Regioni in zona gialla, ora è corsa contro il tempo per scongiurare le restrizioni. La Sicilia è ormai certa di perdere la fascia bianca per entrare in quella del rischio moderato. Ha una sola chance per evitare il passaggio: aumentare i posti letto per far calare la percentuale dei ricoverati per covid. Ma sembra un tentativo disperato, e comunque utile sono ad allungare i tempi.
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Regioni in zona gialla: le altre in bilico
La Sardegna è in bilico. Due parametri sono molto oltre la soglia, il terzo è ancora in una zona di relativa sicurezza.
Regioni in zona gialla. Il pericolo è concreto anche in Toscana, in Calabria e in parte in Liguria. Ma gli indici sono in aumento, in alcuni casi lentamente, ovunque.
All’inizio di questa ondata alcuni esperti avevano sostenuto che i contagi sarebbero arrestati a metà agosto. È andata diversamente. Gli infetti continuano ad aumentare, senza impennate. Ma in modo costante.
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Regioni in zona gialla: corsa alla vaccinazione
Regioni in zona gialla. Si cerca di evitare il ritorno delle restrizioni puntando forte sull’incremento delle vaccinazioni. Si moltiplicano gli open day, soprattutto per i ragazzi. Tutti senza prenotazioni.
E il numero di under 19 che si sono immunizzati sta salendo rapidamente. Nella sola Lombardia ha aderito all’iniziativa il 65% degli adolescenti. Il 30% ha già completato il ciclo vaccinale.
Regioni in zona gialla: la progressione dei contagi
Per dare un’idea della progressione dei contagi basta guardare i dati di luglio di Sicilia, Sardegna e Toscana. Le tre regioni che oggi hanno il maggior numero di infetti.
A inizio luglio avevano 10 positivi ogni 100.000 abitanti. Un numero rassicurante.
Un mese e mezzo dopo la situazione è questa:
- Sicilia: 140 ogni 100.000
- Sardegna: 147 ogni 100.000
- Toscana: 132 ogni 100.000
Regioni in zona gialla: ricoveri e posti letto
La Toscana rispetto alle isole è ancora in sicurezza rispetto alla zona gialla perché ha un numero alto di posti letto. E quindi, nonostante i contagi, ha il 6% di ricoverati con covid nei reparti ordinari e nelle terapie intensive.
La Sicilia, con quasi lo stesso numero di contagi, ha invece il 15% dei posti occupati nei reparti ordinari e il 9% nelle terapie intensive.
La Sardegna ha l’8% di saturazione nei reparti ordinari e 9% in rianimazione
Emblematico il caso della Calabria: ha meno contagi ma anche molti meno posti letto. Risultato: 13% di saturazione dei reparti ordinari con pazienti covid.

Regioni in zona gialla: i due fattori
Con la modifica dei parametri, il passaggio a restrizioni più severe non è più causato solo dall’incidenza dei positivi per numero di abitanti.
Hanno un peso due fattori determinanti:
- la situazione delle strutture sanitarie, e quindi dove sono disponibili più posti letto il passaggio in fascia gialla è più complesso;
- il numero dei vaccinati, le regioni più esposte sono quelle dove la percentuale di vaccinati è più bassa, Sicilia in testa (da giorni è la regione dove si registrano più contagi).
C’è da dire che proprio l’immunizzazione di una larga fetta della popolazione sta riducendo in modo significativo i malati gravi di covid e i decessi (nessuno dimentica i numeri dell’ultima primavera, con 500/600 morti al giorno).
Regioni in zona gialla: le conseguenze
Regioni in zona gialla, senza una inversione di tendenza il passaggio alla fascia delle restrizioni potrebbe essere probabile per una buona parte del Paese entro la fine di settembre.
E zona gialla, lo ricordiamo, significa mascherina obbligatorie anche all’esterno e servizio al bar e nei ristoranti al chiuso fino alle 18. Un passo indietro che nessuno ha intenzione di fare. Ma che rischia di essere inevitabile.
Il numero dei nuovi positivi resta alto e cresce il tasso di positività (ieri 4,9%).
L’arma più potente per evitare nuove restrizioni resta il vaccino. Ma per ottenere risultati decisivi è necessario raggiungere una buona parte dei 5 milioni di over 50 che non si sono prenotati per ricevere la dose.
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