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Riforma delle pensioni: cosa cambia dopo il voto a settembre

Riforma delle pensioni: cosa cambia dopo le elezioni del 25 settembre? Ecco le proposte dei partiti politici.

di Carmine Roca

Agosto 2022

Riforma delle pensioni: cosa cambierà dopo il voto di settembre? Ne parliamo in questo articolo (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE:

Riforma delle pensioni: proposte del Centro-Destra

La riforma delle pensioni è probabilmente il punto cardine dei programmi elettorali dei partiti politici, impegnati a spiegare cosa intendono fare una volta vinte le elezioni del 25 settembre.

Cosa cambierà dopo quella data? In questo articolo, ad esempio, ci siamo interessati delle proposte formulate per aumentare gli importi delle pensioni e delle prestazioni assistenziali per gli invalidi civili.

Oggi andremo a vedere cosa propongono i partiti sul tema riforma delle pensioni. Iniziamo dal centro-destra e da Forza Italia. Il suo leader Silvio Berlusconi, fautore dell’introduzione dell’incremento al milione nel 2001, sta riproponendo l’intenzione di aumentare le pensioni minime e le pensioni di invalidità fino a 1.000 euro al mese, per 13 mensilità.

Inoltre, Forza Italia sta proponendo l’erogazione di un sussidio da 1.000 euro alle mamme e alle nonne, sempre strutturato su 13 mensilità. Sono proposte, queste, che si scontrano con i costi che lo Stato dovrà fronteggiare per recuperare le risorse utili a coprire la spesa previdenziale, come spiegato in questo approfondimento di The Wam.net.

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La Lega, invece, non parla di cifre, ma sta portando avanti la battaglia contro la Legge Fornero. La riforma delle pensioni ipotizzata dal partito di Matteo Salvini vede l’adozione di Quota 41 per tutti i lavoratori.

Ad oggi Quota 41 è diretta ai lavoratori precoci, ovvero a coloro che hanno versato almeno un anno di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. La Lega propone Quota 41 per tutti: si accederebbe alla pensione anticipata con 41 anni di contributi e non più a 42 anni e 10 mesi – 41 anni e 10 mesi per le donne – come previsto dalla pensione anticipata ordinaria attualmente in vigore.

Non è l’unica proposta formulata dalla Lega, che vorrebbe abbassare il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia alle lavoratrici: non più 67 anni e 20 di contributi, ma 63 anni con la stessa anzianità contributiva.

Inoltre per i lavoratori più giovani, con carriere lavorative calcolate interamente col sistema contributivo, si pensa a una pensione minima di 1.000 euro; Opzione Donna diventerebbe strutturale e verrebbe estesa la possibilità agevolata per il riscatto dei contributi per il periodo relativo al percorso di laurea.

A differenza di Forza Italia e Lega, Fratelli d’Italia non si è ancora espresso sul tema riforma delle pensioni. La leader Giorgia Meloni, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa a Radio24, ha dichiarato di essere certa che “le pensioni minime siano inadeguate” e che “le risorse per renderle adeguate all’aumento dell’inflazione si possano trovare in un sistema che spende circa 110 miliardi in bonus inutili e 780 euro a persona per il reddito di cittadinanza”, ma che non può essere quantificata la cifra per l’aumento delle pensioni perché “bisogna capire la praticabilità di quanto si possano aumentare”.

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Riforma delle pensioni: le proposte del Centro-Sinistra

Passando al Centro-Sinistra, il Partito Democratico propone di lanciare un “piano straordinario per l’occupazione femminile”.

Incrementandola, secondo il PD, “sarebbe l’unica strada per affrontare con successo le grandi sfide della bassa produttività e della sostenibilità del sistema pensionistico”.

I Verdi e Sinistra Italiana, invece, battono sull’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni o con 41 anni di contributi (in linea con Quota 41 della Lega), garantendo anche il riconoscimento dei periodi di disoccupazione involontaria, della maternità e del lavoro di cura non retribuito.

I due partiti, stavolta in linea con la proposta di Forza Italia, puntano forte sull’aumento del minimo del trattamento pensionistico a un importo non inferiore a 1.000 euro al mese.

Per Unione Popolare, invece, l’obiettivo principale è abolire la Legge Fornero consentendo l’uscita dal mondo del lavoro a 60 anni di età, con 35 anni di contributi. Il partito propone anche un tetto massimo alle pensioni più alte e un aumento a 1.000 euro per le pensioni minime.

Riforma delle pensioni
Riforma delle pensioni: cosa cambia dopo le elezioni?

Riforma delle pensioni: le proposte del Movimento 5 Stelle

Sul tema riforma delle pensioni il Movimento 5 Stelle risponde con l’abolizione della Legge Fornero, “ampliando le categorie dei lavori gravosi e usuranti attraverso meccanismi di uscita flessibile dal lavoro”.

Il partito pentastellato propone anche di completare l’incremento delle pensioni di invalidità per le persone disabili.

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