Rdc diventa Mia? Senza affitto ecco quanto si perderebbe

Rdc diventa mia senza la quota affitto? Scopri come potrebbero cambiare gli importi senza la quota B.

Chiara Del Monaco è una linguista e copywriter specializzata in welfare.
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8' di lettura

Si continua a parlare della Mia, la misura anti-povertà che tra pochi mesi potrebbe sostituire il Reddito di cittadinanza. In questo articolo ci concentriamo soprattutto gli importi e in particolare sull’assenza o presenza della quota affitto (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Nelle ultime settimane uno degli argomenti più discussi è la possibile introduzione della Mia al posto del Reddito di cittadinanza. La proposta è arrivata dal Governo con l’ultimo decreto attuativo, che tuttavia non è ancora stato ufficializzato.

Pochi giorni fa, la ministra Calderone si è pronunciata sui piani del Ministero in merito alla Mia per persone sole e occupabili.

Nei prossimi paragrafi invece cerchiamo di capire come il Rdc diventa mia senza la quota affitto: l’importo aggiuntivo per mutuo o affitto sarà abolito per tutti?

Indice

Rdc diventa Mia senza la quota affitto: quanto spetta

La Misura di inclusione attiva (Mia) potrebbe essere introdotta prima della fine dell’anno, in vista di tutti i cittadini che da agosto in poi termineranno definitivamente il Reddito di cittadinanza.

Come spiegato più volte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, la nuova misura è ancora in fase di sviluppo e tutte le informazioni trapelate finora fanno parte di una bozza. Quindi non c’è ancora nulla di ufficiale.

In ogni caso, proprio sulla base dei dati attuali, potremmo fare alcune ipotesi su uno degli aspetti più discussi della Mia negli ultimi giorni: il Rdc diventa Mia senza la quota affitto?

Questo dubbio sta coinvolgendo milioni di percettori del Reddito di cittadinanza che al momento percepiscono un importo aggiuntivo alla quota base del Rdc perché vivono in un appartamento in affitto. Ricordiamo, infatti, che secondo il dl 4/2019, è prevista una quota B di importo diverso a seconda che si abbia un mutuo o un contratto di locazione.

Nel caso del mutuo, la famiglia ha diritto a una somma aggiuntiva di 150 euro mensili, mentre chi è in affitto percepisce un importo massimo di 280 euro per coprire il canone mensile. Ma cosa succederà con la Mia?

Secondo alcune indiscrezioni, ci sono due scenari: da un lato, con la Mia viene tagliata completamente la quota affitto per tutti i beneficiari; dall’altro, l’integrazione per il canone mensile spetterà solo ai non occupabili e cambierà a seconda della composizione del nucleo familiare.

Se consideriamo che gli importi previsti dalla Mia sono già più bassi rispetto a quelli del Reddito di cittadinanza, gli attuali percettori subiranno dei tagli molto importanti sul compenso mensile del contributo anti-povertà.

Scopri la pagina dedicata al Reddito di cittadinanza: pagamenti, diritti e bonus compatibili.

Per esempio, un nucleo familiare composto da una sola persona che abita in affitto, che non ha nessuna disabilità, non ha figli a carico e non ha più di 60 anni, riceverà un importo mensile della Mia pari a 375 euro, contro i 780 euro previsti con il Reddito di cittadinanza. Infatti, il Rdc concede un importo minimo di 500 euro a nucleo familiare e un’integrazione massima di 280 euro per la quota B.

Allo stesso modo, un nucleo familiare composto da due adulti occupabili che hanno un appartamento in locazione, avrebbe diritto a un massimo di 525 euro mensili, contro i 700+280 euro mensili del Reddito di cittadinanza. Scopri le principali differenze tra Mia e Rdc.

Ma come funzionano gli importi della Mia?

In teoria, la Mia prevede una integrazione del reddito fino a 6.000 euro annui, come il Rdc, da adeguare alla scala di equivalenza. Nello specifico, l’importo spettante cresce del 40% per ogni nucleo componente con più di 18 anni che non riceve l’Assegno Unico e può aumentare fino al 220% in più in caso di disabilità grave o non autosufficienza.

I figli minori, invece, non sono calcolati nella scala di equivalenza, poiché percepiscono già l’Assegno Universale. Di conseguenza, per ciascun minore è riconosciuto un importo aggiuntivo forfettario di 50 euro al mese.

Ecco perché la Mia penalizza chi ha figli.

Inoltre, in base alla presenza o meno di occupabili nel nucleo percettore, la somma spettante viene così calcolata:

  • i nuclei familiari non occupabili, con almeno un componente disabile, minorenne o over 60, hanno diritto al 100% della misura;
  • i nuclei familiari occupabili, quindi senza le categorie sopra citate nella propria famiglia, hanno diritto al 75% della misura, quindi con una riduzione del 25%.

Ecco alcuni esempi dei possibili importi della Mia che sostituisce il Rdc.

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Rdc diventa Mia senza la quota affitto: a chi spetta e requisiti

Nel paragrafo precedente abbiamo visto che se il Rdc diventa Mia senza la quota affitto, sarà applicata una riduzione significativa sugli importi di tutti i beneficiari della nuova misura. Ma chi sono questi beneficiari e cosa cambia con il Reddito di cittadinanza?

Dunque, se la Misura di inclusione attiva sarà confermata, questa spetterà ai nuclei familiari che rientrano nella soglia di reddito ISEE di 7.200 euro, contro i 9.360 previsti dal Reddito di cittadinanza.

La prestazione sarà riconosciuta con importi e durata differente a due categorie di famiglie: da un lato ci sono gli occupabili, ossia le famiglie povere che non hanno al proprio interno alcuna persona con disabilità, un figlio minore a carico o un anziano con più di 60 anni; dall’altro, ci sono i non occupabili, cioè le famiglie povere con almeno un disabile, un minore o una persone con più di 60 anni a carico.

In particolare, potranno richiedere la Mia coloro che rientrano in questi possibili requisiti:

  • cittadini italiani, europei o extra-UE con regolare permesso di soggiorno di lungo periodo;
  • cittadini residenti in Italia da almeno 5 anni, contro i 10 anni richiesti dal Rdc;
  • reddito familiare non superiore a 6.000 euro, da moltiplicare per la scala di equivalenza (cioè il parametro legato alla numerosità dei componenti del nucleo familiare);
  • patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non deve superare i 30.000 euro e quello relativo alla casa di abitazione non deve superare i 150.000 euro ai fini IMU;
  • un valore del patrimonio mobiliare, come definito a fini ISEE, non superiore a 6.000 euro, che aumenta di 2.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000, incrementabile di ulteriori euro 1.000 per ogni figlio successivo al secondo.

Oltre all’importo e ai requisiti, un altro aspetto che distingue nettamente la Mia dal Rdc è la durata. Nel prossimo paragrafo vediamo perché.

Leggi anche gli esclusi dalla Mia e le alternative.

Rdc diventa mia senza la quota affitto? In foto, un uomo che calcola gli importi con la calcolatrice.

Rdc diventa Mia senza la quota affitto: durata del nuovo sussidio

Fino a dicembre 2022, il Reddito di cittadinanza aveva una durata di 18 mesi, ossia un anno e mezzo, e poteva essere rinnovato per altri 18 mesi, in presenza dei requisiti e aspettando un mese tra un rinnovo e l’altro.

Scopri come potrebbe funzionare il rinnovo della Mia al posto del Rdc.

Da gennaio 2023, invece, il Rdc spetta per un massimo di 12 mesi ai nuclei familiari non occupabili, e cioè fino al 31 dicembre 2023, mentre sarà erogato per un massimo di 7 mesi ai nuclei percettori occupabili. Di conseguenza, da agosto in poi una buona parte dei beneficiari del Rdc finirà ufficialmente il sussidio.

Con la Mia, il Governo ha voluto dare una stretta sia ai non occupabili sia alle famiglie che sono in condizioni di lavorare.

Nello specifico, coloro che hanno nel proprio nucleo familiare una persona disabile, o con più di 60 oppure un minorenne a carico, avranno diritto alla Misura di inclusione attiva per 18 mesi alla prima domanda e per 12 mesi dalla seconda domanda in poi.

Dall’altro lato, le famiglie occupabili riceveranno la Mia per un massimo di 12 mesi dopo la prima domanda, che scenderanno a 6 mesi dopo la seconda domanda. Inoltre, prima di presentare la domanda per la terza volta, bisognerà aspettare un anno e mezzo.

Per quanto riguarda la decadenza del sussidio, questo viene revocato se vengono a mancare i requisiti previsti dalla legge, oppure se si rifiuta la prima offerta di lavoro congrua. Con offerta congrua, in particolare, si intende una posizione a tempo determinato o indeterminato, anche in somministrazione, non inferiore a 3 mesi ed entro 80 km dal luogo di residenza.

Una volta revocata, per presentare una nuova domanda della Mia bisogna attendere almeno 18 mesi.

Rdc diventa Mia senza la quota affitto: quando fare domanda

Nei paragrafi precedenti abbiamo visto come potrebbe funzionare la Mia se sarà confermata dal Governo e quali cambiamenti sarebbero apportati rispetto al Rdc.

Ma quando si potrà fare domanda della nuova misura?

Visto che si tratta di un sostegno ancora in via di sviluppo, non è possibile dare una risposta precisa. Tuttavia, se si rispettano le tempistiche discusse dal Ministero del Lavoro, la misura potrebbe essere operativa dal 1° settembre 2023. In questo modo, coloro che perdono definitivamente il Reddito di cittadinanza ad agosto, avranno la possibilità di richiedere il nuovo sussidio, senza andare in difficoltà economica.

In ogni caso, si attendono ulteriori dettagli aggiornati e più precisi nei prossimi giorni. Per questo, vi consigliamo di seguire la sezione Ultime Notizie di TheWam.net.

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