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Riforma del fisco 2023, meno tasse a dipendenti e pensionati

Riforma del fisco 2023, meno tasse a dipendenti e pensionati: flat tax e quoziente familiare. Si punta subito a ridurre a tre gli scaglioni Irpef e modificare l’Iva. La bozza pronta entro marzo.

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6' di lettura

Riforma del fisco 2023, meno tasse per dipendenti e pensionati: anche per queste categorie sarà prevista una flat tax, verrà introdotto il quoziente familiare. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Il governo è al lavoro sulla riforma del fisco 2023, il testo dovrebbe essere completato tra poche settimane, a febbraio e comunque non oltre marzo.

Lo ha annunciato il viceministro all’Economia, con delega al fisco, Maurizio Leo. In primavera dunque la discussione sul rinnovo del sistema fiscale sarà intensa.

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Si tratta di un provvedimento molto atteso. Sul fisco aveva iniziato a lavorare anche il governo Draghi, che puntava a una ridefinizione degli scaglioni. Ma la fine dell’esecutivo ha di fatto bloccato l’approvazione di quella legge, che sembrava prossima.

Il nuovo governo ha ripreso la “pratica”.  Si arriverà a una definizione entro i prossimi mesi. 

Cerchiamo di capire come pagheremo le tasse il prossimo anno.

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Riforma del fisco 2023 in quattro parti

È stato lo stesso viceministro Leo a illustrare il contenuto della riforma: sarà divisa in quattro parti. Vediamo quali:

  • i principi generali: saranno armonizzati a quelli internazionali, in particolare a quelli in vigore nell’Unione Europea e allo Statuto dei contribuenti;
  • le imposte saranno tutte riviste;
  • si interverrà anche sui procedimenti, con queste innovazioni:
    • la semplificazione del calendario degli adempimenti e del meccanismo che regola i versamento;
    • un nuovo sistema di accertamento;
    • una nuova riscossione;
    • la riforma del contenzioso tributario.
  • la modifica dei Testi Unici con l’adozione del Codice tributario.

Riforma del fisco 2023: solo tre aliquote

Queste sono le linee generali, ma in pratica cosa cambia per il contribuente? Si pagheranno più o meno tasse? 

Beh, dalle anticipazioni fornite dallo stesso vice ministro le innovazioni saranno tante e significative. A partire dalla revisione dell’Irpef.

Saranno infatti ridotte a tre le aliquote:

  • 23 per cento;
  • 27 per cento;
  • 43 per cento.

Anche se, come sempre e per ogni riforma che si andrà ad attuare, bisognerà valutare l’impatto delle modifiche con la sostenibilità economica. Ovvero, non ci sarà alcuno scostamento di bilancio associato al cambio strutturale del sistema fiscale.

Riforma del fisco 2023: quoziente familiare

L’altro aspetto sul quale punta il governo Meloni è il “quoziente familiare”. Una delle misure simbolo dell’esecutivo di centrodestra.

Cos’è il quoziente familiare? In pratica i cittadini saranno tassati tenendo conto del numero dei figli. O come sono definiti in gergo fiscale: del carico familiare.

Il discorso è piuttosto semplice: un single che guadagna 50mila euro l’anno e un coetaneo che intasca la stessa cifra ma ha moglie e figli pagano le stesse tasse si sta in qualche modo configurando una discriminazione.

Ebbene il quoziente familiare vorrebbe sanare questa ipotetica “discriminazione”.

Riforma del fisco 2023: disincentiva il lavoro femminile

Sul quoziente familiare pesano comunque molti dubbi. Due soprattutto:

  • rischia di dare un vantaggio soprattutto a chi ha un reddito alto;
  • disincentiva il lavoro femmilile.

Ci spieghiamo. Nel nostro Paese in quasi tutte le famiglie le donne guadagnano meno dei loro partner. Con il quoziente familiare si fa una media dei due redditi che vengono poi tassati con la stessa aliquota.

Cosa succede? Che il marito con un reddito personale più alto si ritrova a pagare con un’aliquota molto più bassa di una persona che è nelle sue stesse condizioni ma è single.

La moglie invece, magari con un lavoro part time, pagherebbe una aliquota più alta di una coetanea che vive da sola.

Facile dunque immaginare la conseguenza: le famiglie dove uno dei due genitori ha un reddito molto più alto sarebbero più avvantaggiate nel caso l’altro non lavorasse.

Riforma del fisco 2023: obiettivo flat tax

Uno dei grandi obiettivi del governo è la flat tax, la tassa piatta, per tutto, anche per lavoratori dipendenti e pensionati. Oggi possono beneficiarne solo i lavoratori autonomi (fino a un limite di 85.000 euro versano allo Stato il 15 per cento).

Quell’obiettivo sarà però raggiunto per gradi: una tappa dopo l’altra. Molto probabilmente il percorso sarà completato entro la fine della legislatura.

Tra le varie possibilità in campo c’è questa: la flat tax al 15 per cento potrebbe essere inclusa nelle aliquote Irpef, come primo scaglione. In pratica come già accade per gli autonomi.

Riforma del fisco 2023: equità orizzontale

L’obiettivo è quello di arrivare a tassare nello stesso modo tutti i redditi, quindi autonomi, dipendenti e pensionati. 

Una scelta che trova però qualche controindicazione: c’è chi sostiene che i più ricchi dovrebbero contribuire di più in maniera proporzionale. Bisognerà trovare un accordo tra equità e uguaglianza.

Dovrebbe quindi sparire la no tax area (che consente di non pagare tasse a chi ha redditi così stabiliti: 

  • fino 8.500 euro per i pensionati; 
  • fino a 8.174 euro per i lavoratori dipendenti; 
  • fino a 5.500 euro per gli autonomi). 

Finirà anche l’armonizzazione delle detrazioni.

Riforma del fisco 2023: agevolazioni e detrazioni

Il governo ha anche un altro obiettivo: collegare gli sconti fiscali al reddito dichiarato. Un altro cambio epocale e che potrebbe portare vantaggi a chi ha redditi molto alti.

Infatti ora chi ha redditi tra 120 e 240.000 euro subisce una riduzione graduale delle agevolazioni, fino all’azzeramento (con l’esclusione delle spese sanitarie e per le ristrutturazioni edilizie).

Con il nuovo sistema si punta ad ampliare ad altre fasce di reddito (quelle più alte) la possibilità di riduzione delle tasse.

Nell’immagine un operatore verifica la tassazione

Riforma del fisco 2023: Ires e Irap

Nel mirino anche Ires e Irap (che potrebbe essere cancellata). Il governo ha deciso di intervenire anche sull’Iva. Soprattutto per l’imposta agevolata, fino al 10 per cento. Su questo punto però bisogna muoversi davvero con estrema cautela: l’Iva vale 150 miliardi di introiti.

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