Con l’arrivo del 2023 i cittadini che percepiscono ogni mese prestazioni economiche cominciano a chiedersi cosa bisogna fare per non perderle. Per esempio, una domanda comune riguarda il Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE. In questa guida approfondiamo i dettagli e forniamo una risposta (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Come per altri contributi economici erogati dallo Stato, anche per avere il Reddito di cittadinanza è necessario presentare l’ISEE, ossia l’indicatore della situazione economica equivalente di ogni nucleo familiare.
Se questo documento non viene rinnovato nei tempi prestabiliti, cioè entro il 31 gennaio 2023, il sussidio anti-povertà viene sospeso. Ecco perché nei prossimi paragrafi cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulle scadenze a cui prestare attenzione per il Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE.
Indice- Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE? Ecco la risposta
- Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE: che succede se non si rinnova l’ISEE
- Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE: cosa cambierà
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Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE? Ecco la risposta
In questi ultimi giorni di dicembre sono molte le famiglie che si stanno ponendo delle domande sull’ISEE, sulla DSU e tutta la documentazione necessaria per dichiarare la propria situazione reddituale e accedere così ai contributi economici che prevedono certi limiti di reddito.
Tra queste famiglie ci sono per esempio i nuclei percettori di Reddito di cittadinanza che si domandano se è possibile ricevere il Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE.
La risposta è sì: per ottenere la mensilità di gennaio 2023 l’INPS tiene conto dell’ISEE vecchio, quindi valido entro il 31 dicembre 2022. Il motivo è che il Reddito di cittadinaza (così come la Pensione di cittadinanza) è erogato con verifica dei requisiti ISEE l’ultimo giorno del mese precedente al pagamento.
Di conseguenza, a fine gennaio l’INPS eroga l’importo di dicembre 2022 e verifica i requisiti entro il 31 dicembre 2022. Invece, per l’importo di febbraio 2023 l’Istituto tiene conto dei requisiti reddituali e patrimoniali dell’ISEE nuovo, che va quindi presentato entro il 31 gennaio 2023.
Quindi, ciò vuol dire che la scadenza per rinnovare l’ISEE per il Reddito di cittadinanza è fissata al 31 gennaio 2023, mentre per la ricarica Rdc di gennaio è sufficiente l’ISEE precedente.
Ma perché è necessario rinnovare questo documento ogni anno? Il motivo è che la DSU, cioè la Dichiarazione Sostitutiva Unica su cui si basa l’ISEE, scade il 31 dicembre dello stesso anno in cui viene presentata. Quindi, è necessario aggiornare ogni anno DSU e ISEE per verificare se il nucleo familiare rientra ancora nei requisiti previsti per il Reddito di cittadinanza o altra prestazione, oppure no.
E cosa succede se non si rinnova l’ISEE entro il 31 gennaio 2023? Ne parliamo nel prossimo paragrafo.
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Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE: che succede se non si rinnova l’ISEE
Nel paragrafo precedente abbiamo spiegato che per continuare a ricevere il Reddito di cittadinanza anche nel 2023 è necessario presentare l’ISEE nuovo entro il 31 gennaio 2023 per dimostrare di essere ancora in possesso dei requisiti previsti dal dl 4/2019. Almeno finora, le condizioni per accedere al beneficio sono le seguenti:
- un valore ISEE inferiore a 9.360 euro;
- un valore del patrimoio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
- un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità);
- un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, soglia aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla pensione di cittadinanza.
- Se il nucleo risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.
Ma cosa succede se i beneficiari non rinnovano l’ISEE entro il 31 gennaio? La buona notizia è che non si rischia di perdere il sussidio per un ritardo di questo tipo. Tuttavia, l’erogazione del Reddito di cittadinanza viene sospesa finché non verrà sottoscritta la nuova DSU.
Poi, una volta rinnovato l’ISEE, l’INPS provvederà a pagare anche le mensilità spettanti da febbraio 2023, fino a compensare gli arretrati sospesi in precedenza.

Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE: cosa cambierà
In questo approfondimento abbiamo illustrato tutti i dettagli sul Reddito di cittadinanza di gennaio 2023 senza ISEE, ricordando anche i requisiti da rispettare per ottenere il sussidio anti-povertà.
Come sappiamo, però, dal prossimo anno, e quindi tra pochissimo, cambieranno molti aspetti relativi al Reddito di cittadinanza.
Il primo e più discusso è senza dubbio la durata, in quanto secondo la legge di bilancio 2023 il Reddito di cittadinanza sarà erogato per un massimo di 12 mesi, contro i 18 prorogabili finora, a coloro che non sono considerati nelle condizioni di lavorare. Si tratta cioè delle persone che hanno nel proprio nucleo familiare:
- persone con disabilità a carico, ai sensi dell’allegato 3 del DPCM 159/2013 (quindi non tutti i disabili);
- persone minorenni a carico;
- familiari con più di 60 anni a carico.
Tutti gli altri nuclei familiari, invece, potranno percepire il sussidio solo per 7 mesi, quindi da gennaio a luglio 2023 in caso di pagamento continuativo. Il motivo di questa riduzione, che fino a qualche settimana fa si fermava a 8 mesi, è perché il Governo vuole utilizzare le risorse recuperate per pagare l’aumento delle pensioni minime.
Inoltre, per i cittadini tra i 18 e i 59 anni considerati occupabili, e cioè nella condizione di lavorare, la manovra finanziaria prevede alcuni aggiornamenti sugli obblighi e le restrizioni del sussidio. In particolare, dal 1° gennaio 2023 questi beneficiari:
- dovranno essere inseriti obbligatoriamente in corsi di formazione e riqualificazione professionale per un periodo di sei mesi. Chi non frequenterà questi corsi perderà automaticamente il diritto al sussidio, facendolo quindi decadere per tutto il nucleo familiare. Inoltre, saranno le singole Regioni a trasmettere all’Anpal gli elenchi dei soggetti che non rispettano questo obbligo;
- il Reddito di cittadinanza sarà cumulabile con un contratto di lavoro stagionale o intermittente dal quale proviene un reddito massimo di 3.000 euro annui lordi. Superata questa soglia limite, i redditi eccedenti dovranno essere comunicati all’INPS;
- è prevista la decadenza del contributo economico se si rifiuta la prima offerta di lavoro congrua.
A queste novità dell’Rdc 2023 se ne aggiunge anche un’altra: la bozza della legge di bilancio abolisce il ruolo dei Centri per l’Impiego e dei Servizi sociali dei Comuni nella prestazione economica, i quali avevano il compito di predisporre le misure di inserimento lavorativo e sociale. Il motivo di questo cambiamento è la mancata efficacia di questo intervento.
In ogni caso, per avere informazioni certe sul futuro del Reddito di cittadinanza bisogna aspettare non solo l’approvazione della manovra finanziaria, ma anche eventuali decreti attuativi per disciplinare i cambiamenti applicati su questa prestazione economica.
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