Pensione 2023 e redditi cumulabili: quando è possibile aggiungere il reddito da lavoro al reddito della pensione? Ecco esempi e limiti (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Pensione 2023 e redditi cumulabili: permessi, limiti e divieti
- Pensione 2023 e redditi cumulabili: quando è possibile
- Pensione 2023 e redditi cumulabili: prestazioni con limitazioni
- Pensione 2023 e redditi cumulabili: quando è vietato?
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Pensione 2023 e redditi cumulabili: permessi, limiti e divieti
Pensione 2023 e redditi cumulabili: è possibile cumulare i redditi da lavoro al reddito percepito come pensionato?
Il nostro ordinamento consente di poter riprendere a lavorare una volta andati in pensione, ma non tutti i pensionati possono farlo.
Ad esempio, i titolari di pensione di vecchiaia, anzianità e anticipata, con sistema retributivo, misto o contributivo, possono cumulare redditi da lavoro al reddito della pensione, senza subire alcuna decurtazione.
Invece, i titolari di pensione con Quota 100, Quota 102, Quota 103, Quota 41 per lavoratori precoci e anticipata per lavori usuranti non possono lavorare e, allo stesso tempo, percepire una pensione almeno fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (nel caso di Quota 100, 102 o 103) e della maturazione dei requisiti contributivi per la pensione anticipata ordinaria, nel caso di Quota 41 e della pensione anticipata usuranti.
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Niente da fare neppure per chi riceve la pensione di inabilità: essendo erogata agli inabili al lavoro, quindi alle persone impossibilitate a svolgere un’attività lavorativa a causa di patologie fisiche o psichiche, al titolare non sarà consentito cumulare redditi da lavoro alla pensione.
Infine, per chi è andato in pensione con l’Ape Sociale o è titolare di una pensione ottenuta con Opzione Donna o dell’Assegno Ordinario di Invalidità, della pensione di invalidità pubblico impiego o della pensione ai superstiti (reversibilità o indiretta) è possibile cumulare redditi da lavoro al reddito della pensione, ma in questi casi l’assegno verrà ridotto di una determinata percentuale in base al reddito prodotto.
Riepiloghiamo quanto detto.
Non è possibile cumulare redditi da lavoro alla pensione 2023 ai:
- titolari di pensione con Quota 100, Quota 102 e Quota 103 (fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia);
- titolari di pensione con Quota 41 per lavoratori precoci e con la pensione per lavori usuranti (fino alla maturazione dei requisiti contributivi per la pensione anticipata ordinaria).
Pensioni 2023 e redditi cumulabili sono consentiti senza penalizzazioni sull’assegno ai:
- titolari di pensione di vecchiaia, anzianità o anticipata calcolata con sistema misto, retributivo o contributivo.
- Opzione Donna.
Infine, è possibile cumulare redditi da lavoro al reddito della pensione, ma entro determinati limiti, per chi è titolare di queste tipologie di pensioni:
- l’Ape Sociale;
- Assegno Ordinario di Invalidità;
- pensione di invalidità pubblico impiego;
- pensione ai superstiti.
Nei prossimi paragrafi entreremo nel dettaglio di pensioni 2023 e redditi cumulabili. Intanto vi consigliamo, come sempre, di chiedere ulteriori informazioni presso patronati e consulenti della previdenza.
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Pensione 2023 e redditi cumulabili: quando è possibile
Abbiamo visto che pensione 2023 e redditi cumulabili non sempre vanno d’accordo e sono consentiti dal nostro ordinamento.
Dal 1° gennaio 2009 i redditi da lavoro, dipendente o autonomo, possono essere cumulati interamente con la pensione di vecchiaia e con la pensione anticipata (vale anche per l’ex pensione di anzianità), senza penalizzazioni sull’importo della pensione.
In parole povere, un pensionato può riprendere a lavorare e cumulare redditi da lavoro senza subire alcun taglio sull’importo della propria pensione.
Per quanto riguarda le prestazioni maturate col sistema interamente contributivo, l’INPS con una circolare (la numero 108 del 2008) ha stabilito che le condizioni affinché sia possibile cumulare il reddito da lavoro alla pensione sono:
- l’aver compiuto almeno 65 anni (uomini) o 60 anni (donne);
- l’aver maturato almeno 40 anni di contributi;
- la presenza di almeno 35 anni di contributi e di 61 anni di età.
Questa interpretazione potrebbe portare a escludere Opzione Donna dall’elenco delle misure previdenziali per le quali è possibile cumulare redditi da lavoro.
Invece, non ci sono limitazioni per le lavoratrici che, a 58 anni o 59 anni (fino al 2022) o a 58-59-60 anni (dal 2023) accedono a Opzione Donna una volta maturati 35 anni di contributi.
Pensione 2023 e redditi cumulabili: prestazioni con limitazioni
Pensione 2023 e redditi cumulabili. Le limitazioni ci sono eccome per chi ha avuto accesso all’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che l’INPS eroga a chi ha compiuto 63 anni di età e versato dai 30 ai 36 anni di contributi, se appartenente a queste categorie di lavoratori: disoccupati, caregiver, invalidi al 74% e impiegati in mansioni gravose.
Con l’Ape Sociale si può lavorare, a patto che i redditi da lavoro rimangono al di sotto degli 8.000 euro annui (lavoro dipendente) e inferiori a 4.800 euro annui (lavoro autonomo).
L’importante è che il titolare dell’Ape Sociale riprenda a lavorare dopo aver iniziato a percepire l’assegno mensile, pena la perdita del diritto.
Passando all’Assegno ordinario di invalidità, che spetta ai lavoratori con una riduzione della capacità lavorativa fino a 1/3 (66%), è consentito cumulare redditi da lavoro, ma l’importo dell’assegno subirà un taglio legato al reddito e agli anni di contributi versati.
Per i lavoratori dipendenti:
- taglio del 25% o del 50% della pensione a seconda se il reddito è superiore a 4 o 5 volte il trattamento minimo (nel 2023, la pensione minima è di 571 euro);
- con meno di 40 anni di contributi, se l’assegno è superiore al trattamento minimo, viene ridotto del 50% della quota eccedente il trattamento minimo.
Per i lavoratori autonomi:
- taglio del 25 o del 50% della pensione se il reddito da lavoro è superiore a 4 o 5 volte il trattamento minimo;
- con meno di 40 anni di contributi, se l’assegno è superiore al trattamento minimo, viene ridotto del 30% della quota eccedente il trattamento minimo.
Per quanto concerne le altre pensioni di invalidità del pubblico impiego derivanti da inabilità assoluta e permanente a qualsiasi proficuo lavoro e le pensioni di invalidità diverse dall’Assegno ordinario di invalidità e dalla pensione di inabilità, cumulare il reddito è consentito, ma l’assegno viene ridotto se:
- risulta superiore al trattamento minimo (50% della quota eccedente), ai lavoratori dipendenti con meno di 40 anni di contributi versati;
- risulta superiore al trattamento minimo (30% della quota eccedente), ai lavoratori autonomi con meno di 40 anni di contributi versati.
Infine, ai titolari di pensione ai superstiti – indiretta o reversibilità – cumulare il reddito alla pensione è consentito, ma l’assegno subirà un taglio del:
- 25% – se è superiore a 3 volte il trattamento minimo;
- 40% – se è superiore a 4 volte il trattamento minimo;
- 50% – se è superiore a 5 volte il trattamento minimo.

Pensione 2023 e redditi cumulabili: quando è vietato?
In altri casi, invece, pensione 2023 e redditi cumulabili non vanno d’accordo.
Chi è andato in pensione con Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi), Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) e chi andrà in pensione con Quota 103 (62 anni di età e 38 di contributi), non può riprendere a lavorare fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Per chi è andato in pensione con Quota 41 per lavoratori precoci (41 anni di contributi versati, di cui almeno uno prima dei 19 anni di età, se disoccupati, caregiver, invalidi al 74% o impiegati in mansioni gravose o usuranti) e con la pensione anticipata per lavori usuranti, non sarà possibile cumulare redditi da lavoro fino alla maturazione dei requisiti contributivi per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne).
Infine, non è consentito cumulare redditi da lavoro alla pensione ai titolari della pensione di inabilità, essendo questa erogata soltanto a chi è impossibilitato a svolgere un’attività lavorativa a causa di problemi fisici o psichici.
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