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Riforma delle pensioni 2023, 4 proposte: uscita a 62 anni

Riforma delle pensioni 2023, 4 proposte: uscita a 62 anni o a 58 con Opzione tutti o con 41 anni di contributi. Resta sul campo la possibilità, probabile, di una proroga per Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale. I sindacati contrari a qualsiasi tipo di flessibilità che prevede una penalizzazione sull'assegno pensionistico. Il quadro delle proposte.

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6' di lettura

Riforma delle pensioni 2023: quattro proposte in campo, nel nome della flessibilità ma senza penalizzazioni. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Il governo non si è ancora insediato ma il tema è caldo. Se ne discute da giorni anche se non si è ancora aperto un tavolo di confronto con i sindacati.

Su questo stesso argomento puoi leggere quanti anni di contributi servono per andare in pensione; c’è anche un articolo che spiega come versare contributi senza lavorare; e un focus su quanto si prende i pensione netta rispetto alla lorda.

Riforma delle pensioni 2023: i no dei sindacati

Ma arrivano già i primi no. E sono proprio quelli dei sindacati. Il ruolo delle parti sociali sarà determinante anche per capire la direzione verso cui deciderà di incamminarsi il governo Meloni rispetto alla riforma previdenziale.

Per ora in campo ci sono 4 proposte. Ma partiamo prima dai «no»:

  • i sindacati ritengono sia fuori discussione una riforma che preveda «nuove e robuste penalizzazioni» sull’assegno pensionistico in cambio di una maggiore flessibilità in uscita (in pratica una bocciatura di Opzione uomo);
  • l’altro no riguarda il fiume di proposte che stanno emergendo in queste ore senza che sia stata avviata una discussione con le parti sociali.

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I sindacati sollecitano invece una riforma complessiva del sistema previdenziale e che venga discussa e decisa in tempi strettissimi. I cittadini non possono aspettare e dal prossimo anno rischiano di trovarsi di fronte solo il muro delle rigidità che è imposto dalla Legge Fornero.

Su TheWam abbiamo spiegato quanti soldi si prendono con 8 anni di contributi o 9 anni di contributi.

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Riforma delle pensioni 2023: niente penalizzazioni

Su un punto, come abbiamo accennato, i sindacati non sono disposti a trattare. Lo stanno ripetendo da mesi e la stessa posizione era stata ribadita anche nel corso delle discussioni con il governo di Mario Draghi: non ci saranno riforme del sistema previdenziale che scarichino sulle spalle dei futuri pensionati i costi delle eventuali maggiori flessibilità in uscita.

Resta però un problema: la sostenibilità dei costi. Ovvero, riuscire nella difficile impresa di consentire ai lavoratori di lasciare prima dei 67 anni, non rimetterci nulla e mantenere in ordine i conti del sistema. Una equazione con tre incognite che prevede una soluzione molto complessa.

Riforma delle pensioni 2023: le proposte del centrodestra

Al momento sono 4 le proposte in campo. Sono frutto delle indicazioni dei partiti del centrodestra e sono diverse tra loro. Dovranno superare il setaccio del confronto interno al governo e poi con i sindacati. Le riportiamo perché saranno la base della discussione e ci consentono di capire in anticipo quale sarà la direzione verso la quale sarà indirizzata la riforma delle pensioni che verrà (si spera molto presto: siamo già in ritardo di anni).

Con una considerazione inevitabile: Giorgia Meloni, futuro capo del governo, ha più volte ribadito che non si può immaginare una riforma del sistema previdenziali che non contempli anche una sostenibilità nel medio e lungo periodo.

E alcune scadenze imminenti: Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale terminano il 31 dicembre del 2022. Le ultime due misure vanno verso la conferma. Ma bisogna accelerare.

Riforma delle pensioni 2023: Quota 41 con soglia

Ne abbiamo già accennato: Quota 41 con soglia di età. Su questa proposta sono al lavoro alcuni esponenti della Lega. Del resto quella misura è stata una sorta di bandiera esibita in campagna elettorale. Il Carroccio non vorrebbe rinunciare. Lo ha già fatto con Quota 100 (e si appresta a ripetere il dietrofront con Quota 102).

Chi propone questa misura (in pensione con 41 anni di contribuzione) ha capito, conti alla mano, che è troppo onerosa. Si cerca di correre ai ripari inserendo nella Quota 41anche un limite di età, almeno 62 anni (sarebbe quindi una sorta di Quota 103: 62 + 41).

La misura costerebbe 5 miliardi l’anno, la metà rispetto ai costi previsti con la Quota 41 e in pensione a qualsiasi età.

Rispetto all’attuale Quota 102 prevede 3 anni in più di contribuzione e questo restringe di molto la platea dei beneficiari. Insomma, si avvicina più a una nuova misura di pensione anticipata che a una vera riforma del sistema previdenziale.

Riforma delle pensioni 2023: Opzione Uomo

Per Fratelli d’Italia una possibile uscita anticipata per i lavoratori potrebbe essere garantita con Opzione Uomo. Si lascia il lavoro a 58, 59 anni con 35 di contributi e l’assegno calcolato solo con il metodo contributivo (proprio come Opzione donna).

Da un punto di vista anagrafico è un bel vantaggio rispetto ai 67 anni della Legge Fornero, ma la penalizzazione economica è molto consistente: il 30%. Il taglio resterà per sempre: non sarà recuperato neppure al raggiungimento della pensione di vecchiaia.

I dati che arrivano dalla stessa misura già in vigore per le lavoratrici (Opzione donna) non sono incoraggianti: è stata scelta solo dal 25% delle aventi diritto.

In pratica siamo dalle parti di Opzione tutti, una soluzione che era già stata proposta con il precedente governo. Ora come allora i sindacati hanno detto no: il costo sui futuri pensionati è troppo oneroso.

Riforma delle pensioni 2023: 62 anni e mini penalità

C’è un’altra proposta che sta prendendo spazio nelle ultime ore e che forze potrebbe in parte essere accolta anche dai sindacati (più vicini a Quota 41). È stata depositata in Commissione Lavoro alla Camera da Walter Rizzetto, deputato di Fratello d’Italia.

Prevede una uscita a 62 anni con almeno 35 anni di contributi e un taglio dell’assegno sull’aliquota retributiva per un massimo dell’8%.

La proposta prevede anche dei premi per chi invece decide di aspettare i 67 anni prima di andare in pensione.

Riforma delle pensioni 2023, 4 proposte: uscita a 62 anni

Riforma delle pensioni 2023: proroghe

La quarta non è una vera proposta, ma l’esigenza di decidere se prorogare nei prossimi mesi Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale.

Opzione donna dovrebbe essere confermata per tutto il 2023. Così come l’Ape Sociale (la guida completa su Invaliditaediritti.it), che rappresenta una delle poche uscite anticipate per lavoratori fragili, caregiver, disoccupati e cittadini impegnati in attività gravose o usuranti.

Quota 102 dovrebbe essere prorogata fino a giugno 2023, così da avere il tempo per completare il percorso che porti a una riforma del sistema previdenziale.

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