Il Governo si è esposto ancora una volta, quella definitiva, su Rdc 2023 e occupabili. In questo approfondimento analizziamo i nuovi tagli previsti sul sussidio nel 2023 e le categorie coinvolte (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Quando le decisioni sembravano ormai certe, arrivano nuovi cambiamenti per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza nel 2023. Il Governo si è pronunciato un’ultima volta, prima dell’attesa legge di bilancio 2023.
Purtroppo, però, le novità annunciate dai vertici della maggioranza non sono molto positive e prevedono un ulteriore taglio al Reddito di cittadinanza per alcune categorie di beneficiari. Nei prossimi paragrafi vediamo nel dettaglio come cambierà il Rdc 2023 e occupabili.
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Indice
- Rdc 2023 e occupabili: nuovi tagli al sussidio, perché?
- Rdc 2023 e occupabili: riduzione per queste categorie
- Rdc 2023 e occupabili: riduzione anche per gli esonerati dagli obblighi
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Rdc 2023 e occupabili: nuovi tagli al sussidio, perché?
Solo pochi giorni fa è arrivata quella che sembra la decisione finale del Governo sul Reddito di cittadinanza. In merito si è pronunciato soprattutto il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale ha annunciato che il Reddito di cittadinanza sarà ridotto ancora di una mensilità rispetto a quella prevista dal disegno di legge di bilancio 2023.
Da 8 mensilità, infatti, la soglia massima per percepire il sussidio l’anno prossimo sarà di 7 mensilità. Ma perché si è arrivati a questa decisione?
Il motivo è che le risorse messe a disposizione per la legge di bilancio erano troppo poche, e quindi il Governo ha deciso di ridurre i fondi per il Rdc per destinarli ad altre misure, come l’aumento della pensione minima.
Inoltre, viene anche specificato che le 7 mensilità del Reddito di cittadinanza possono essere percepite anche in modo non consecutivo: per esempio, se dopo due mesi di fruizione del Reddito di cittadinanza una persona comincia a lavorare, perdendo così il diritto al sussidio, ma se dopo un certo periodo la stessa viene licenziata, avrà diritto ancora a 5 mesi di Reddito di cittadinanza, e comunque non oltre il 31 dicembre 2023.
Invece, coloro che riceveranno il sussidio in modo continuativo ne avranno diritto solo fino a luglio 2023, dopodiché non potranno più richiederlo.
Tuttavia, il problema di questa ulteriore riduzione non coinvolge solo gli occupabili, come si pensava finora, ma anche altre categorie di cittadini che di fatto non sono occupabili, perché per esempio studiano o hanno un lavoro poco retribuito e avrebbero comunque bisogno di un sussidio.
Nel prossimo paragrafo approfondiamo chi saranno le persone coinvolte dalla riduzione del Reddito di cittadinanza a 7 mesi.
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Rdc 2023 e occupabili: riduzione per queste categorie
Nel paragrafo precedente abbiamo informato i nostri lettori delle intenzioni del Governo di ridurre di ancora una mensilità il Reddito di cittadinanza ad alcune categorie di cittadini, passando così a una soglia massima di 7 mensilità anziché 8.
Oltre alla riduzione, viene confermato l’obbligo di seguire corsi di formazione o riqualificazione professionale per una durata di sei mesi, nonché di accettare la prima offerta di lavoro, pena la decadenza del sussidio.
Ma chi sarà maggiormente danneggiato da questi nuovi tagli?
In base alle dichiarazioni di alcuni esponenti dell’esecutivo, il taglio del Reddito di cittadinanza nel 2023 non riguarderebbe solo gli “occupabili” ossia le persone tra i 18 e i 59 anni considerate nelle condizioni di lavorare, ma anche molte categorie che di fatto non sono occupabili.
A tale proposito, bisogna specificare che nella bozza della legge di bilancio 2023 non si fa alcun riferimento alla parola “occupabili”, ma si legge solo che dal 1° gennaio 2023 il Reddito di cittadinanza sarà erogato per un massimo di 8 mensilità (che adesso sono diventate 7) a tutti i beneficiari del sussidio, tranne “i nuclei al cui interno vi siano persone con disabilità come definita ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 dicembre 2013, n. 159, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età.”
Quindi, riceveranno il Reddito di cittadinanza per 12 mensilità, e cioè per tutto il 2023, le persone che all’interno del proprio nucleo familiare hanno:
- un figlio o figlia minorenne a carico;
- una persona dai 60 anni in su a carico;
- una persona con disabilità a carico, la cui condizione è definita dall’allegato 3 del DPCM 159/2013.
Ciò vuol dire che rientrano in questo taglio del Rdc 2023 e occupabili anche persone che non sono in condizioni di lavorare come studenti o tirocinanti che si stanno costruendo il proprio futuro, né persone che lavorano ma hanno una retribuzione talmente bassa da non garantire la dignità economica e sociale che ciascuno merita.
Proprio su questa base, infatti, le categorie come studenti o tirocinanti sono esonerate da alcuni obblighi previsti dal dl 4/2019, come la firma del Patto per il lavoro e l’inclusione sociale presso i Centri per l’Impiego.
Nel prossimo paragrafo ricordiamo quali destinaatri del Reddito di cittadinanza sono esonerati dagli obblighi del sussidio.

Rdc 2023 e occupabili: riduzione anche per gli esonerati dagli obblighi
Come dicevamo nei paragrafi precedenti, il taglio del Reddito di cittadinanza da 8 a 7 mensilità non riguarda solo i cosiddetti “occupabili”, ma anche alcune categorie di non occupabili, come persone che studiano e quindi non possono lavorare o lavoratori che percepiscono una retribuzione troppo bassa per sostentarsi.
L’aspetto curioso di questa decisione presa dal Governo è che nelle varie dichiarazioni è stata sempre utilizzata la parola “occupabilie” senza però indicare con precisione di chi si tratta e soprattutto con un significato diverso rispetto a quello definito nella normativa che disciplina il Reddito di cittadinanza.
Secondo la normativa, infatti, sono occupabili le persone che hanno un’età tra i 18 e i 64 anni e non rientrano nelle condizioni di esonero ed esclusione dagli obblighi previsti dalla legge.
Ricordiamo che sono esonerati dal rispetto di tali obblighi, come la sottoscrizione del Patto per il Lavoro, queste categorie:
- coloro che si prendono cura di uno o più minori di 3 anni;
- coloro che si prendono cura di un componente con grave disabilità;
- coloro che lavorano, percependo un reddito inferiore a 8.174 euro nel caso di reddito da attività da lavoro subordinato, 5.500 euro per le attività di lavoro autonomo;
- coloro che frequentano un corso di formazione valido al conseguimento di una qualifica professionale regionale;
- coloro che sono occupati in un tirocinio di formazione od orientamento;
- le donne incinte;
- coloro che stanno prendendo parte a un’altra politica attiva.
Invece, rientrano nelle condizioni di esclusione, le persone che:
- percepiscono una pensione diretta;
- hanno più di 65 anni;
- hanno un reddito da lavoro dipendente superiore a 8.174 euro annui;
- hanno un reddito da lavoro autonomo superiore a 5.500 euro annui;
- non sono inclusi nella scala di equivalenza (quindi non percepiscono, di fatto, il Rdc): questo vale, per esempio, per i detenuti e per i ricoverati di lunga degenza;
- hanno un’invalidità di almeno il 45%.
Il motivo è che le categorie menzionate non avrebbero modo di entrare immediatamente nel mondo lavorativo. Quindi, togliendo il Reddito di cittadinanza a queste persone, si andrebbe a gravare in modo significativo sulla loro serenità economica e sociale.
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