Riforma delle pensioni 2024: cosa cambierà? Ecco ipotesi, costi ed esempi (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Riforma delle pensioni 2024: Quota 41 per tutti
- Riforma delle pensioni 2024: quanto costa?
- Riforma delle pensioni 2024: richieste e proposte
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Riforma delle pensioni 2024: Quota 41 per tutti
Con la riforma delle pensioni 2024, il Governo Meloni sarà chiamato a modificare e snellire l’attuale sistema previdenziale.
Mentre con la legge di bilancio 2023, a causa del poco tempo a disposizione e della situazione economica poco florida, sono state introdotte misure sperimentali – come Quota 103 – e prorogate alcune soluzioni come l’Ape Sociale e Opzione Donna, seppure con diversi cambiamenti, nel 2024 si attende una vera riforma delle pensioni.
A partire dall’introduzione di Quota 41 per tutti – 41 anni di contributi, a prescindere dall’età e senza vincoli – la soluzione proposta dalla Lega di fronte alle richieste dei sindacati, sulla base di una maggiore flessibilità di accesso alla pensione, a un’età ragionevole (62 anni) o con 41 anni di contributi e senza penalizzazioni sull’assegno, attraverso la riduzione dei vincoli presenti nel sistema contributivo.
La misura prevede l’uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica e senza paletti: attualmente è prevista soltanto per i lavoratori precoci, che rientrano nelle categorie caregiver, invalidi al 74%, disoccupati e lavoratori gravosi o usuranti.
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Cosa significa? Che con Quota 41 per tutti sarà possibile andare in pensione già a 57 anni di età (iniziando a lavorare a 16 anni) o, mediamente, tra i 60 e i 62 anni di età.
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Riforma delle pensioni 2024: quanto costa?
L’obiettivo di Governo e parti sociali è superare – una volta per tutte – la legge Fornero, tanto criticata, ma mai completamente abolita.
Una riforma delle pensioni 2024 strutturale, però, costa parecchio e ha sempre spaventato i Governi che si sono succeduti fino ad oggi.
Ecco il motivo dell’introduzione di soluzioni flessibili come Quota 100 (introdotta dal Governo Lega-5 Stelle), Quota 102 (voluta dal Governo Draghi) e Quota 103, inserita dal Governo Meloni nel ventaglio di scelte a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Ma il vasto elenco di soluzioni inserite man mano nel panorama previdenziale italiano ha comportato un aumento esponenziale dei costi della spesa pubblica, tra i più alti nei Paesi OCSE: secondo alcune stime, nel 2022 l’Italia ha speso circa 219 miliardi di euro per coprire la spesa per le pensioni.
Nel 2023, la spesa pensionistica, senza riforme, salirà di un ulteriore 7,9%, vale a dire circa 23,5 miliardi di euro in più rispetto al 2022.
Ma quanto costerebbe Quota 41 per tutti? Secondo le prime stime, il costo della nuova misura si aggira sui 4 miliardi di euro per il primo anno e intorno ai 9 miliardi di euro nel primo decennio dall’introduzione.

Riforma delle pensioni 2024: richieste e proposte
Abbiamo visto cosa potrebbe accadere con la riforma delle pensioni 2024: si proverà a superare la legge Fornero con l’introduzione di Quota 41 per tutti, la soluzione individuata dalla Lega, che sembra convincere anche i sindacati.
La proposta del presidente dell’INPS, Pasquale Tridico verte su una pensione anticipata a 62 o 63 anni di età, con almeno 20 anni di contributi versati, con l’erogazione di un assegno parziale calcolato solo sulla parte di pensione maturata con il metodo contributivo, e il versamento dell’intero assegno (anche della parte maturata col sistema retributivo) al compimento dei 67 anni di età.
Lo scorso 19 gennaio si è tenuto il primo tavolo tecnico tra il Governo (era presente il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone), i vertici dell’INPS, le associazioni datoriali e sindacali e l’ufficio della legislativo del Ministero della Pubblica Amministrazione.
L’intenzione del ministro Calderone è migliorare la normativa vigente, con un occhio di riguardo sulla flessibilità in uscita, soprattutto per le categorie interessate da lavori usuranti, le pensioni sperimentali come Opzione Donna e il ricambio generazionale dei lavoratori, con l’ingresso di nuove leve senza disperdere le competenze dei più anziani.
L’attenzione della Calderone, inoltre, è stata posta sulle forme di pensione complementare, che offrano la possibilità di “integrare gli assegni, con congruo anticipo e in maniera sostenibile”, ha dichiarato il ministro.
Governo e parti sociali si sono dati appuntamento per l’8 febbraio 2023, per un tavolo verticale dedicato in particolar modo alle misure da individuare per giovani e donne lavoratrici.
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