Scopri chi rischia la restituzione della Pensione di reversibilità, quando può accadere e cosa bisogna fare per evitare che accada questo evento spiacevole (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Chi rischia la restituzione della Pensione di reversibilità: in quali casi
Chi rischia la restituzione della pensione di reversibilità in questo periodo? È tempo di controlli per alcuni pensionati, ecco perché alcuni potrebbero ritrovarsi a restituire la pensione di reversibilità.
L’INPS sta attuando un controllo incrociato sui dati reddituali dei pensionati del settore pubblico, ex INPDAP.
L’oggetto del controllo è la pensione di reversibilità dell’anno 2020 e i redditi percepiti negli anni 2019 e 2020.
Se sei tra coloro che non percepiva ancora la pensione di reversibilità in quegli anni, puoi stare tranquillo, non sarai soggetto ad alcun controllo e non corri alcun rischio.
L’ente previdenziale dovrà verificare, tramite il controllo incrociato, che la somma dei redditi percepiti tra il 2019 e il 2020 non superi determinate soglie, altrimenti potrebbe verificarsi una decurtazione dell’importo della pensione di reversibilità, che potrebbe raggiungere anche il 50% dell’intero importo.
Se così fosse, l’INPS recupererà anche gli importi indebitamente versati a questi percettori, entro i prossimi mesi, richiedendo, appunto, la restituzione di parte della pensione di reversibilità.
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Chi rischia la restituzione della Pensione di reversibilità: come evitarlo
Chi rischia la restituzione della pensione di reversibilità e come evitarlo? Secondo la nostra normativa, se un beneficiario di pensione di reversibilità, introita anche redditi aggiuntivi, la pensione diminuirà in modo proporzionale.
Quindi per evitare di restituire la pensione di reversibilità, bisogna rispettare questa regola.
Questo taglio varia dal 25% al 50% a seconda del rapporto tra gli altri redditi e il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti. L’importo di quest’ultimo, per il 2023, è pari a 563,74 euro al mese.
ESEMPI DI DECURTAZIONE PENSIONE DI REVERSIBILITA’:
- Se si percepiscono redditi aggiuntivi alla pensione superiori a 3 volte la somma minima del fondo pensione, ovvero 1.691,22, la pensione di reversibilità sarà decurtata del 25%.
Secondo la Giurisprudenza, però, e in particolare la sentenza n. 162 del 30 giugno 2022 della Corte Costituzionale, la decurtazione non può superare l’importo totale dei redditi aggiuntivi. Questa nuova regola potrebbe comportare decurtazioni inferiori rispetto a quelle precedenti.
Questo in corso è il primo controllo dell’INPS che si troverà ad applicare la decisione della Corte Costituzionale.
In cosa consistono i controlli?
Innanzitutto ci preme specificare che questi controlli incrociati da parte dell’INPS sulla pensione di reversibilità e i redditi aggiuntivi, non sono un evento straordinario.
Ciclicamente l’ente previdenziale provvede ad effettuare questi controlli proprio per verificare che la pensione di reversibilità venga percepita da chi ne ha effettivamente diritto.
In questo periodo i controlli riguardano i pensionati ex INPDAP.
L’attuale controllo riguarda i redditi dichiarati nel modello 730/CU/Redditi 2020 (riferiti all’anno 2019) forniti dall’Agenzia delle Entrate, nonché sui dati del casellario centrale degli anni 2019 e 2020.
Coloro che, dopo i controlli, risulteranno a debito, dovranno restituire le somme indebitamente percepite.
A partire dal cedolino pensionistico di agosto 2023, l’INPS tratterrà quanto dovuto, per un massimo di sessanta rate.
Prima della decurtazione, l’INPS avviserà colui che ricevere la reversibilità della futura decurtazione. Il beneficiario avrà trenta giorni di tempo per contestare la decisione fornendo eventuali documenti utili per una rettifica.

Quando spetta la pensione di reversibilità?
La pensione di reversibilità è un trattamento previdenziale che spetta ai parenti prossimi di un lavoratore defunto.
Se ne distinguono due tipologie:
- la pensione di reversibilità in senso stretto (che “passa” a un familiare dopo il decesso del pensionato)
- e la pensione indiretta (che scatta, ad alcune condizioni, se al momento del decesso il lavoratore non era ancora andato in pensione).
Nello specifico, la pensione indiretta spetta ai familiari del lavoratore defunto se quest’ultimo aveva maturato:
- almeno 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva;
- oppure 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente alla data del decesso
Chi rischia la restituzione della Pensione di reversibilità: qual è l’importo della pensione di reversibilità?
Sono previste percentuali diverse a seconda della composizione del nucleo del lavoratore deceduto.
L’importo del cedolino pensionistico che percepiva il lavoratore defunto
- scende al 60% se superstite è il solo coniuge,
- all’80% in caso di famiglia composta da coniuge e un figlio,
- rimane al 100% se oltre al coniuge il nucleo è composto da due o più figli.
- Senza coniuge la prestazione si riduce al 70% per i figli unici,
- all’80% in caso i figli siano due,
- rimane al 100% in caso di tre o più figli (per genitori e fratelli/sorelle la cifra può essere ridotta fino al 30% o al 15% a seconda del numero di questi).
Faq sulla pensione di reversibilità
A chi spetta la pensione di reversibilità?
La pensione di reversibilità può essere richiesta dal o dai:
- il coniuge o dall’unito civilmente (anche se separato o titolare di assegno divorzile, ma non risposato);
- figli minorenni alla data del decesso del dante causa;
- figli inabili al lavoro, a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
- figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, disoccupati o che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età;
- figli maggiorenni studenti a carico del genitore al momento del decesso, disoccupati, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.
C’è un’eccezione: i figli studenti possono godere della pensione di reversibilità anche se svolgono un’attività lavorativa con reddito annuo non superiore ad un importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo Pensioni lavoratori dipendenti maggiorato del 30%.
Se non sono presenti coniuge e figli, la pensione di reversibilità può essere richiesta:
- dai genitori del pensionato, ultra 65enni, non titolari di pensione e a carico del lavoratore deceduto;
- oppure i fratelli celibi e sorelle nubili del pensionato, inabili al lavoro, senza pensione e a carico del pensionato deceduto.
In che percentuale spetta la pensione di reversibilità?
L’importo della pensione di reversibilità è calcolato in percentuali, sulla base della pensione percepita dal defunto.
Spetta al:
- al 60% – al coniuge superstite senza figli a carico;
- al 70% – al figlio superstite;
- al 80% – al coniuge superstite con un figlio a carico oppure a due figli senza coniuge;
- al 100% – al coniuge superstite con due figli a carico oppure a tre o più figli superstite;
- al 15% – a genitori o fratelli e sorelle;
- al 70% – a un figlio (o nipote) in assenza del coniuge;
- al 80% – a due figli (o nipoti) in assenza del coniuge;
- al 100% – a tre o più figli (o nipoti) in assenza del coniuge.
Come si calcola la pensione di reversibilità al coniuge divorziato e al coniuge superstite?
In presenza del coniuge superstite, la pensione di reversibilità viene ripartita in quote e spetta sia al coniuge che all’ex coniuge. La Cassazione ha definito i criteri di ripartizione delle quote, prendendo in considerazione la durata dei rispettivi matrimoni, la durata delle convivenze prematrimoniali, le condizioni economiche dei due soggetti e l’entità dell’assegno divorzile.
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