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Home / Diritto » Gestione del Debito » Pignoramento » Servizi Finanziari / Recupero crediti importo minimo

Recupero crediti importo minimo

Vediamo qual è l’importo minimo per il recupero crediti e se esiste un limite al pignoramento.

di Alda Moleti

Ottobre 2023

Oggi scopriremo qual è l’importo minimo per il recupero crediti e se esiste un limite per il pignoramento (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Qual è l’importo minimo per il recupero crediti?

Quando si tratta di debiti è naturale avere domande sulla possibilità di avviare il recupero crediti e sui limiti legali ad esso associati.

La prima cosa da sapere è che, secondo la legge, non esiste un importo minimo fissato per avviare un pignoramento al fine di recuperare somme o beni dovuti da un debitore.

In teoria, un creditore può procedere al pignoramento anche per importi irrisori, inclusi quelli inferiori ai 100 euro. Questo significa che se qualcuno vi deve una somma di denaro, anche relativamente piccola, avete il diritto di avviare una procedura di pignoramento per recuperarla.

C’è un limite per il pignoramento?

Se è possibile avviare un pignoramento qualunque sia l’ammontare del debito, esistono però dei limiti alle somme che si possono espropriare ad una persona, cioè delle somme impignorabili.

Nello specifico, per quanto riguarda il pignoramento del conto corrente la somma impignorabile è uguale a 3 volte l’assegno sociale, cioè 1.509,81 euro (= 503,27 euro x 3) nel 2023. Qualsiasi somma che ecceda questa cifra, può essere pignorata per intero.

Il limite impignorabile per le pensioni è invece fisato a 2 volte l’assegno sociale, ovvero può essere pignorata solo la parte della pensione che eccede i 1.006,54 euro (= 503,27 euro x 2).

Invece, il pignoramento dello stipendio può avvenire non oltre 1/5 dell’importo mensile netto.

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Come funziona il pignoramento per recupero crediti

La legge stabilisce delle condizioni che devono essere soddisfatte prima che si possa intraprendere una procedura di pignoramento. Ecco spiegate le varie fasi ed i vari passaggi.

Il ruolo del titolo esecutivo

La prima cosa necessaria al creditore che vuole avviare un pignoramento è un titolo esecutivo che confermi l’esistenza del debito.

Un titolo esecutivo è infatti un documento che certifica, con ufficialità, l’esistenza del diritto del creditore nei confronti del debitore. Questo documento può assumere diverse forme, tra cui una sentenza di condanna emessa da un tribunale, un decreto ingiuntivo, cambiali o assegni emessi e non onorati.

In sostanza, il titolo esecutivo fornisce la base legale per l’avvio della procedura di pignoramento.

La notifica al debitore

Una volta ottenuto un titolo esecutivo, il creditore deve notificarlo del debitore, specialmente se si tratta di un atto giudiziario, come le sentenze o i decreti ingiuntivi.

Questo passaggio di notifica può avvenire attraverso un ufficiale giudiziario, garantendo che il debitore sia pienamente informato della situazione.

Il precetto: ultimo sollecito al pagamento

Tuttavia, la notifica del titolo esecutivo non è sufficiente per avviare immediatamente il pignoramento. Dopo la notifica, il creditore deve compiere un altro passo importante: l’emissione di un atto di precetto.

Questo atto funge da ultimo sollecito al debitore per il pagamento dell’importo dovuto entro un periodo di 10 giorni. Solo dopo l’undicesimo giorno successivo al precetto, il creditore è autorizzato a iniziare il pignoramento.

Importo-minimo-per-il-recupero-crediti-law
In foto, la parola “law”.

Come recuperare i piccoli importi?

Un aspetto cruciale da comprendere è che l’importo del credito per cui viene avviata la procedura esecutiva è considerato solo da un punto di vista legale. Ciò significa che la legge non stabilisce un importo minimo specifico, ma il creditore deve prendere in considerazione gli aspetti economici della procedura.

Il pignoramento comporta dei costi legali per il creditore e questi costi possono rappresentare un’ulteriore potenziale perdita economica se non c’è certezza del recupero del credito.

Pertanto, la scelta di avviare una procedura di pignoramento per importi piccoli deve partire dalla valutazione della convenienza economica da parte del creditore.

Come funziona il recupero crediti per piccoli importi

La prima mossa per recuperare piccoli importi è inviare una lettera di diffida e messa in mora al debitore, chiedendo la restituzione del dovuto. Questo passo preliminare può spesso risolvere la questione in modo amichevole senza ricorrere a procedure legali.

Se il credito è inferiore a 1.100 euro è possibile rivolgersi al giudice di pace senza la necessità di coinvolgere un avvocato. Anche se questo comporta il pagamento di alcune spese, si risparmiano i costi legali.

Recupero crediti con prova scritta

Se si dispone di una fattura, un contratto o qualsiasi altra prova scritta del debito, è possibile chiedere al giudice di pace di emettere un decreto ingiuntivo senza la necessità di un processo completo.

Il giudice valuterà la prova e, se è fondata, emetterà un ordine di pagamento. Questo ordine viene notificato al debitore entro 60 giorni. Durante questo periodo, il debitore deve pagare o presentare opposizione. In caso di mancata opposizione, il decreto ingiuntivo diventa definitivo e ha valore di sentenza.

Recupero crediti senza prova scritta

Se non si dispone di un qualche documento che sia prova dell’esistenza del debito, è necessario avviare una causa ordinaria davanti al giudice di pace.

In questa situazione, è consigliabile ottenere l’assistenza di un professionista legale, poiché sono necessarie competenze specifiche per rispettare la legge e richiedere il credito con successo.

Perché rivolgersi a un legale per il recupero crediti?

Per garantire il successo del recupero del crediti, è consigliabile coinvolgere professionisti specializzati nel settore. L’intervento di un legale esperto è essenziale per ottimizzare le risorse disponibili e garantire che la procedura si svolga senza intoppi.

Specialmente per le aziende, l’aiuto di professionisti esterni semplifica notevolmente il processo e riduce al minimo le interruzioni nelle attività quotidiane. Inoltre, l’esperienza di un legale assicura che la migliore strategia venga messa in atto per ottenere il recupero desiderato.

In sintesi, anche per importi minimi, è possibile intraprendere un’azione di recupero crediti con successo. È importante valutare i vantaggi economici a lungo termine e, se necessario, cercare l’assistenza di professionisti legali.

FAQ: Domande frequenti sul pignoramento del conto corrente

Posso riattivare il pignoramento del conto corrente se successivamente deposito fondi sul conto?

Se il saldo del conto corrente è vuoto o in negativo, i fondi non vengono bloccati. Tuttavia, eventuali depositi successivi potrebbero essere soggetti a pignoramento, ciò dipende se si è chiuso o meno il procedimento di pignoramento avviato.

Quali sono le alternative al pignoramento del conto corrente vuoto?

Se il conto corrente è vuoto e ci sono in difficoltà finanziarie, è consigliabile cercare assistenza da parte di un consulente finanziario o di un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni. Possono esaminare le opzioni e consigliare sulle alternative al pignoramento, come la negoziazione del debito o l’elaborazione di un piano di rimborso.

Ci sono altre conseguenze se il mio conto corrente è vuoto durante una procedura di pignoramento?

Se il conto corrente è vuoto, non ci saranno conseguenze dirette legate al pignoramento. Tuttavia, è importante affrontare la situazione debitoria e cercare soluzioni per gestire il debito in modo adeguato.

Chi può avviare una procedura di pignoramento del conto corrente?

Un creditore che ha un credito non soddisfatto nei confronti di un debitore può avviare una procedura di pignoramento del conto corrente. Questo avviene generalmente attraverso un’azione legale o tramite un avvocato.

Posso impedire il pignoramento del mio conto corrente?

È possibile evitare il pignoramento del conto corrente attraverso diverse opzioni. Ad esempio, il pagamento del debito in modo tempestivo, la negoziazione con il creditore per un piano di pagamento rateale, la ricerca di assistenza da un consulente finanziario o un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni.

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