Reddito di cittadinanza: aumentano i controlli, è ora operativo anche il protocollo tra Inps e Ministero della Giustizia. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
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Si amplia dunque la rete delle verifiche per il Reddito di Cittadinanza. L’ultimo accordo, quello appunto tra l’ente di previdenza e il Ministero della Giustizia, consentirà un ulteriore scambio di informazioni che saranno utilizzate per la concessione o la revoca del beneficio.
La notizia dell’accordo è stata diffusa dall’Inps in un comunicato stampa. L’ente spiega nei dettagli quali saranno i sistemi di interscambio che sono stati previsti dal ministero.
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Questi controlli saranno effettuati su tutte le persone che richiedono o già ricevono il Reddito di Cittadinanza.
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Condanne penali
Ma di cosa si tratta e quali sono le informazioni che potrebbero essere utili all’Inps?
Si tratta del Ministero della Giustizia e quindi, in questo caso, è facile immaginare su cosa punteranno le verifiche.
L’ente previdenziale trasmetterà al ministero l’elenco sempre aggiornato delle persone che ricevono o richiedono il reddito. Si andrà a verificare l’eventuale esistenza nel casellario centrale di condanne con sentenza passata in giudicato.
I controlli riguardano gli ultimi dieci anni e per reati di particolare gravità, come, tra gli altri:
- terrorismo;
- eversione di stampo mafioso;
- rapina;
- estorsione;
- sequestro di persona;
- truffa;
- usura e così via.
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Privacy
La conclusione di queste verifiche avrà come risultato l’eventuale revoca o mancata di concessione del beneficio.
L’Inps fa sapere che questo scambio integrale di informazioni sarà attivato nel pieno rispetto della privacy. Sarà infatti attivato un circuito privato virtuale e sicuro sulle dorsali pubbliche.
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Reddito di cittadinanza: Inps, nel’interesse dei cittadini
Sul nuovo protocollo è intervenuto anche il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico: «Il protocollo – spiega – è frutto di una intensa collaborazione tra due istituzioni ed è un significativo passa in avanti verso maggiori controlli automatizzati per l’erogazione del reddito di cittadinanza a chi ne ha diritto».
«Il potenziamento delle verifiche e l’interoperabilità delle banche dati su tutte le prestazioni – ha concluso il presidente dell’Inps – è una priorità dell’istituto per garantire i cittadini e gli interessi del Paese».
Controlli preventivi
Sul nuovo protocollo si è espresso anche il direttore generale dell’ente previdenziale, Vincenzo Caridi: «Grazie a un intenso lavoro di squadra – ha dichiarato – tra Inps, Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati e Dipartimento per gli affari di Giustizia, è stato possibile approfondire congiuntamente ogni aspetto tecnico e normativo per realizzare procedure che puntano sempre più sui controlli preventivi rispetto all’erogazione della prestazione».
«Nuove tecnologie e competenze – ha concluso – ci permetteranno di incrementare ulteriormente l’efficacia dei servizi della pubblica amministrazione e i controlli sincroni».
Esito domande reddito di cittadinanza: quanto tempo ci vuole
L’uso di questo protocollo è stato sollecitato dallo stesso governo dopo che si sono riscontrati diversi casi di reddito di cittadinanza erogato in favore di persone che sono risultate affiliate alla malavita organizzata o attive nel traffico di sostanze stupefacenti.
Quanti enti a verificare
Ma quello del ministero di Giustizia è solo l’ultimo dei tanti controlli che sono stati disposti su chi riceve (o vorrebbe ricevere) il Reddito di Cittadinanza. Sono da mesi già al lavoro, tra gli altri, anche l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato del Lavoro e la Guardia di Finanza.
L’Inps ha iniziato da tempo a incrociare anche i dati con l’Aci (Automobile Club Italia), le Regioni e i Comuni.
Reddito di cittadinanza: conseguenze penali
Come sapete le frodi commesse per ottenere l’Rdc costituiscono un reato e possono comportare anche a sentenze penali. Soprattutto se per ottenere il beneficio sono state presentate dichiarazioni o documenti falsi, ma anche se sono state omesse delle informazioni. La pena prevista oscilla tra i due e i sei anni di reclusione.

Clima politico
C’è da dire comunque che intorno all’Rdc si è alimentato un clima che non rappresenta la realtà dei fatti. Tra chi propone il referendum per abolirlo (Renzi), partiti che sono apertamente contrari (Lega) e campagne stampa a senso unico (come quelle che incolpano l’Rdc perché non si trovano baristi o camerieri), si sta perdendo di mira l’indubbia importanza sociale di questo strumento assistenziale.
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