Con Quota 103 non andranno in pensione molti lavoratori, si guadagnano due anni, ma si perde fino al 6% dell’importo. E non solo. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Quota 103, addio speranze di uscita: per chi
- Quota 103, limite contributivo
- Quota 103, limitazioni economiche
- Quota 103, chi sono gli esclusi
- Quota 103, le lavoratrici penalizzate
- Quota 103, lavoratrici nate tra il 1959 e il 1961
- Quota 103, ma conviene davvero?
- Quota 103, il limite dei 2.000 euro netti
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Se qualcuno pensa che la misura sia simile a Quota 102, con la semplice aggiunta di un anno è fuori strada. Quota 103 è strutturata in modo molto diverso. E ha un limite evidente: riguarderà un numero di lavoratori molto più ridotto, di conseguenza i costi per lo Stato saranno molto bassi.
Su questo argomento puoi leggere un pezzo su Quota 103 i Quota 41? Tutte le differenze e le cifre; c’è anche un focus che spiega cosa cambia e come uscire in anticipo nel 2023; abbiamo fatto in un altro post vari esempi di Quota 103 per capirla davvero.
Quota 103, addio speranze di uscita: per chi
Quota 103 è anche una cattiva notizia per tanti lavoratori esclusi da questa misura temporanea. In particolare per quelli che avevano intenzione di uscire dal lavoro nel 2023.
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In molti speravano in una proroga di Quota 102 (che a un certo punto sembrava probabile). Soprattutto i lavoratori che nel 2023 compiranno 64 anni, raggiungendo anche il requisito contributivo (38 anni).
Ora l’età anagrafica è stata ridotta a 62 anni, ma le porte della pensione anticipata si apriranno solo per chi ha iniziato a lavorare entro i 21 anni e non ha avuto interruzioni di carriera.
Con Quota 102 avrebbero potuto raggiungere i requisiti anagrafici e contributivi anche le persone che hanno iniziato a lavorare a 26 anni.
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Quota 103, limite contributivo
È bastato dunque alzare il limite contributivo da 38 a 41 anni per restringere in modo significativo la platea degli aventi diritto. In pratica le porte aperte alla pensione anticipata sono rimaste solo per i lavoratori “quasi” precoci (i precoci nel sistema previdenziale sono quelli che a 19 anni avevano già un anno intero di contribuzione effettiva). O a chi è più in là con gli anni.
Ma non solo. Quota 103 avrà un effetto limitato perché va a sovrapporsi a pensioni anticipate del tutto simili, che prevedono uscite ritardate (rispetto alla nuova misura) di soli dieci mesi per le donne e di un anno e dieci mesi per gli uomini. Ovvero quella che ha come requisito una contribuzione minima di 41 anni e 10 mesi per le donne e di 42 anni e 10 mesi per gli uomini di contribuzione, ma che è accessibile a qualsiasi età.
Come dire che una sorta di Quota 41 (più o meno) già era prevista dalla stessa legge Fornero.
Quota 103, limitazioni economiche
Oltretutto Quota 103 ha anche un altro limite e riguarda l’importo dell’assegno pensionistico. Con questa misura non si potrà avere una pensione superiore a 5 volte il minimo (più o meno 2.000 euro netti al mese).
Ovvio che a quella cifra non ci sarà una penalizzazione per chi ha importi medi, ma colpirà chi oggi ha uno stipendio che oscilla intorno ai 3.000 euro e per questo motivo potrebbe ritenere questa misura, anche se fossero stati raggiunti tutti i requisiti, per niente conveniente.
Quota 103, chi sono gli esclusi
Se sono pochi quelli che accederanno a questa pensione anticipata è anche perché evidentemente gli esclusi saranno molti.
Chi è nato nel 1958 ha oggi 64 anni, per accedere a Quota 103 avrebbe dovuto iniziare a lavorare a 26 anni. Anche oggi potrebbe avere diritto a Quota 102 (che resta in vigore per chi ha maturato i requisiti entro il 2022).
Sono gli ultimi fortunati. Perché con la stessa data di nascita basterebbe aver iniziato a lavorare a 27 anni per essere esclusi sia da Quota 102, sia da Quota 103, e ritrovarsi quindi a dover lavorare fino ai 67 anni previsti dalla pensione di vecchiaia della Legge Fornero. Restare quindi al lavoro fino al 2027.
La questione si ripete anche per i nati del 1959.
Chi ha iniziato a lavorare a 23 anni nel 2023 rientrerà in Quota 103 (maturando i 41 anni di contribuzione).
Chi invece ha avuto il primo contratto di lavoro a 24 anni, completerà i requisiti contributivi solo nel 2024, quando Quota 103 dovrà essere eliminata (è una misura sperimentale che durerà 12 mesi). Se non ci sarà una riforma del sistema pensionistico che lo avvantaggia, sarà costretto ad andare in pensione nel 2026 (con 42 anni e 10 mesi di contribuzione). Ovvero: per aver iniziato a lavorare un anno dopo sarà costretto a uscire con tre anni di ritardo.
Quota 103, le lavoratrici penalizzate
Ovviamente la questione si ripete anche per le lavoratrici. Vediamo il caso di quelle nate nel 1958. Oggi hanno l’età necessaria per accedere a Quota 102. Ma se hanno iniziato a lavorare a 27 anni (il discorso vale anche per chi ha iniziato prima ma si ritrova qualche vuoto contributivo), non possono accedere a Quota 102 perché non hanno raggiunto i 38 anni di contribuzione. La conseguenza è inevitabile: andranno in pensione a 67 anni. Due anni e mezzo dopo una coetanea che ha iniziato a lavorare un anno prima.
Quota 103, lavoratrici nate tra il 1959 e il 1961
Le lavoratrici nate tra il 1959 e il 1961 sono escluse sia da Quota 102, sia da Quota 103. Se non ci sarà una riforma del sistema pensionistico che preveda una maggiore flessibilità in uscita dovranno aspettare fino ai 67 anni.
Quota 103, ma conviene davvero?
Come detto, Quota 103 comporta anche una riduzione sulla pensione fino al 6%. Inevitabile quindi chiedersi: ma non è meglio lavorare altri due anni e prendere l’importo pieno? A questa domanda dovranno rispondere tutti i cittadini che matureranno nel 2023 i requisiti per accedere al trattamento anticipato. La risposta potrebbe comportare un’ulteriore riduzione dei lavoratori che usciranno con Quota 103 (già sono pochi).
Le penalizzazioni sull’importo della pensione con Quota 103 sono legate all’età di uscita (e agli anni che si perdono di contribuzione). Ma non solo.

Quota 103, il limite dei 2.000 euro netti
L’altra soglia, che può trasformarsi in un argine invalicabile, è rappresentato dall’importo. Con questa misura durante gli anni di anticipo (fino ai 67 anni) non si potrà ricevere più di 2.000 euro netti al mese. Per i lavoratori ad alto reddito potrebbe non essere così conveniente uscire prima con Quota 103.
Soprattutto perché una lavoratrice che ha già raggiunto i 41 anni di contribuzione potrebbe aspettare 10 mesi e accedere alla pensione anticipata già prevista con la legge Fornero. Per gli uomini l’attesa sarebbe un po’ più lunga: 1 anno e 10 mesi. Ma quell’attesa verrebbe premiata: nessuna soglia per la pensione, nessun limite a 2.000 euro.
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