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Ricalcolo Assegno Unico giugno: cosa influisce sui conguagli

Come funziona il ricalcolo dell'Assegno Unico? Scopriamolo insieme.

9' di lettura

Nell’articolo di oggi come funziona il ricalcolo dell’Assegno Unico e il conguaglio di giugno 2023 (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Come funziona il ricalcolo dell’Assegno Unico di giugno 2023?

Per alcuni percettori di Assegno Unico la mensilità di giugno potrebbe giungere in ritardo e presentare importi diversi da quelli consueti.

Il motivo di questo rallentamento e della variazione di importo è da ricercare nel conguaglio che l’INPS sta effettuando.

Il conguaglio altro non è che un ricalcolo degli importi spettanti in relazione a quelli percepiti, effettuato prendendo in considerazione le somme erogate a partire da marzo 2022.

In parole povere, per una serie di cause, ad esempio la mancata applicazione delle maggiorazioni, è possibile che i beneficiari abbiano ricevuto nei mesi passati un importo diverso da quello che in realtà gli spettava.

L’INPS perciò, verificate quali sono le somme che il beneficiario avrebbe dovuto percepire e quelle che invece ha ottenuto, sta ricalcolando eventuali importi di Assegno Unico mai corrisposti o erogati in eccesso.

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Che vuol dire “conguaglio a credito” e “conguaglio a debito”?

Il conguaglio, cioè il ricalcolo degli importi, può dare un risultato in positivo o in negativo. Se è in positivo si parla di conguaglio a credito e in questo caso l’INPS ha versato al beneficiario meno soldi di quelli che gli spettavano. Motivo per cui a giugno 2023 questo beneficiario riceverà degli arretrati proprio dovuti al conguaglio.

Se il ricalcolo degli importi dà un risultato in negativo si parla di conguaglio a debito, cioè l’INPS ha versato ai beneficiari più soldi del dovuto e queste somme vanno restituite. In questo caso la cifra indebitamente percepita sarà sottratta dalla mensilità di giugno o, se l’importo è troppo alto, sarà prelevata in rate dalle future mensilità.

Nello specifico, in caso di conguaglio a debito, l’INPS può togliere da una mensilità di Assegno Unico una cifra pari a massimo 1/5 dell’importo della mensilità stessa. Se il debito supera 1/5 dell’importo dell’Assegno Unico, la somma viene prelevata in rate, cioè si toglie una piccola cifra anche dalle future mensilità.

Cosa influisce sul conguaglio dell’Assegno Unico di giugno 2023?

Il messaggio INPS 1947/2023 chiarisce che, in linea generale, questa discrepanza tra le somme spettanti e quelle realmente percepite di Assegno Unico è più spesso causata da variazioni della DSU. Cioè qualcosa è cambiato nell’ISEE familiare dei beneficiari, questi lo hanno comunicato, ma l’importo dell’Assegno Unico non è stato adeguato al cambiamento.

Oltre a questo, il ricalcolo viene effettuato soprattutto a seguito delle seguenti motivazioni, come indicate dall’INPS:

  • liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza (c.d. premio alla nascita), sulla base del valore dell’ISEE presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio;
  • maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023, tenuto conto del riconoscimento della rivalutazione legata all’aumento del costo della vita (cfr. la circolare 41/2023); 
  • importi liquidati sulla base di valori di ISEE del nucleo familiare, poi dichiarati discordanti dalla Struttura INPS territorialmente competente a seguito di accertamenti effettuati sulla veridicità dei dati dichiarati;  
  • conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’ISEE 2022, eventualmente effettuate dai Centri di assistenza fiscale (CAF) successivamente al 31 dicembre 2022;
  • eventuali recuperi della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori di cui all’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo 230/2021, laddove non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale, diverso comunque da quello vedovile che invece mantiene l’agevolazione per il quinquennio successivo alla data del decesso del genitore lavoratore;
  • rideterminazione degli importi spettanti per effetto del riconoscimento delle maggiorazioni per soggetti disabili introdotte dal decreto-legge 73/2022, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2022, n. 122;
  • ricalcolo degli importi relativi ai nuclei familiari numerosi e per i figli successivi al secondo (cfr. il paragrafo 2 del messaggio 1714/2022);
  • ricalcolo degli importi dell’Assegno Unico per i nuclei percettori di Reddito di cittadinanza (RdC) con rideterminazione della somma spettante al genitore non facente parte del nucleo ISEE del minore, sulla base di quanto previsto dall’articolo 7 del decreto legislativo 230/2021 (cfr. il messaggio 2261/2022);
  • importi riconosciuti con riferimento alle domande di Assegno Unico presentate antecedentemente al 30 giugno 2022, con ISEE presentati entro il 30 giugno dello stesso anno e rate calcolate con importo al minimo (50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli maggiorenni).

Esempio di ricalcolo dell’Assegno Unico di giugno 2023 (in positivo)

Fare un esempio pratico di come avviene il ricalcolo degli importi, può aiutare a capire come funziona il conguaglio dell’Assegno Unico di giugno. L’esempio da cui partiamo è quello fornito dall’INPS nel messaggio 1947/2023.

Immaginiamo una famiglia con un ISEE di 17.300 euro all’anno e un figlio minorenne disabile a carico, che normalmente nel 2023 percepisce 275,10 euro di Assegno Unico al mese. In questa cifra è incluso l’importo base di 183,2 euro per ogni figlio minorenne in base all’ISEE, più i 91,9 euro che alla famiglia spettano come maggiorazione per un minore con disabilità media a carico.

La stessa maggiorazione sarebbe spettata alla famiglia anche per i 10 mesi compresi da marzo 2022 a dicembre 2022, ma non l’ha percepita. Nell’anno 2022 però la maggiorazione per un figlio minore a carico affetto da disabilità media era pari a 85 euro e non 91,9 euro come nel 2023.

Di conseguenza, effettuato il conguaglio, l’INPS ha realizzato che per 10 mesi (da marzo a dicembre 2022) la nostra famiglia non ha mai ricevuto gli 85 euro al mese che le spettavano per la maggiorazione.

Perciò con l’Assegno Unico di giugno 2023 questi 850 euro le saranno corrisposti come arretrati, accorpati alla mensilità di giugno. Tirando le somme, la nostra famiglia percepirà a giugno 2023 1125,10 euro di Assegno Unico, di cui 850 euro di arretrati + 275,10 euro per la regolare mensilità spettante.

Scopri la pagina dedicata all’Assegno unico per conoscere altri diritti e agevolazioni.

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Il messaggio INPS 1947/2023.

Esempio di ricalcolo dell’Assegno Unico di giugno 2023 (in negativo)

Se nei mesi passati l’INPS ha accreditato ai beneficiari delle somme per l’Assegno Unico più alte del dovuto il conguaglio è a debito. I casi di conguaglio a debito sono comunque più rari ed è stata proprio l’INPS a specificare (comunicato stampa del 26/5/2023) che sono molti di più i percettori che vedranno importi più ricchi dopo il ricalcolo.

Per procedere sempre con gli esempi forniti dall’INPS, immaginiamo una famiglia che percepisce una regolare mensilità di Assegno Unico dell’importo di 1.432,18 euro. In questa somma è inclusa la maggiorazione transitoria che alla famiglia spetta ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 230/2021.

Si tratta della maggiorazione che spetta ai nuclei con ISEE di massimo 25.000 euro e che nel 2021 percepivano gli assegni familiari (ANF). Nell’effettuare il conguaglio l’INPS ha accertato che a questa famiglia è stata versata la maggiorazione transitoria anche a marzo 2022, quando non ne aveva diritto.

Motivo per cui questo importo, che è pari a 42,22 euro e relativo alla sola maggiorazione transitoria di marzo 2022, va restituito all’INPS. L’importo dell’Assegno unico di giugno 2023 per il nucleo sarà perciò di soli 1389,96 euro (= 1432,18 euro – 42,22 euro).

FAQ Ricalcolo Assegno Unico giugno 2023

Come funziona il ricalcolo dell’Assegno Unico di giugno 2023?

Il ricalcolo dell’Assegno Unico di giugno 2023 riguarda l’adeguamento degli importi ricevuti dai beneficiari rispetto a quelli effettivamente dovuti. L’INPS verifica le somme che il beneficiario avrebbe dovuto ricevere rispetto a quelle effettivamente ottenute, calcolando eventuali importi di Assegno Unico non corrisposti o erogati in eccesso.

Che vuol dire “conguaglio a credito” e “conguaglio a debito” nel ricalcolo dell’Assegno Unico?

Il conguaglio a credito si verifica quando l’INPS ha versato al beneficiario meno soldi di quelli che gli spettavano, quindi il beneficiario riceverà degli arretrati. Il conguaglio a debito, invece, si verifica quando l’INPS ha versato ai beneficiari più soldi del dovuto, e queste somme vanno restituite.

Cosa influisce sul conguaglio dell’Assegno Unico di giugno 2023?

Il conguaglio dell’Assegno Unico di giugno 2023 può essere influenzato da variazioni della DSU, ovvero cambiamenti nell’ISEE familiare dei beneficiari. Altre possibili cause possono essere la liquidazione degli importi relativi alla gravidanza, maggiorazioni degli importi spettanti, conguagli derivanti da rettifiche dell’ISEE 2022, e altre situazioni specificate dall’INPS.

Come avviene il ricalcolo dell’Assegno Unico di giugno 2023 in positivo?

Nel caso di un ricalcolo dell’Assegno Unico in positivo, l’INPS corrisponderà all’utente una somma extra per compensare importi non corrisposti in precedenza. Ad esempio, se una famiglia con un ISEE di 17.300 euro all’anno e un figlio minorenne disabile a carico non ha percepito la maggiorazione che le spettava per 10 mesi, questi arretrati saranno corrisposti con l’Assegno Unico di giugno 2023.

Come avviene il ricalcolo dell’Assegno Unico di giugno 2023 in negativo?

Nel caso di un ricalcolo dell’Assegno Unico in negativo, significa che l’INPS ha erogato in precedenza un importo superiore a quello dovuto. In questo caso, la somma in eccesso sarà detratta dall’Assegno Unico di giugno 2023 o dalle future mensilità, a seconda dell’importo del debito.

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