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Quanto prendo di pensione con 30 anni di contributi agricoli

Quanto si prende di pensione con 30 anni di contributi agricoli? Vediamo insieme come si calcola la pensione e alcuni esempi di importi, in base alla retribuzione.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

6' di lettura

Quanto si prende di pensione con 30 anni di contributi agricoli? Ecco come si calcola e alcuni esempi di importo (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pensione agricola: come si calcola?

Il calcolo della pensione agricola segue regole diverse rispetto a quelle applicate sulle altre pensioni, perché ha la particolarità di essere definita a giornate di lavoro.

Non c’è differenza, però, per quanto riguarda i requisiti d’accesso alla pensione di vecchiaia: anche la pensione agricola si ottiene a 67 anni, con almeno 20 anni di contributi versati.

Per il calcolo dei contributi agricoli dei lavoratori dipendenti del settore agricolo si tiene conto del minimale giornaliero annuo: nel 2023 è pari a 53,95 euro, circa il 9,5% dell’importo del trattamento minimo mensile a carico del FPDL (Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti) di 567,94 euro.

Mentre per i piccoli coloni agricoli e per i compartecipanti familiari, la retribuzione di riferimento è quella dei salari medi convenzionali.

L’aliquota di riferimento per il personale agricolo non impiegatizio, che viene destinato al fondo pensioni per il calcolo dell’assegno, è del 29,70%. Se la retribuzione è superiore a 48.279 euro lordi annui, è prevista l’applicazione di un’aliquota maggiorata di un punto a carico del dipendente (21,86% e l’8,84% a carico del datore di lavoro), di natura solidaristica.

Per chi ha versato contributi solo a partire dal 1996, è previsto un massimale annuo della base contributiva e pensionabile di 105.014 euro, oltre questo limite non si versano contributi.

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Pensione agricola: quali sistemi utilizzare?

Il calcolo della pensione di un lavoratore agricolo avviene allo stesso modo di un lavoratore dipendente o di un lavoratore autonomo:

  • con un’anzianità contributiva versata esclusivamente fino al 31 dicembre 1995, si procede al calcolo della pensione col sistema retributivo;
  • con un’anzianità contributiva versata prima e dopo il 1996, si procede al calcolo della pensione col sistema misto;
  • con un’anzianità contributiva versata esclusivamente a partire dal 1996, si procede al calcolo della pensione col sistema contributivo.

L’anzianità contributiva dei dipendenti del settore agricolo è riconosciuta in maniera proporzionale al numero di ore per le quali il lavoratore ha effettivamente prestato servizio.

Per i lavoratori agricoli un anno di contributi corrisponde a 270 giornate annue di contribuzione effettiva, volontaria o figurativa; oppure a 156 giornate annue di disoccupazione e malattia, in caso di pensione anticipata.

Con più di 270 giornate lavorate in un anno, quelle eccedenti si aggiungeranno alle giornate dell’anno successivo, a condizione che siano presenti almeno 30 giornate contributive effettive.

Quanto prendo di pensione con 30 anni di contributi agricoli?

A causa di retribuzioni non sempre buone, la pensione media di un lavoratore agricola si aggira sui 400-500 euro al mese, con punte inferiori a 300 euro mensili.

Prendiamo come esempio un lavoratore agricolo di 67 anni, che va in pensione con 30 anni di contributi versati, di cui 10 anni prima del 1995 e 20 anni a partire dal 1996. E una retribuzione lorda annua di 26.000 euro.

La sua pensione la calcoleremo col sistema misto. Individuando due quote: la prima con le regole del contributivo (l’aliquota di rendimento del 2% moltiplicata per 10 anni di contributi e il risultato – 20% – applicato alla retribuzione lorda annua). Con un calcolo sommaria, la prima quota dovrebbe avere un valore di 5.200 euro.

La seconda quota la calcoleremo con le regole del contributivo. Ci serve il montante contributivo, l’insieme delle quote di contributi versati nel fondo: per ogni anno di lavoro, un lavoratore agricolo accantona il 29,70% della sua retribuzione.

Il 29,70% di 26.000 euro è 7,722 euro che, moltiplicato per 20 anni di contributi versati dal 1996 in poi, ci dà come risultato 154.440 euro, l’importo del montante contributivo.

Su questo valore applicheremo il coefficiente di trasformazione del 5,72%, che ci restituirà l’importo della seconda quota: 8.834 euro. Sommando le due quote (5.200 euro e 8.834 euro) avremo l’importo lordo di un anno di pensione: 14.034 euro, circa 1.080 euro lordi al mese, pari a 700 euro netti al mese.

Con una retribuzione di 30.000 euro lordi l’anno, con gli stessi anni di contributi, maturerebbe una pensione di 16.200 euro lordi circa l’anno, pari a circa 800 euro netti al mese.

Con una retribuzione di 23.000 euro lordi l’anno, sempre con gli stessi anni di contributi, il lavoratore agricolo avrà diritto a una pensione di 12.414 euro lordi l’anno, circa 600 euro netti al mese. Infine, con una retribuzione di 18.000 euro lordi l’anno, avremo una pensione di 450 euro netti al mese.

Vi ricordiamo che, quelli appena effettuati, sono calcoli sommari. Vi consigliamo di informarvi presso patronati o CAF abilitati, per saperne di più sull’importo della vostra pensione.

Quanto si prende di pensione con 30 anni di contributi agricoli
Quanto si prende di pensione con 30 anni di contributi agricoli: in foto un agricoltore in un campo coltivato.

Faq sulla pensione agricola

Si può andare in pensione prima dei 67 anni di età?

Sì, in alcuni casi è possibile anticipare l’uscita per la pensione, a:

Si può andare in pensione con 15 anni di contributi?

Anche ai lavoratori agricoli è consentito accedere alla pensione con 15 anni di contribuzione (legge Amato), a condizione che:

  • abbiano maturato tutta l’anzianità contributiva entro il 31 dicembre 1992;
  • risultino ammessi al 31 dicembre 1992 alla prosecuzione volontaria, anche se non sono stati mai effettuati versamenti prima di quella data.

I lavoratori agricoli possono andare in pensione con Quota 103, Ape Sociale o Opzione Donna?

Certo, il nostro ordinamento previdenziale lo consente. Per Quota 103 occorrono 62 anni di età e 41 anni di contributi versati; per l’Ape Sociale 63 anni di età e un’anzianità contributiva compresa tra 30 e 36 anni, a seconda della categoria di riferimento, mentre per Opzione Donna è necessario aver compiuto 60 anni di età (con sconti di uno o due anni in base ai figli avuti) e maturato 35 anni di contributi.

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