Il Centro-Destra ha vinto le elezioni: sarà Quota 41 per tutti i lavoratori? Ecco cosa potrebbe cambiare nel sistema previdenziale (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE:
- Quota 41 per tutti: di cosa parliamo?
- Quota 41 per tutti: costi e altre proposte del Centro-Destra
- Quota 41 per tutti: quanto si prende di pensione?
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Quota 41 per tutti: di cosa parliamo?
Uno dei punti cardine del programma politico del Centro-Destra è abolire per sempre la Legge Fornero e inserire nel panorama previdenziale Quota 41 per tutti i lavoratori.
Attualmente, oltre alla pensione di vecchiaia accessibile con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati, il nostro ordinamento prevede la pensione anticipata ordinaria, la più classica delle pensioni anticipate.
Per accedervi è necessario aver maturato 42 anni e 10 mesi (uomini) oppure 41 anni e 10 mesi (donne), a prescindere dall’età anagrafica.
Significa che, un lavoratore di 61 anni, che ha iniziato a lavorare appena maggiorenne, con 42 anni e 10 mesi di contributi può andare in pensione 6 anni prima rispetto all’età necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia.
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Quota 41 per tutti, invece, mira a ridurre il requisito contributivo di un anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne. In questo modo, un lavoratore di 59 anni, che ha iniziato a versare contributi appena maggiorenne, può andare in pensione con Quota 41, anticipando ulteriormente l’uscita dal mondo del lavoro.
Nel 2022 la possibilità è aperta solo ai lavoratori precoci: quella categoria di lavoratori che ha maturato 41 anni di contributi, di cui uno prima del compimento dei 19 anni di età, se appartenenti a determinate categorie (disoccupati, caregiver, invalidi al 74% o addetti a mansioni gravose, usuranti e di notte).
Quota 41 per tutti, dunque, premierebbe particolarmente chi ha iniziato a lavorare in giovanissima età oppure chi ha riscattato gli anni di laurea, avvicinando la soglia dei 41 anni di contributi.
Chi non arriva al limite minimo di anzianità contributiva e non ha anni da riscattare per anticipare il raggiungimento della soglia (41 anni) dovrà optare per due soluzioni: Quota 102, in vigore fino al 31 dicembre 2022 (ma è possibile accedervi, per chi matura i requisiti entro l’anno, anche nel 2023) oppure la pensione di vecchiaia.
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Quota 41 per tutti: costi e altre proposte del Centro-Destra
Ma quanto costerebbe alle casse dello Stato l’adozione di Quota 41 per tutti? Secondo le prime stime, la nuova misura previdenziale, se venisse introdotta a partire dal 2023, potrebbe costare fino a 71 miliardi di euro nei primi 9 anni di “vita”.
Un’enormità considerando la precaria situazione economica del Paese. L’idea della Lega, abbracciata anche da diversi altri partiti, rimane sotto osservazione.
Fratelli d’Italia, uscito vittorioso dalle ultime elezioni, ha inserito nel suo programma politico l’aumento delle pensioni di invalidità e l’obiettivo di “stoppare” l’adeguamento dei limiti pensionistici all’aspettativa di vita.
Congelando l’indicizzazione delle pensioni, però, potrebbe costare fino a 100 miliardi di euro nei prossimi anni. Difficile, se non impossibile, inoltre “accontentare” Berlusconi per l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro: mancano i fondi necessari per adottare la misura, che renderebbe felici milioni di pensionati italiani costretti a vivere con poco più di 500 euro di pensione al mese.
Tornando a Quota 41 per tutti, nei prossimi paragrafi vedremo insieme a quanto potrebbe ammontare l’importo della pensione se venisse adottata questa nuova misura previdenziale.
Quota 41 per tutti: quanto si prende di pensione?
In pensione con Quota 41 per tutti: a quanto ammonterebbe l’assegno? Per calcolarlo utilizzeremo il sistema misto, che tiene conto di entrambi i sistemi di calcolo: retributivo per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995 e contributivo per quelli maturati dal 1° gennaio 1996.
Mettiamo il caso che, il nostro lavoratore abbia iniziato a lavorare a 18 anni e con 41 anni di contributi è pronto ad accedere alla pensione con Quota 41 per tutti, a 59 anni nel 2023. Diciamo che, 14 anni li ha maturati entro il 1995 e gli altri 27 dal 1996 al 2023.
Se avesse maturato più di 18 anni di contributi entro il 1995 avrebbe allungato la “fase retributiva” fino al 1° gennaio 2012 e accorciato la “fase contributiva”, più penalizzante in termini economici, dal 1° gennaio 2012 in poi.

Per calcolare l’importo della pensione con Quota 41 per tutti è necessario calcolare le due quote: la prima retributiva, la seconda contributiva. Bisogna conoscere la media delle retribuzioni del nostro lavoratore, ad esempio 30.000 euro l’anno.
La prima quota avrebbe un importo di 8.400 euro (il 2% moltiplicato per 14 anni di contributi = 28% della retribuzione).
Per la seconda quota avremo bisogno di calcolarci il montante contributivo. Per ogni anno di lavoro dipendente, un lavoratore mette da parte il 33% della sua retribuzione. Il 33% di 30.000 euro è 9.900 euro, per 27 anni di contributi versati, ci dà come risultato 267.300 euro, ovvero l’importo del montante contributivo.
A penalizzare un lavoratore che vuole andare in pensione con Quota 41 per tutti è il coefficiente di trasformazione: più elevata è l’età anagrafica, più alto è il coefficiente, più alto sarà l’importo della pensione.
A 59 anni (l’età del nostro lavoratore), il coefficiente di trasformazione è del 5,006%. Quindi il 5,006% di 267.300 euro è 13.381,04 euro, ovvero l’importo della seconda quota.
Ora dobbiamo sommare le due quote (8.400 e 13.381,04 euro) per avere l’importo lordo di un anno di pensione: 21.781,04 euro. Diviso per 13 mensilità, avremo l’importo lordo di un mese di pensione con Quota 41 per tutti (con i parametri sopra elencati): 1.675 euro, circa 1.300-1.350 euro di pensione al netto delle tasse.
Chiaramente, abbassando l’importo della retribuzione, si abbasserebbe anche l’importo della pensione; viceversa, aumentandolo avremo una pensione più alta.
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