiscale che intende mettere in campo Giorgia Meloni, ci saranno delle novità in busta paga. Scopriamole nel dettaglio (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: novità per i redditi inferiori a 35mila euro
- Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023:gli obiettivi del governo Meloni
- Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: gli aumenti caso per caso
- Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: rivalutazione pensioni
- Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: le altre misure del dl Aiuti
- Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: retroattività della decontribuzione del 2%
- Ricevi tutte le news sempre aggiornate su bonus e lavoro
Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: novità per i redditi inferiori a 35mila euro
Giorgia Meloni intende tagliare il cuneo fiscale di cinque punti percentuali durante il suo governo. Lo rivelò nella sua replica al Senato, dove precisò che l’obiettivo del taglio riguarderà per due terzi i lavoratori e per un terzo le aziende, con reddito al di sotto i 35mila euro. Ma l’impegno sarà “di medio termine”.
Quindi, di quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023? E soprattutto, quali aumenti potrebbero verificarsi?
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Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023:gli obiettivi del governo Meloni
Con la legge di Bilancio si calcola, come riferisce Money.it, che serviranno subito 3,5 miliardi di euro per la conferma dell’attuale taglio fiscale per tutto il 2023 (2 punti).
La misura riguarda solo redditi inferiori ai 35mila euro lordi annui. L’ipotesi è che la proroga sia approvata, perché rappresenta una misura contro l’inflazione. Ma che dire dell’obiettivo dei 5 punti? Al momento è difficile prevedere se si riuscirà ad andare oltre la soglia del 2% di sgravio contributivo.
Attualmente su un lavoratore dipendente senza figli il cuneo fiscale pesa per il 46,5% del totale del costo del lavoro. Il carico del cuneo fiscale è suddiviso tra lavoratore e datore di lavoro, per cui sul lavoratore pesa in realtà per il 22,5%, di cui il 15,3% di Irpef e il 7,2% di contributi. In Europa il peso del cuneo fiscale medio è del 41,4%.
Si tratta di 5 punti in meno, proprio quelli che intende raggiungere la Meloni. Al momento è presto per capire quando questo taglio promesso arriverà, considerando che la stessa presidente del Consiglio ha parlato di un processo graduale.
Ma vediamo nello specifico quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023.
Prima di proseguire la lettura, ti consigliamo la visione di questo video per saperne di più sulla legge di bilancio 2023:
Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: gli aumenti caso per caso
Di quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023? E se si applicasse davvero un taglio del 5%? Calcolando che il governo intende applicare questa riduzione per 2/3 lato lavoratori, il taglio dei contributi in busta paga dovrebbe raggiungere circa 3,3 punti percentuali. Un ulteriore 1,3%, che però potrebbe arrivare ‘nel medio termine’. Quali cifre si raggiungono per gli stipendi inferiori ai 35mila euro annui?
Prendendo come punto di riferimento un lavoratore che guadagna 1.000 euro al mese:
- al momento versa il 7,19% di contributi (con il taglio del 2% che deve essere confermato per il 2023), pari a 71,90 euro di contributi al mese
- se si scendesse al 3,3% arriverebbe al 3,89% di contributi, ovvero 38,90 euro
- la differenza in busta paga sarebbe di 33 euro mensili di ‘aumento’.
Se prendiamo come punto di riferimento un lavoratore con uno stipendio di 1.500 euro mensili:
- al momento paga 107,85 euro di contributi
- con il taglio del 3,3% arriverebbe a 58,35 euro di contributi
- l’aumento in busta paga sarebbe di 49,5 euro.
Lavoratore con un reddito di 2.000 euro mensili:ì
- ora paga 143,8 euro di contributi,
- con il taglio del 3,3% arriverebbe a 77,8 euro
- la differenza (o aumento) sarebbe di 66 euro.
Infine, il lavoratore con 2.692 euro mensili di stipendio:
- attualmente versa 193,5 euro al mese di contributi
- con l’ulteriore taglio scenderebbe a 104,7 euro
- lo stipendio potrebbe aumentare di circa 89 euro al mese.
Ricordiamo che la riduzione dei contributi si applica a tutti i rapporti di lavoro dipendente, pubblico e privato ma sono esclusi i rapporti di lavoro domestico
Questo significa che nel periodo interessato dalla norma, ossia tra luglio e dicembre 2022 queste fasce di retribuzione hanno un importo complessivo che va da 50 euro a 185 euro per i 6 mesi, importo inferiore al bonus 200 euro aggiunto in busta paga a luglio.
Va ricordato che sia per i dipendenti che per i pensionati è in vigore da gennaio 2022 anche lo sgravio dello 0,8% sui contributi dovuti, che resta confermato fino a fine anno.
Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: rivalutazione pensioni
Per le pensioni l’anticipo della rivalutazione al 1 ottobre costa allo Stato circa 1,4 miliardi e assicura a chi riceve una pensione lorda di 35 mila euro annui un incremento complessivo al massimo di 51 euro lordi. Lo studio della UIL riporta i seguenti esempi sulla base dei dati INPS:
IMPORTO PENSIONE | AUMENTO DA OTTOBRE A DICEMBRE 2022 |
1049 euro | 20,97 euro |
1573 euro | 31,46 euro |
2097 euro | 41, 95 euro |
Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: le altre misure del dl Aiuti
La conversione del decreto 115 in legge conferma (e in alcuni casi proroga) anche :
- l’allargamento del bonus 200 euro anche a categorie che non lo hanno ricevuto nella prima versione, come lavoratori stagionali e precari.
- l’aumento di 100 milioni del Fondo per il sostegno agli autonomi ovvero il bonus 200 euro, tra l’altro ancora in stand by per mancanza del decreto attuativo. I maggiori fondi dovrebbero ampliare la platea dei beneficiari (ricordiamo che si tratta di professionisti iscritti alla gestione separata INPS e alle Casse private)
- l’abbattimento degli oneri di sistema sulle bollette per tutto il 2022
- taglio delle accise sui carburanti fino al 17 ottobre 2022
- la riduzione dell’IVA sul gas metano per tutti gli usi nei mesi di ottobre novembre e dicembre 2022
- il rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas per il quarto trimestre 2022, con sospensione delle possibilità di modifica unilaterale dei contratti di fornitura di elettricità e gas.
Il decreto, infine, prevede:
- 400 milioni a favore degli enti territoriali, nella forma di contributi straordinari e per la ricostruzione post sisma in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto
- la proroga al 2023 della sospensione del rimborso delle anticipazioni di liquidità in favore delle Regioni a seguito del sisma del 2016.
Leggi anche il seguente approfondimento.
Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023: retroattività della decontribuzione del 2%
Quanto aumentano gli stipendi netti nel 2023? Ricordiamo inoltre che questa misura è da intendersi come retroattiva – da luglio a dicembre 2022 – e perciò si può calcolare che, all’incirca, ad un lavoratore subordinato spetteranno 100 euro lordi in più in busta paga. Insomma, non un consistente aumento.
Concludendo, non bisogna dimenticare tuttavia che questo intervento va comunque controbilanciato poiché i conti pubblici debbono sempre trovare un equilibrio e una quadra.
Come? Ebbene il Governo compenserà l’esborso extra per il taglio del cuneo fiscale e dei contributi con le tasse. In buona sostanza i lavoratori dovranno versare più tasse in proporzione all’imponibile e perciò il principio è molto semplice: chi guadagna di più, dovrà pagare di più all’Erario.
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