La scorsa settimana l’INPS ha pubblicato un messaggio in cui annuncia il ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023. In questo approfondimento vediamo cosa si intende per ricalcolo, come funziona e chi riguarda (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Solo pochi giorni fa l’INPS ha annunciato l’avvio del ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023 nei confronti delle famiglie che hanno percepito un importo maggiore o minore del contributo economico a partire dalla nuova annualità, ossia da marzo 2022.
Per ristabilire gli importi, l’INPS ha iniziato a procedere con i conguagli, già da aprile 2023 e continuerà anche nei prossimi mesi. Proprio i conguagli, a detta dell’Istituto, sono la causa dei ritardi dell’Assegno Unico di maggio a giugno 2023.
Nei prossimi paragrafi chiariamo cosa sono i conguagli, come funziona il ricalcolo e quando è previsto per i destinatari.
Indice
- Ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023: cosa sono i conguagli
- Ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023: come funziona il ricalcolo
- Ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023: motivi del ricalcolo e alcuni esempi
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Ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023: cosa sono i conguagli
In questi giorni molti cittadini hanno espresso dei dubbi sul messaggio 1947 dell’INPS del 26 maggio 2023, in cui l’Istituto ha spiegato il motivo dei ritardi dell’Assegno unico a maggio.
In particolare, nel messaggio l’INPS motiva le disposizioni di maggio slittate a giugno con l’elaborazione di conguagli riferiti ai mesi scorsi. Ma che cosa sono i conguagli?
Quando si parla di conguagli, si intende la differenza tra l’importo spettante di una determinata prestazione economica e quello effettivamente ricevuto dai destinatari. Per esempio, nel caso dell’Assegno Unico, i conguagli riguardano gli accrediti ricevuti a partire da marzo 2022, che per qualche ragione sono arrivati ai cittadini in una misura inferiore o superiore rispetto a quella spettante.
Generalmente, i conguagli delle varie prestazioni vengono effettuati a fine anno, ma per l’Assegno Unico Universale l’annualità va da marzo a febbraio dell’anno successivo. Di conseguenza, nel messaggio ha annunciato che l’INPS ha iniziato a elaborare il ricalcolo dell’Assegno in base alle variazioni della DSU o dell’ISEE a partire dalla mensilità di marzo 2022.
Alcuni importi ricalcolati sono stati erogati ad aprile, ma la maggior parte è prevista tra maggio e giugno 2023. Nel prossimo paragrafo vediamo nel dettaglio come funziona il ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023.
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Nel frattempo, ecco le ultime novità sui pagamenti sbloccati del Reddito di cittadinanza.
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Ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023: come funziona il ricalcolo
Il mistero dei pagamenti in ritardo dell’Assegno Unico di maggio è stato svelato: l’INPS ha spiegato tramite un apposito messaggio che il motivo si deve al rallentamento nel ricalcolo degli importi. Proprio a maggio, infatti, l’Istituto si è occupato dei conguagli, ossia somme arretrate non arrivate ai destinatari oppure importi ricevuto indebitamente da marzo 2022.
In linea di massima, il ricalcolo è dovuto alle variazioni indicate nella DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) oppure alla variazione dell’ISEE nel corso dell’anno (per esempio legata a una nuova nascita).
In seguito al ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023, l’Istituto ha quindi stabilito le compensazioni dovute ai nuclei beneficiari, determinando sia gli importi da erogare a chi non li ha ricevuti (conguagli a credito) sia le somme che sono state pagate indebitamente e che quindi devono essere recuperate (conguagli a debito).
Nello specifico, l’operazione di ricalcolo dell’Assegno Unico ha interessato circa 512.000 famiglie ed è frutto delle ultime novità della normativa sia sulle maggiorazioni sia sulla rivalutazione degli importi.
Nel frattempo, scopri chi deve presentare la domanda dell’Assegno Unico nel 2023 e di quanto aumentano gli importi con le maggiorazioni. Leggi anche quanto costa non rinnovare l’ISEE per l’Assegno Unico 2023 e l’elenco delle novità dell’Assegno Unico 2023 in breve.
Complessivamente, i conguagli a credito erogati a maggio 2023 corrispondono a un totale di 140 milioni di euro, con un conguaglio medio per nucleo familiare di 272 euro.
Invece, i conguagli a debito riguardano 378.000 nuclei familiari e corrispondono a un totale di 15 milioni di euro. In questo caso, l’INPS procede automaticamente al recupero delle somme: alle famiglie che hanno ricevuto più soldi del dovuto, la somma in eccesso viene tolta dalla mensilità di maggio.
Ma niente paura: l’INPS non recupera il debito tutto in una volta, ma lo rateizza per le successive mensilità, fino a quando non viene saldato. Infatti, per ogni mensilità ricevuta può essere sottratto al massimo 1/5 della somma dell’Assegno.
Ecco la mail dell’INPS che spiega i ritardi dell’Assegno Unico.

Ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023: motivi del ricalcolo e alcuni esempi
Nei paragrafi precedenti abbiamo spiegato cosa sono i conguagli e come funziona il ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023.
A questo punto, ti interesserà sapere quali famiglie sono maggiormente interessate dal ricalcolo e quindi devono attendere un aumento o un recupero delle prossime mensilità.
Dunque, il motivo principale del ricalcolo è dovuto alle variazioni della DSU, quindi a cambiamenti del nucleo familiare come una nuova nascita o la presenza di un figlio con disabilità. Tuttavia, gli importi vengono ricalcolati anche per altri motivi, e cioè:
- liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza (cosiddetto premio alla nascita), sulla base del valore dell’ISEE presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio. Esempio: se un nucleo familiare è composto da due genitori e un figlio di 7 anni, con reddito ISEE fino a 16mila euro, la somma ricevuta per il figlio finora è pari a 189 euro, visto che per il bambino ancora non nato si può procedere con l’erogazione. Tuttavia, dopo la nascita del secondo figlio l’INPS riconosce la settima e ottava mensilità, quindi 378 euro per due mesi (189×2), a cui si aggiunge il 50% per i figli entro un anno di età. Quindi il totale da erogare corrisponde a 567 euro;
- maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023, tenuto conto del riconoscimento della rivalutazione legata all’aumento del costo della vita (cfr. la circolare n. 41 del 7 aprile 2023). Esempio: un nucleo composto da due genitori e due figli di 10 e 15 anni, con ISEE pari a 15.000 euro nel 2022 aveva diritto a 175 euro per ogni figlio minorenne. Con l’adeguamento degli importi però la somma spettante è aumentata dell’8,1%, per un totale di 189 euro per ogni figlio minorenne. Quindi l’importo da erogare è pari a 378 euro;
- importi liquidati sulla base di valori di ISEE del nucleo familiare, poi dichiarati discordanti dalla Struttura INPS territorialmente competente a seguito di accertamenti effettuati sulla veridicità dei dati dichiarati;
- conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’ISEE 2022, eventualmente effettuate dai Centri di assistenza fiscale (CAF) successivamente al 31 dicembre 2022;
- eventuali recuperi della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori di cui all’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, laddove non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale, diverso comunque da quello vedovile che invece mantiene l’agevolazione per il quinquennio successivo alla data del decesso del genitore lavoratore. Esempio: se nel 2022 una madre single con figlio minorenne a carico e ISEE fino a 16mila euro ha spuntato la voce del “secondo reddito percepito”, ha ricevuto un importo superiore a quello dovuto. Oggi, in caso di due genitori lavoratori spetta una maggiorazione di 32,4 euro in più sulla somma base. Quindi a partire dalla mensilità di maggio l’INPS deve recuperare 32,4 euro fino a saldare il debito;
- rideterminazione degli importi spettanti per effetto del riconoscimento delle maggiorazioni per soggetti disabili introdotte dal decreto-legge del 21 giugno 2022, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2022, n. 122[2];
- ricalcolo degli importi relativi ai nuclei familiari numerosi e per i figli successivi al secondo (cfr. il paragrafo 2 del messaggio n. 1714 del 20 aprile 2022);
- ricalcolo degli importi dell’Assegno unico per i nuclei percettori di Reddito di cittadinanza (RdC) con rideterminazione della somma spettante al genitore non facente parte del nucleo ISEE del minore, sulla base di quanto previsto dall’articolo 7 del decreto legislativo n. 230/2021 (cfr. il messaggio n. 2261 del 30 maggio 2022);
- importi riconosciuti con riferimento alle domande di Assegno unico presentate prima del 30 giugno 2022, con ISEE presentati entro il 30 giugno dello stesso anno e rate calcolate con importo al minimo (54 euro per i figli minorenni e 27 euro per i figli maggiorenni).
Inoltre, chiariamo anche che i cittadini interessati dal ricalcolo dell’Assegno Unico a maggio 2023 saranno informati dall’INPS tramite un SMS e tramite l’indirizzo email. Poi, dai primi di giugno sarà possibile visualizzare gli importi rimborsati e le somme che invece dovranno essere restituite all’INPS in una specifica sezione della procedura AUU sul sito dell’INPS.
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