Nell’articolo di oggi vedremo entro quando spendere il Reddito di cittadinanza di luglio 2023 per evitare brutte sorprese (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
Entro quando spendere il Reddito di cittadinanza di luglio 2023?
Per quanto riguarda la mensilità del Reddito di cittadinanza di luglio 2023, i beneficiari devono utilizzare gli importi entro il 31 agosto 2023.
Questa scadenza è valida sia per coloro che ricevono il pagamento il 14 luglio 2023, perché rappresenta la prima mensilità in assoluto o la prima dopo il rinnovo, sia per quanti ricevono il versamento il 27 luglio 2023 e sono già beneficiari da tempo.
È importante sottolineare che la scadenza del 31 agosto 2023 si applica solo alla mensilità di luglio 2023. Non riguarda le somme presenti sulla carta Rdc relative a eventuali arretrati o alla quota dell’Assegno Unico. Questi importi potranno essere utilizzati anche dopo la scadenza del 31 agosto 2023.
In sintesi, i beneficiari del Reddito di cittadinanza devono utilizzare l’importo relativo alla mensilità di luglio 2023 entro il 31 agosto 2023, indipendentemente dalla data di accredito. Tuttavia, questa limitazione temporale non si applica alle somme relative ad arretrati o all’Assegno Unico presenti sulla carta Rdc.
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Tabella delle scadenze del Reddito di cittadinanza 2023
Ecco di seguito il calendario che indica entro quale data bisogna spendere il Reddito di cittadinanza nel corso del 2023 per evitare di perdere l’importo.
Il calendario si estende fino a dicembre, poiché dopo tale data il Reddito di cittadinanza sarà cancellato definitivamente.
Mensilità di Rdc | Scadenza per spendere l’importo |
giugno 2023 | 31 luglio 2023 |
luglio 2023 | 31 agosto 2023 |
agosto 2023 | 30 settembre 2023 |
settembre 2023 | 31 ottobre 2023 |
ottobre 2023 | 30 novembre 2023 |
novembre 2023 | 31 dicembre 2023 |
dicembre 2023 | 31 gennaio 2024 |
Quali sono le conseguenze se non si riesce a utilizzare l’importo del Rdc entro la scadenza?
Se l’importo del Reddito di cittadinanza non viene utilizzato entro la scadenza stabilita, ci sono delle conseguenze definite dal Decreto 4/2019 (art. 3, comma 15). Secondo le disposizioni, se l’importo non viene speso entro la fine del mese solare successivo a quello della ricarica, si verifica una decurtazione.
Nel caso specifico della mensilità di luglio 2023, se non viene spesa entro il 31 agosto 2023, a partire da settembre la somma subirà una decurtazione.
L’INPS, dopo aver effettuato la ricarica per la mensilità di agosto, verificherà, l’ultimo giorno del mese, se c’è un saldo superiore all’importo della mensilità regolare di Reddito di cittadinanza. L’importo in eccesso, ovvero quello che supera l’importo della mensilità regolare, verrà sottratto dal saldo della carta Rdc.
Tuttavia, è importante notare che l’importo sottratto non potrà superare il 20% dell’ammontare della mensilità regolare del Reddito di cittadinanza che il beneficiario percepisce. In ogni caso, è fondamentale utilizzare l’importo entro la scadenza stabilita per evitare eventuali penalizzazioni e decurtazioni del saldo disponibile.

Esempio di calcolo della decurtazione mensile per Rdc non speso
Ecco un esempio concreto di come viene calcolata la decurtazione del Reddito di cittadinanza nel caso in cui l’importo non venga utilizzato entro la scadenza stabilita.
Supponiamo che un beneficiario del Reddito di cittadinanza riceva una mensilità regolare di 500 euro. La mensilità di luglio 2023 deve essere spesa entro il 31 agosto 2023, ma per qualche motivo il beneficiario non riesce a utilizzare l’intero importo entro la scadenza.
Il 31 agosto l’INPS effettua una verifica e constata che il saldo sulla carta Rdc supera l’importo di 500 euro, pari alla mensilità regolare. Viene applicata perciò una penalizzazione del 20% sull’importo in eccesso.
Supponiamo che il saldo sulla carta Rdc al 31 agosto sia di 700 euro. In questo caso, l’importo in eccesso rispetto alla mensilità regolare è di 200 euro (= 700 euro – 500 euro).
Tuttavia, la decurtazione massima consentita è pari al 20% dell’ammontare della mensilità regolare e nel nostro caso è di 100 euro (20% di 500 euro). Quindi, verranno trattenuti dall’INPS solo 100 euro e non tutti i 200 euro in eccesso.
La decurtazione sarà applicata all’accredito del mese successivo, nel nostro caso settembre 2023.
Entro quando spendere il Reddito di cittadinanza prima della decurtazione semestrale
Quando vengono corrisposti arretrati sulla carta Rdc non è obbligatorio spendere la somma entro la fine del mese solare successivo all’accredito. Tuttavia, l’INPS effettua una verifica semestrale per controllare gli importi non utilizzati.
L’INPS suddivide l’anno del Reddito di cittadinanza in due semestri e alla fine di ciascun semestre esegue una verifica complessiva, tenendo conto degli importi non spesi delle sei mensilità. Durante questa verifica, viene calcolata la differenza tra il saldo disponibile sulla carta, escludendo gli arretrati relativi al semestre, e l’importo di una mensilità di Rdc.
Se il saldo risulta superiore al beneficio mensile massimo percepito, la differenza viene sottratta integralmente dall’importo erogato nel mese successivo o, se non è sufficiente, dalla disponibilità sulla carta fino al limite massimo.
Tuttavia, non avverrà alcuna decurtazione se l’importo da sottrarre è inferiore al 20% del beneficio minimo (8 euro).
Esempio di calcolo della decurtazione semestrale per Rdc non speso
Immaginiamo che un beneficiario del Reddito di cittadinanza riceva una mensilità regolare di 500 euro. Alla fine del primo semestre dell’anno, il saldo sulla carta Rdc ammonta a 900 euro, comprensivo di arretrati. Questi arretrati non sono relativi al semestre in corso e quindi possono essere sottratti dall’INPS.
L’INPS effettua una verifica complessiva al termine del semestre e confronta l’importo non speso, che ammonta a 900 euro, con la mensilità regolare che è di 500 euro e che non può essere decurtata.
In altre parole, ci sono solo 400 euro di importo non speso che l’INPS può prendere (= 900 euro – 500 euro). Infatti, una mensilità regolare deve essere esclusa dalla decurtazione. Di conseguenza, seguendo le disposizioni del decreto (4/2019), l’INPS procede alla decurtazione di questi 400 euro in eccesso.
FAQ Reddito di cittadinanza
Entro quando devo spendere il Reddito di cittadinanza del 27 luglio 2023?
Per la mensilità di luglio 2023, c’è tempo fino al 31 agosto 2023 per utilizzare il Reddito di cittadinanza. Questo vale sia per i nuovi beneficiari che per coloro che ricevono da tempo l’importo. La data di accredito non conta, l’importante è usare le somme entro il limite stabilito.
Quando dovrei spendere il Reddito di cittadinanza per evitare la decurtazione semestrale?
L’INPS verifica semestralmente gli importi non usati. Se il saldo non speso è superiore al beneficio mensile massimo, l’INPS sottrae la differenza dall’importo del mese successivo. Il secondo semestre del 2023 scade il 31 dicembre, quindi è bene utilizzare le somme non spese prima di questa data.
Cosa posso comprare con il Reddito di cittadinanza?
Con la carta del Reddito di cittadinanza è vietato acquistare questi beni e servizi:
- acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali;
- armi;
- materiale pornografico e beni e servizi per adulti;
- servizi finanziari e creditizi;
- servizi di trasferimento di denaro;
- servizi assicurativi;
- articoli di gioielleria;
- articoli di pellicceria;
- acquisti presso gallerie d’arte e affini;
- acquisti in club privati.
Si possono comprare cosmetici con il Reddito di cittadinanza?
È un prodotto che potremmo definire borderline perché non c’è nessuna normativa che vieti esplicitamente l’acquisto di cosmetici o profumi, nonostante non siano tra i beni necessari.
Tecnicamente infatti sono prodotti che non rientrano tra i beni di prima necessità e, in linea teorica, non si dovrebbe usare il Rdc per queste spese.
Tuttavia le profumerie non vendono solo profumi e cosmetici, ma moltissimi prodotti di prima necessità, quindi in questi negozi in genere la carta del Rdc viene accettata regolarmente su tutti gli acquisti anche cosmetici e profumi. La normativa del Reddito di cittadinanza sugli acquisti ammessi è infatti meno chiara di quanto si pensi e questo è uno dei casi dubbi.
Si può usare il Rdc per acquisti online?
No! La normativa del Rdc vieta qualsiasi tipo di acquisto online, anche per le spese ammesse. Ovvero, se un prodotto è acquistabile con il Reddito di cittadinanza, deve per forza essere comprato in un negozio fisico. Quindi con il Reddito di cittadinanza non si può comprare su Amazon!
Si possono effettuare bonifici con il Reddito di cittadinanza?
Si, ma solo un bonifico al mese ed esclusivamente per pagare le spese relative a mutuo o affitto dell’abitazione principale del nucleo familiare.
Con il Reddito di cittadinanza si può comprare un cellulare?
Si, cellulari, tablet, computer e piccoli elettrodomestici rientrano tra le spese possibili con la carta del Rdc.
Le sigarette si possono comprare con il Reddito di cittadinanza?
Assolutamente no! Alcolici e tabacco sono spese espressamente vietati. Nel divieto sono incluse le sigarette elettroniche.
Con il Reddito di cittadinanza si può pagare l’assicurazione?
No! I servizi finanziari e assicurativi fanno parte delle spese espressamente vietate, che il Reddito di cittadinanza non ammette.
Con il Reddito di cittadinanza si può fare benzina?
Si! Non c’è nessun esplicito divieto che impedisca di usare la carta del Rdc per pagare il benzinaio. Per il 2023 ci sono degli interessanti sconti benzina come fringe benefit destinati ai lavoratori dipendenti.
Con il Reddito di cittadinanza si può pagare il parrucchiere?
No! con il Reddito di cittadinanza non si può pagare il parrucchiere, poiché si tratta di un servizio che non rientra tra i beni di prima necessità.
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