Nuove regole in tema Reddito di cittadinanza. La nota 5824 del 5 luglio 2022 – emanata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – ha fornito i nuovi valori reddituali di riferimento ai fini dell’esonero dagli obblighi lavorativi previsti dalla normativa sul Reddito di cittadinanza. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Reddito di cittadinanza: i beneficiari
- Reddito di cittadinanza: i nuovi valori economici
- Reddito di cittadinanza: non pignorabilità del beneficio
- Reddito di cittadinanza: nuove comunicazioni se si inizia a lavorare
- Reddito di cittadinanza: le offerte di lavoro
- I casi di revoca del Reddito di cittadinanza
- Ricevi tutte le news sempre aggiornate su bonus e lavoro
Reddito di cittadinanza: i beneficiari
La regola generale per accedere al Reddito di cittadinanza è che tutti i componenti del nucleo familiare devono essere maggiorenni, non occupati e che non frequentano un regolare corso di studi.
Inoltre va sottolineato che sono considerati disoccupati – come previsto dal dl 4/2019 – i lavoratori anche con reddito da lavoro compreso entro uno specifico limite. Sono esclusi dall’obbligo di lavoro invece:
- i beneficiari della Pensione di cittadinanza;
- i beneficiari del Reddito di cittadinanza pensionati o comunque di età pari o superiore a 65 anni;
- componenti con disabilità (fatta salva la possibilità di richiedere la volontaria adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale).
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Reddito di cittadinanza: i nuovi valori economici
La legge di Bilancio 2022 ha ridisegnato gli importi di reddito massimo necessari a conservare lo stato di disoccupazione. Vediamoli nel dettaglio.
Prima delle modifiche per il lavoro dipendente il valore del reddito doveva essere pari o inferiore a 8.145,00 euro annui, mentre per il lavoro autonomo, il valore del reddito doveva essere pari o inferiore ad 4.800,00 euro. Sussiste, inoltre, la possibilità di esonero quando il tempo impiegato nell’attività lavorativa sia superiore alle 20 ore settimanali, nonché quando il tempo di lavoro – addizionato al tempo impiegato per raggiungere il luogo di lavoro – sia superiore alle 25 ore settimanali.
Ora vediamo gli importi aggiornati:
- In caso di lavoro dipendente sia subordinato (compreso il lavoro intermittente) sia parasubordinato: il nuovo limite reddituale è pari a 8.174,00 euro;
- In caso di lavoro autonomo (compresa la partecipazione in qualità di coadiuvanti o collaboratori all’impresa familiare e le prestazioni di lavoro autonomo occasionale con ritenuta d’acconto senza partita Iva): il nuovo limite reddituale è pari a 5.500,00 euro.
Sono stati aggiornati anche i modelli relativi alle autocertificazini connesse all’esonero dagli obblighi lavorativi sia per i lavoratori che per gli enti interessati.
Li alleghiamo di seguito:
- Fac-simile Autocertificazione situazione esonero
- Fac-simile Comunicazione cessazione situazione esonero
- Fac-simile Attestazione ente erogatore esonero dagli obblighi
Inoltre sul sito Thewam.net abbiamo anche caricato il modulo nel caso della variazione d’affitto. Ma non è finita qui. La legge di Bilancio 2022 (Legge n. 234 del 30 dicembre 2021) introduce altre modifiche ed integrazioni alla misura Rdc.
Reddito di cittadinanza: non pignorabilità del beneficio
Innanzitutto, stabilisce la non pignorabilità del Reddito di cittadinanza, che viene configurato come sussidio di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri, ai sensi dell’articolo 545 del Codice di procedura civile, per il quale «non possono essere pignorati i crediti aventi per oggetto i sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficienza».
Reddito di cittadinanza: nuove comunicazioni se si inizia a lavorare
In secondo luogo, viene stabilita una importante modifica circa le comunicazioni di variazioni della condizione di occupazione. Nel caso di avvio di un’attività d’impresa o di lavoro autonomo, svolta sia in forma individuale sia di partecipazione, da parte di uno o più componenti il nucleo familiare nel corso dell’erogazione del Rdc, la comunicazione deve essere effettuata, tramite il modello RdC/PdC-com esteso, il giorno antecedente all’inizio dell’attività e non più entro trenta giorni dall’inizio della stessa. Se non viene rispettata questa nuova tempistica, si stabilisce la decadenza dal beneficio. Rimangono immutati i termini di comunicazione delle altre variazioni dell’attività lavorativa.

Reddito di cittadinanza: le offerte di lavoro
Sono rilevanti i cambiamenti in materia di obblighi dei beneficiari circa l’accettazione di offerte di lavoro “congrue”, che sono definite sulla base di quattro principi:
- coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate;
- distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico;
- durata dello stato di disoccupazione;
- retribuzione in rapporto al valore del beneficio;
Nell’ambito del Patto per il lavoro, il beneficiario di Reddito di cittadinanza deve accettare almeno una di due offerte congrue (anziché tre); in caso di rinnovo del beneficio, deve essere accettata, pena decadenza dal beneficio, la prima offerta di lavoro congrua.
In relazione alla distanza del luogo di lavoro, valgono le seguenti regole:
- una offerta di lavoro a tempo pieno e indeterminato è definita congrua se dista meno di ottanta chilometri (anziché 100), nel caso di prima offerta;
- una offerta di lavoro a tempo pieno e indeterminato ovunque collocata nel territorio italiano (anziché distante meno di 250 Km) è definita congrua se si tratta di seconda offerta;
- una offerta di lavoro a tempo determinato o a tempo parziale è definita congrua se entro ottanta chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, in caso sia di prima sia di seconda offerta congrua.
I casi di revoca del Reddito di cittadinanza
In caso di rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, scatta una diminuzione mensile di 5 euro per ciascun mese a partire dal mese successivo a quello in cui si è eventualmente rifiutata un’offerta congrua. Al secondo rifiuto, il sussidio sarà revocato (oggi questo accade al terzo rifiuto).
La riduzione si applica solo nei casi in cui il beneficio economico mensile, anche a seguito della rideterminazione in caso di rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, non risulti inferiore a 300 euro.
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