Reddito minimo europeo garantito: cosa può accadere dopo la raccomandazione dell’Unione Europea per l’introduzione di un reddito minimo uguale per tutti gli Stati membri? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Reddito minimo europeo garantito: cos’è?
- Reddito minimo europeo garantito: a cosa punta il Parlamento Europeo?
- Reddito minimo europeo garantito: come si valuta la soglia di povertà?
- Reddito minimo europeo garantito: cosa accadrà in Italia?
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Reddito minimo europeo garantito: cos’è?
L’entrata in vigore della nuova misura di inclusione attiva (la Mia), attesa a partire dal 1° settembre 2023, potrebbe non essere l’unica novità in tema di lotta alla povertà.
Dall’Unione Europea arrivano notizie interessanti anche per i cittadini italiani in difficoltà economiche e con redditi bassi.
Lo scorso 15 marzo, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione su una proposta di raccomandazione della Commissione europea legata all’introduzione di un reddito minimo europeo garantito per tutti gli Stati appartenenti all’UE.
In passato la Commissione europea aveva soltanto raccomandato l’introduzione di un reddito base, per contrastare la crisi economica in corso e garantire una vita dignitosa a ogni singolo cittadino.
Il Parlamento ha compiuto un ulteriore passo avanti, approvando l’emendamento proposto, tra gli altri, dal Partito Democratico e “bocciato” dalla maggioranza di governo (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia). Il terzo polo se n’è lavato le mani, astenendosi dal voto.
Cosa potrebbe cambiare in Italia dopo il via libera all’emendamento anti-povertà, con l’introduzione del reddito minimo europeo obbligatorio? Per farla breve, un aumento dell’importo minimo della Mia, che passerebbe da 550 euro a circa 875 euro al mese.
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Reddito minimo europeo garantito: a cosa punta il Parlamento Europeo?
Secondo alcuni dati raccolti nel 2021, oltre 95 milioni di europei vivono in condizioni economiche disagiate.
Per combattere il rischio povertà e l’esclusione sociale, il Parlamento Europeo, durante il vertice tenuto a Oporto, in Portogallo, ha fissato l’obiettivo di ridurre, entro il 2030, di almeno 15 milioni (tra cui 5 milioni di bambini), il numero di persone che vivono in condizioni economiche precarie.
Il Parlamento Europeo ha anche bacchettato l’Unione Europea per aver mancato il primo obiettivo: “sottrarre 20 milioni di persone alla povertà entro il 2020”.
La preoccupazione dell’organismo europeo nasce, in prima battuta, dal conflitto provocato – “ingiustificatamente” – dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, che ha determinato “un vertiginoso aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione”.
Se non si interviene in tempo, questo “potrebbe aggravare la crisi del costo della vita e provocare l’impoverimento e l’esclusione sociale di un crescente numero di persone”.
Ma l’obiettivo da perseguire nei prossimi 7 anni, fa presente il Parlamento Europeo, diventa difficile, se non impossibile, se “gli Stati membri non modernizzeranno e rafforzeranno i propri sistemi di protezione sociale in modo da promuovere l’inclusione sociale e sostenere le persone che sono in grado di lavorare tramite percorsi verso un’occupazione di alta qualità”.
Da qui l’invito agli Stati membri “ad aumentare gradualmente il sostegno al reddito minimo per le persone che non dispongono di risorse sufficienti a un livello almeno equivalente alla soglia AROPE nazionale (la soglia nazionale di rischio di povertà, ndr) o al valore monetario dei beni e servizi, o ad altri livelli comparabili stabiliti dal diritto e dalle prassi nazionali”.
Reddito minimo europeo garantito: come si valuta la soglia di povertà?
Agli Stati membri viene chiesto, prima di tutto, di valutare la soglia di povertà esistente sul territorio nazionale e, successivamente, adeguare il reddito minimo all’indicatore AROPE, che corrisponde al 60% del reddito disponibile mediano nazionale equivalente dopo i trasferimenti sociali.
Già su questo punto, però, vengono fuori i primi dubbi e le prime preoccupazioni, poiché ogni Stato pubblica le statistiche sulla povertà in modo diverso.
In Italia si fa riferimento ai dati dell’Eurostat e dell’ISTAT: il 60% del reddito disponibile mediano è pari a 10.500 euro annui.

Reddito minimo europeo garantito: cosa accadrà in Italia?
Cosa accadrà in Italia se la raccomandazione dell’Unione Europea si dovesse trasformare in una direttiva?
C’è differenza, infatti, tra raccomandazione, che non ha efficacia vincolante ma si limita a invitare gli Stati membri a conformarsi a un determinato comportamento, e la direttiva, che ha efficacia vincolante, ed è “adottata congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea al fine dell’assolvimento degli scopi previsti dai Trattati, perseguendo un obiettivo di armonizzazione delle normative degli Stati membri“.
Con l’introduzione di un reddito minimo europeo garantito, l’Italia dovrebbe adeguarsi alla direttiva europea, aumentando l’importo del sussidio anti-povertà in vigore.
Ricordiamo che la Mia avrà un importo mensile non superiore a 550 euro (alle famiglie senza disabili, minorenni e componenti oltre i 60 anni di età, l’importo cala a 375 euro al mese).
Adeguando la misura di inclusione attiva alla soglia minima di 10.500 euro, l’importo aumenterebbe di oltre 300 euro al mese, arrivando a circa 875 euro mensili. Un valore molto più alto della Mia e del Reddito di cittadinanza.
Cambierebbero, inoltre, anche le modalità di erogazione, poiché il reddito minimo europeo non mira soltanto a migliorare le condizioni economiche degli aventi diritto, ma anche a includere il beneficiario nelle politiche attive del lavoro.
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