Quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi? Vediamolo insieme in questo articolo (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE:
- Pensione: possibilità e requisiti
- Quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi
- Quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi: calcolo assegno
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Pensione: possibilità e requisiti
Una buona anzianità contributiva, oltre a concedere al futuro pensionato la possibilità di poter scegliere l’opzione previdenziale più favorevole, consente pure di maturare un assegno migliore, rispetto a chi esce dal mondo del lavoro con pochi anni di contributi.
Può capitare, per svariati motivi, di arrivare all’età pensionabile e non riuscire a rispettare il limite contributivo previsto dalla legge.
Ricordiamo che per la pensione di vecchiaia occorrono almeno 20 anni di contributi (al compimento dei 67 anni di età). Il nostro ordinamento previdenziale prevede di accedere a una delle forme di pensione anticipata, come la pensione anticipata ordinaria, Quota 102, l’Ape Sociale, Opzione Donna, Quota 41 per lavoratori precoci e la pensione anticipata per lavori usuranti.
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In questo articolo, invece, andiamo a vedere quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi.
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Quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi
Quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi? Iniziamo col dire che, questa anzianità contributiva non consente di poter accedere alla pensione di vecchiaia e neppure alle opzioni anticipate.
Con 11 anni di contributi non è possibile accedere neppure alla deroga Amato e alla deroga Dini, che permettono di andare in pensione con soli 15 anni di contributi, rispettando determinati requisiti.
Si potrebbe avere diritto all’assegno sociale, ma sempre se i redditi familiari non superano il limite di 11.955,58 euro l’anno e si rispettano determinati requisiti. Se fosse così, l’assegno sociale sarebbe pari a 460 euro al mese per 13 mensilità.
L’unica possibilità previdenziale per andare in pensione con 11 anni di contributi è accedere alla pensione di vecchiaia contributiva. Parliamo di quella opzione previdenziale che permette l’accesso alla pensione al compimento dei 71 anni di età, con soli 5 anni di contributi maturati.
Attenzione, però. Anche per la pensione di vecchiaia contributiva esiste un vincolo da rispettare: tutti gli anni di contributi devono essere stati versati dopo il 1° gennaio 1996, perché il calcolo dell’assegno deve avvenire esclusivamente con il sistema contributivo.
Anche un solo anno di contributi versato prima del 1° gennaio 1996 negherebbe il diritto alla pensione di vecchiaia contributiva.

Quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi: calcolo assegno
Una volta verificata qual è l’unica possibilità a disposizione per andare in pensione, vediamo quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi.
Non rimane altro che prendere come esempio un uomo o una donna di 71 anni, con 11 anni di contributi totalmente versati dopo il 1° gennaio 1996, prossimi ad accedere alla pensione di vecchiaia contributiva.
Per calcolare quanto si prende di pensione con 11 anni di contributi, dovendo calcolare l’assegno con il sistema di calcolo contributivo, è necessario conoscere la retribuzione annua del nostro lavoratore (ad esempio 25.000 euro lordi), l’età (71 anni) e gli anni di contributi (11 anni).
Il primo calcolo da fare è costituire il montante contributivo, ovvero l’insieme delle quote di retribuzione accantonate durante la vita lavorativa. Un lavoratore dipendente mette da parte il 33% della sua retribuzione per ogni anno di lavoro.
Quindi, il 33% di 25.000 euro è 8.250 euro che, moltiplicato per 11 anni di lavoro, ci dà come risultato 90.750 euro, ovvero l’importo del montante contributivo.
A questo punto interviene il coefficiente di trasformazione, una percentuale che cambia ogni 3 anni, calcolata in base all’età del futuro pensionato. In questo caso, con 71 anni di età spetta un coefficiente del 6,466%.
Questo coefficiente va calcolato sull’ammontare del montante contributivo. Quindi 90.750 x 6,466 : 100, ci dà come risultato 5.868 euro, ovvero l’importo lordo di un anno di pensione con 11 anni di contributi. Che, diviso per 13 mensilità, ci dà come risultato poco più di 451 euro al mese lordi.
Siamo, quindi, sotto la soglia della pensione minima, il cui importo attuale è di 524,34 euro, che da ottobre passerà a 535,86 euro per effetto della rivalutazione anticipata del 2% e del conguaglio della perequazione 2021 dello 0,2%.
La beffa per il nostro lavoratore è dettata dall’impossibilità di poter richiedere e ottenere l’integrazione al minimo, poiché questa possibilità è consentita soltanto a chi ha iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996.
A venire in soccorso al nostro lavoratore è la pensione di cittadinanza, quel sussidio erogato a chi ha un reddito mensile inferiore ai 780 euro e rispetta rigidi parametri ISEE, che potrai verificare leggendo questo approfondimento.
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