Il Reddito di Cittadinanza può essere pagato ugualmente, anche se il percettore dichiara informazioni false? Andiamo a rispondere a questa domanda (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
- Reddito di Cittadinanza pagato ugualmente con informazioni false?
- Reddito di Cittadinanza, un’altra tesi: nessuna rilevanza penale per falsità dichiarate
- Reddito di Cittadinanza, l’importanza del nesso funzionale
- Reddito di Cittadinanza non revocato anche se è stato dichiarato il falso
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Reddito di Cittadinanza pagato ugualmente con informazioni false?
La Carta del Reddito di Cittadinanza (o RdC Card) non viene sequestrata se il beneficiario del sostegno dichiara il falso sul proprio reddito, ma solo se queste “menzogne” non incidono sul diritto a percepire la misura, che sussisterebbe comunque.
Mediante la sentenza 29910, la Cassazione ha preso le distanze dall’orientamento maggioritario affermato dai giudici di legittimità, secondo cui il reato previsto all’articolo 7 della Legge del 28 marzo 2019 n. 26 sul Reddito di Cittadinanza, dovrebbe scattare in modo automatico a seguito di informazioni non corrispondenti al vero, riguardo la condizione economica di chi fa richiesta della misura.
La corte Suprema, inoltre, considera “eccentrico” e “fuorviante” domandare una verifica delle false informazioni dichiarate per osservare se queste abbiano avuto peso, o meno, sulla percezione del Reddito di Cittadinanza.
Per i giudici che hanno deciso di seguire la Legge alla lettera, il dato più importante a livello penale è la “violazione del patto di leale collaborazione tra lo Stato e i cittadini più deboli”, che sono ritenuti degni di percepire il sussidio. Per questi, infatti, le omissioni o falsità coscienti sul proprio reddito potrebbero mettere a rischio il bene che è tutelato dalla stessa Legge.
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Reddito di Cittadinanza, un’altra tesi: nessuna rilevanza penale per falsità dichiarate
Differisce totalmente da quanto appena detto la tesi dei giudici della seconda sezione. Per loro, infatti, non c’è alcuna rilevanza penale nei comportamenti commissivi e omissivi, se in presenza di questi non sia presente una connessione funzionale con la ricezione indebita del RdC.
Si è arrivati a tale conclusione unicamente tenendo conto di una lettura puntuale della legge incriminatrice incrociata con le regole sui controlli. In particolare, è stato dichiarato che l’articolo 7, comma 1 della Legge 28 marzo 2019, n. 26 “descrive l’elemento soggettivo della fattispecie secondo lo standard proprio del dolo specifico, in ragione della finalità richiesta perché assuma rilevanza la condotta decettiva (“al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’articolo 3”)”.
La Suprema corte ha altresì spiegato che la finalizzazione del comportamento del soggetto che abbia dichiarato il falso non può essere minimizzata al controllo della condotta psicologica del dichiarante, nonostante il suo operare avesse come unica finalità il raggiungimento dell’obiettivo esplicitato dalla norma: la percezione indebita del Reddito di Cittadinanza. Secondo quanto stabilito dalla Suprema corte, tale lettura risulta essere in linea con la Carta sul principio di offensività.
In poche parole, anche se il soggetto in questione ha dichiarato il falso riguardo al proprio reddito, per i giudici non si tratta di un fatto così rilevante, poiché questo era ugualmente in possesso di tutti i requisiti necessari per la percezione del Reddito di Cittadinanza. Non c’è, dunque, un collegamento diretto tra le informazioni non veritiere e il diritto a ricevere la misura anti-povertà e, pertanto, il sussidio non gli sarà revocato.
Reddito di Cittadinanza, l’importanza del nesso funzionale
In conclusione, viene data nuovamente una conferma dell’importanza del nesso funzionale direttamente dall’esame dell’organizzazione dei controlli riguardanti le richieste di percezione del Reddito di Cittadinanza.

In sostanza, l’obbligo di inoltrare all’autorità giudiziaria tutti i documenti amministrativi con i risultati dei controlli effettuati dagli enti preposti (quali l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’Agenzia delle Entrale e l’Ispettorato del lavoro) è richiesto solo in presenza di cittadini che percepiscono indebitamente il Reddito di Cittadinanza per via delle informazioni false dichiarate.
Per esempio, un caso è quando un cittadino dichiara di essere senza impiego, ma lavora in nero. In questo caso, la RdC Card potrà essere sequestrata. Nel caso in cui, invece, nonostante si dichiari il falso sussistano i diritti per la percezione del beneficio economico, non verrà effettuato alcun sequestro della carta del Reddito di Cittadinanza e il cittadino potrà continuare a godere del sostegno anti-povertà.
Reddito di Cittadinanza non revocato anche se è stato dichiarato il falso
Abbiamo visto che le persone interessate a percepire il Reddito di Cittadinanza, se dichiarano il falso, ma comunque hanno i requisiti idonei alla percezione della misura, non incorreranno in alcun tipo di provvedimento penale, neanche alla revoca del beneficio.
Discorso differente per chi omette informazioni significative, come la conformazione del nucleo familiare, oppure lo svolgimento di un’attività lavorativa. Chi decide di non comunicare all’INPS eventuali variazioni del nucleo familiare o lavorative, rischierà di perdere il beneficio economico mensile.
Attenzione, però: questo accadrà solo se queste variazioni saranno davvero rilevanti ai fini della percezione del sostegno, altrimenti, data la sentenza della Suprema corte, potranno essere omesse. Anche se si tratta di un comportamento non proprio corretto, eticamente parlando.
Ricordiamo, però, che i “furbetti del Reddito di Cittadinanza”, meglio conosciuti con il nome di evasori (coloro che lavorano in nero e percepiscono la misura), potranno essere denunciati alle autorità competenti nei seguenti modi:
- segnalazione all’Ispettorato del Lavoro (la segnalazione potrà anche essere effettuata in maniera anonima, anche se solo in casi gravissimi);
- segnalazione alla Guardia di Finanza chiamando il numero di pubblica utilità 117, oppure rivolgendosi al reparto territoriale più vicino, facendo un esposto.
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