In che percentuali avviene la riduzione della pensione di reversibilità? Ne parliamo in questo articolo (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Riduzione della pensione di reversibilità: percentuali
- Riduzione della pensione di reversibilità: beneficiari
- Riduzione della pensione di reversibilità: calcolo importo
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Riduzione della pensione di reversibilità: percentuali
La pensione di reversibilità è una prestazione economica erogata al coniuge o ai familiari del pensionato deceduto e spetta in misura diversa, a seconda del grado di parentela.
Ma l’importo della pensione di reversibilità può subire delle riduzioni in percentuali crescenti calcolate sulla base del reddito dichiarato dal beneficiario.
La prestazione viene ridotta:
- del 25%, nel caso in cui il reddito è superiore a 22.315,42 euro e inferiore a 29.753,88 euro (3 volte il trattamento minimo INPS, nel 2023 pari a 572,19 euro mensili; 7.348,47 euro annui);
- del 40%, nel caso in cui il reddito è compreso 29.753,88 euro e 37.192,35 euro (tra 4 e 5 volte il trattamento minimo INPS);
- del 50%, nel caso in cui il reddito è superiore a 37.192,35 euro (oltre 5 volte il trattamento minimo INPS).
A introdurre i limiti alla cumulabilità della pensione di reversibilità con gli altri redditi è stata la riforma Dini, introdotta nel 1995, con la quale è entrato in vigore il sistema di calcolo contributivo per le pensioni.
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Riduzione della pensione di reversibilità: beneficiari
Abbiamo visto in che modo e in quale misura avviene la riduzione della pensione di reversibilità che, ricordiamo, è collegata alla pensione diretta percepita dal pensionato fino al suo decesso.
Possono accedere alla prestazione erogata mensilmente dall’INPS:
- il coniuge (marito o moglie), anche separato legalmente o divorziato (titolare di assegno divorzile e non risposato) e al partner nell’unione di fatto;
- i figli minorenni, inabili, studenti universitari a carico dei genitori, anche se adottivi, riconosciuti o giudizialmente dichiarati dal deceduto o dal coniuge del deceduto. Spetta anche ai figli non riconoscibili dal deceduto per i quali questi era tenuto al mantenimento o agli alimenti in virtù di sentenza; ai figli nati dal precedente matrimonio del coniuge del deceduto;
- i nipoti a carico del pensionato deceduto, se il padre o la madre non possono provvedere al loro mantenimento;
- i genitori di età superiore ai 65 anni a carico del pensionato o del lavoratore deceduto e non titolari di pensione diretta o ai superstiti;
- i fratelli e alle sorelle non sposati/e, inabili al lavoro, non titolari di una pensione e a carico del pensionato deceduto.
Riduzione della pensione di reversibilità: calcolo importo
Come detto in apertura di articolo, la pensione di reversibilità spetta in percentuali diverse a seconda della parentela tra il beneficiario con il pensionato deceduto.
Al coniuge spetta una pensione di reversibilità calcolata:
- al 60% se non ha figli;
- all’80% in presenza di un figlio;
- al 100% in presenza di due o più figli.
Volendo fare degli esempi: con una pensione ereditata di 1.500 euro netti al mese, se il coniuge non ha figli e ha un reddito inferiore a 22.315,42 euro, spetta un assegno mensile del 60% (900 euro); se ha un figlio prenderà 1.200 euro al mese (l’80%), se ha due o più figli riceverà una reversibilità di 1.500 euro al mese.
Con un reddito compreso tra 22.315,42 euro e 29.753,88 euro, scatta la riduzione della pensione di reversibilità con un taglio del 25%. Quindi da 900 euro si scende a 675 euro; da 1.200 euro si arriva a 900 euro e da 1.500 euro 1.125 euro al mese.
Con un reddito compreso tra 29.753,88 euro e 37.192,35 euro è previsto un taglio dell’importo del 40%. Quindi, anziché 900 euro spetta una pensione di 540 euro; anziché 1.200 euro spetta un assegno di 720 euro; anziché 1.500 euro verrà erogato un assegno di 900 euro al mese.
Infine, con un reddito superiore a 37.192,35 euro è previsto un taglio del 50%: quindi da 900 euro si scende a 450 euro; da 1.200 euro si arriva a 600 euro e da 1.500 euro spetta un assegno di 750 euro al mese.

In assenza del coniuge spetta il:
- 70% per un figlio;
- 80% per due figli;
- 100% per tre o più figli;
- 15% per un genitore;
- 30% per due genitori;
- 15% per un fratello o una sorella;
- 30% per due fratelli o sorelle;
- 45% per tre fratelli o sorelle;
- 60% per quattro fratelli o sorelle;
- 75% per cinque fratelli o sorelle;
- 90% per sei fratelli o sorelle;
- 100% per sette o più fratelli o sorelle.
Volendo fare un esempio, con una pensione di 1.500 euro, il figlio del pensionato deceduto, se rientra nei limiti di reddito, riceverà 1.050 euro; a un genitore, a un fratello o a una sorella spetterebbero 225 euro a testa; se i genitori sono entrambi in vita percepiranno 450 euro.
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