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Restituire il bonus 200 euro: ecco come evitarlo

Restituire il bonus 200 euro: il rischio è concreto per molte persone. Scopri subito come evitarlo.

di Sara Fannino

Luglio 2022

Restituire il Bonus 200 euro, ecco come evitarlo. Andiamo subito a scoprire chi corre il rischio di restituire il sussidio economico una tantum e perché (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Scopri subito se riceverai il bonus 200 euro a giugno, luglio o ottobre.

Indice:

Restituire il bonus 200 euro? Ecco a chi spetta

Il bonus 200 euro, che la Cgil propone di pagare ogni mese, è una misura nuovissima che è stata inserita nel piano di aiuti previsti dall’Esecutivo Draghi, con il decreto-legge del 17 maggio 2022, n. 50. La misura è indirizzata a tutte le famiglie italiane e il suo obiettivo è quello di aiutarle a combattere il carovita. A seguito dello scoppio della Guerra in Ucraina, infatti, c’è stata una vera e propria esplosione dei prezzi delle materie prime e dei beni di prima necessità.

Prezzi mai visti prima per i fertilizzanti, mais e mangimi per gli allevamenti, oltre che per benzina e gas. Il tutto si è riversato nelle tasche delle famiglie italiane che, secondo le ultime stime, solo nella prima parte dell’anno corrente hanno perso una somma di denaro pari a una tredicesima mensilità.

Ecco perché l’Esecutivo guidato dall’Ex Presidente della Banca Centrale Europea ha deciso di “regalare” agli italiani questo bonus 200 euro che sarà pagato anche sul reddito di cittadinanza. In particolare, la somma è destinata a tutti i lavoratori dipendenti, sia dell’Amministrazione Pubblica, che privati, oltre che pensionati e disoccupati percettori di NASpI e Dis-Coll, beneficiari di Reddito di Cittadinanza, lavoratori stagionali, intermittenti, incaricati di vendite a domicilio e lavoratori autonomi.

Tutte queste persone dovranno rispettare un solo requisito: potranno percepire il bonus 200 euro, concesso anche sulla Naspi a ottobre, solamente i cittadini che hanno un tetto massimo di reddito non superiore ai 35 mila euro lordi. Chi ha redditi che, nel 2021, superano questo importo, purtroppo, dovràdire addio al bonus una tantum del valore di 200 euro. Ma allora, chi dovrà restituire il bonus 200 euro? Scopriamolo subito insieme.

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Restituire il Bonus 200 euro? Le categorie

Gli accrediti di questo sostegno economico contro il carovita sono stati disposti in tre differenti periodi dell’anno:

Ogni beneficiario, in ogni caso, dovrà rispettare sempre il medesimo requisito: non dovrà superare la soglia di 35 mila euro lordi. Inoltre, è bene ricordare che questo sostegno contro il caro vita introdotto dall’esecutivo Draghi potrà essere percepito una sola volta per nucleo familiare ISEE, dunque, non ci dovranno essere più percettori della medesima misura nello stesso nucleo.

Ma allora chi dovrà restituire il bonus 200 euro? Semplice: dovranno restituire il bonus 200 euro tutti coloro che non rispettano i requisiti sopraindicati. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa si intende.

Bonus 200 euro da restituire, si può evitare?

Purtroppo, occorre dire che il meccanismo di erogazione di questo sostegno non funziona al meglio. L’Istituto nazionale per la previdenza sociale pagherà il bonus 200, anche sull’accompagnamento alle pensioni, verificando la situazione reddituale della persona interessata al beneficio una tantum, solo in un secondo momento successivo alla ricarica.

In poche parole, il beneficio potrà essere percepito in un primo momento anche da coloro che hanno redditi superiori ai 35.000 € e saranno proprio questi che dovranno restituire il bonus 200 euro. In particolare, quanto appena asserito stato confermato nello stesso decreto aiuti n. 50 del 17 maggio 2022, in cui si legge, all’articolo 32 comma 5:

“in caso di somme corrisposte in eccedenza, provvede alla notifica dell’indebito entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle informazioni reddituali”.

Dovranno restituire il bonus 200 euro, che in questa guida abbiamo spiegato come richiedere, anche le persone che riceveranno questo aiuto una tantum per più di una volta, come ad esempio i lavoratori che collaborano con due diversi datori di lavoro e che ricevono più volte lo stesso bonus.

In questo caso, però, è stato chiarito negli ultimi giorni che i lavoratori dipendenti del settore privato potranno percepire il sostegno una tantum solamente previa consegna di un’autocertificazione in cui si attesti che nel nucleo familiare di provenienza non ci siano altri percettori della medesima misura e che il sussidio sia stato percepito una sola volta. In questo caso, si potrà evitare di restituire il bonus 200 €, pagato anche a chi percepisce specifiche prestazioni per gli invalidi civili.

Nonostante quanto appena dichiarato, Inps ha chiarito in un recente comunicato che occorrerà restituire il bonus 200 euro in tutte quelle circostanze “in cui si accerti successivamente la non sussistenza del diritto a prescindere dal requisito reddituale”.

In sostanza, se un lavoratore dipendente dovesse percepire in maniera indebita il sostegno una tantum contro il carovita sarà costretto alla sua riscossione.

Per evitare di restituire il bonus 200 euro, occorrerà che il lavoratore (e qualsiasi percettore della misura) rispettino a pieno tutti i requisiti idonei alla percezione della misura: dai requisiti reddituali dei 35 mila euro, a quelli familiari, dichiarando altresì di non aver già percepito la misura.

In particolare, qualora la restituzione dovesse riguardare un lavoratore dipendente del settore privato, la restituzione del bonus 200 euro avverrà tramite dei prelievi del datore di lavoro direttamente sulla busta paga dell’interessato.

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