Reddito di cittadinanza, cosa prendo quando finisce?

Molti cittadini si chiedono “cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza?”. Ecco alcuni scenari possibili.

Chiara Del Monaco è una linguista e copywriter specializzata in welfare.
Conoscila meglio

7' di lettura

Cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza? E’ quello che molti attuali beneficiari si stanno chiedendo negli ultimi giorni, in attesa di avere maggiori informazioni dal Governo. In questo approfondimento illustriamo alcuni scenari possibili dopo il Rdc (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Dopo la decisione del Governo di porre fine al Reddito di cittadinanza dal 1° gennaio 2024, molte famiglie che al momento percepiscono il sussidio anti-povertà si sono giustamente preoccupate perché non sanno che fine faranno dall’anno prossimo.

In base alle dichiarazioni del Ministero del Lavoro, entro il 1° gennaio sarà introdotta una nuova misura per sostenere tutte le famiglie che ne hanno bisogno, soprattutto quelle che “sono in condizioni di lavorare”.

Tuttavia, negli ultimi mesi sono state messe sul tavolo varie proposte sul possibile strumento da introdurre l’anno prossimo, senza però trovarne uno definitivo. L’ultima proposta del Ministero, in attesa di approvazione, è caratterizzata da tre misure: Gil, Pal e Gal.

Nei prossimi paragrafi cerchiamo di rispondere ai cittadini che si stanno chiedendo “Cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza?”, spiegando gli scenari possibili finora.

Indice

Cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza: rinnovo Rdc

Cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza? Questa domanda sta interessando soprattutto gli attuali percettori del Rdc che presto termineranno le mensilità del contributo economico e non sanno cosa aspettarsi per i prossimi mesi.

Se consideriamo il contenuto della legge di bilancio 2023, la risposta a questa domanda cambia in base alle categorie di destinatari. In particolare, se a finire le mensilità in questi mesi sono i non occupabili, allora lo scenario che si verificherà è piuttosto rassicurante.

Infatti, i nuclei familiari in cui sia presente almeno un minorenne, una persona con disabilità o un membro di almeno 60 anni di età (ossia i cosiddetto inoccupabili o non occupabili) hanno diritto al Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023. Ciò significa che se finiscono i 18 mesi di Rdc, possono rinnovare la misura dopo un mese di sospensione.

In questo modo, avrebbero comunque la sicurezza di ricevere un sostegno economico fino alla fine dell’anno.

Lo stesso non si può dire per gli “occupabili”, ossia coloro che secondo il Governo si trovano nelle condizioni favorevoli per lavorare e quindi non avrebbero bisogno di alcun aiuto economico. Nel prossimi paragrafo vediamo lo scenario possibile per questa categoria di beneficiari.

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Cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza: Pal e Gal per occupabili

Per i cittadini che rientrano nella categoria degli occupabili, e cioè persone tra 18 e 59 anni che non presentano disabilità e si trovano nelle condizioni di lavorare, lo scenario rispetto al Reddito di cittadinanza è ancora meno roseo dei non occupabili.

In particolare, in base alle modifiche applicate al Rdc dalla legge di bilancio 2023, questi percettori hanno diritto al Reddito di cittadinanza solo per 7 mesi nel 2023, senza possibilità di rinnovarlo e rimanendo scoperti fino alla fine dell’anno.

Cosa fare allora?

Secondo l’ultima proposta del Ministero del lavoro, inserita nel testo di bozza del Decreto lavoro, per questi beneficiari ci sarebbe la possibilità di ottenere la Pal, ossia la Prestazione di accompagnamento al lavoro.

Si tratta di una misura transitoria attiva da settembre 2023, destinata proprio agli occupabili che a breve finiranno le mensilità del Reddito di cittadinanza. Tuttavia, per accedere a questa prestazione, che consiste in 350 euro mensili, è obbligatorio aver firmato il Patto per il lavoro e aver sottoscritto la Dichiarazione di immediata disponibilità presso un Centro per l’impiego.

La Prestazione di accompagnamento al lavoro è transitoria perché dovrebbe terminare a dicembre 2023, per essere sostituita da un’altra misura di politica attiva del lavoro. Secondo la bozza del Decreto, infatti, da gennaio 2024 entrerà in vigore la Gal, cioè la Garanzia per l’attivazione lavorativa.

Si tratta di un contributo di 350 euro mensili, che può essere richiesto anche da due componenti dello stesso nucleo familiare, e spetta alle persone che non rientrano nei requisiti previsti dalla Gil (la misura sostitutiva del Rdc). In particolare, possono richiedere questo sostegno i cittadini di età compresa tra i 18 e i 59 anni con un ISEE non superiore a 6.000 euro all’anno.

Scopri a chi spetta la Pal da settembre 2023 e perché la Gal è a rischio.

Cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza: in foto, una donna con l’aria preoccupata.

Cosa prendo quando finisce il Reddito di cittadinanza: a chi spetta la Gil

Nei paragrafi precedenti abbiamo mostrato gli scenari possibili per i cittadini che perderanno le mensilità del Reddito di cittadinanza in questi mesi e non sanno cosa aspettarsi dopo il sussidio anti-povertà.

Prima di approfondire la misura che forse sostituirà il Reddito di cittadinanza da gennaio 2024, ci teniamo a specificare che tutte le informazioni comunicate finora sono frutto di ipotesi, in quanto il Governo non ha ancora approvato il Decreto lavoro così come è stato presentato dal Ministero del Lavoro.

In ogni caso, ora che abbiamo visto cosa potrebbe succedere agli occupabili e agli inoccupabili entro la fine dell’anno, vediamo nel dettaglio in cosa consiste e come funziona la Gil, acronimo di Garanzia per l’inclusione lavorativa, ossia la misura che dovrebbe sostituire il Reddito di cittadinanza dal prossimo anno.

Innanzitutto, questa misura è destinata solo alle famiglie considerate inoccupabili, infatti questa spetterebbe ai nuclei familiari in cui ci sia almeno un componente con disabilità, minore di 18 anni, di almeno 60 anni di età o che abbia diritto all’assegno di invalidità civile.

Per avere diritto al contributo economico bisogna rispettare questi requisiti reddituali e patrimoniali:

  • un valore dell’ISEE, in corso di validità, non superiore a 7.200 euro, contro i 9.360 euro previsti per il Reddito e la Pensione di cittadinanza;
  • un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. In questo caso non solo cambia il valore rispetto alla Pdc (7.50 euro), ma anche il calcolo della scala di equivalenza;
  • un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini ISEE, diverso dalla casa di abitazione entro un valore ai fini IMU massimo di 150.000 euro, non superiore a 30.000 euro;
  • un valore del patrimonio mobiliare, come definito ai fini ISEE, non superiore a una soglia di 6.000 euro, accresciuta di 2.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro, incrementato di ulteriori 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo. I predetti massimali sono ulteriormente incrementati di 5.000 euro per ogni componente in condizione di disabilità e di 7.500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite a fini ISEE, presente nel nucleo.

Per quanto riguarda l’importo spettante, la Gil dà diritto a 500 euro mensili, moltiplicati per la scala di equivalenza (che tuttavia è diversa rispetto a quella prevista dal Rdc) e a un’integrazione fino a 280 euro al mese per chi vive in un immobile in affitto.

In merito alla durata, la misura viene erogata per 18 mesi dopo la prima domanda, per poi essere rinnovata ogni 12 mesi.

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