Siamo alle battute finali per la riforma fiscale 2023, si parte a giorni, da metà marzo. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Riforma fiscale 2023: la nuova busta paga
- Riforma fiscale 2023, redditi medio bassi
- Riforma fiscale 2023, valutazione
- Riforma fiscale 2023, incentivi per chi assume
- Riforma fiscale 2023, le risorse
- Riforma fiscale 2023, detrazioni
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La legge delega che definisce il nuovo sistema tributario arriverà in Consiglio dei Ministri la prossima settimana. Avvierà, nelle intenzioni del governo, un rinnovamento sostanziale che sarà in linea, ha dichiarato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, «con il nostro ordinamento e le regole dell’Unione Europea e internazionali».
Cerchiamo di capire cosa cambia per i contribuenti, chi dovrebbe guadagnarci, chi invece perderà qualcosa. Quali saranno i nuovi scaglioni e quali invece le detrazioni che non saranno più possibili.
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Il governo ha intenzione di procedere con interventi che riguardano i singoli tributi. C’è l’intenzione di eliminarne alcuni che sono ritenuti minori.
Insomma un tentativo di semplificare un sistema che negli anni si è via via complicato fino a diventare quello che è oggi: un intricato ammasso di regole che non di rado si contraddicono.
La cosa più che certa è il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef. Subiranno modifiche anche Ires e Iva. Saranno modificati i criteri e i procedimenti dell’accertamento fiscale con un obiettivo non semplice da raggiungere; cambiare il rapporto tra il fisco e i contribuenti.
Fin qui siamo alle linee guida, quello che interessa ai cittadini sono gli effetti. E vediamoli.
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Riforma fiscale 2023: la nuova busta paga
Tra gli effetti più attesi dalla “rivoluzione fiscale” programmata dal governo c’è quello sulla busta paga dei lavoratori. Saranno più alte? E di quanto?
Per avere un’idea precisa sarà attendere le bozze del testo. Solo allora si potrà avere un quadro chiaro e comprendere quale sarà il riflesso sugli assegni.
Se infatti è sicuro che le aliquote scenderanno da 4 a 3 (un piccolo passo per la tassa piatta, uguale per tutti?), si dovranno verificare le rispettive percentuali e gli scaglioni di reddito alle quali saranno applicate. Ma sarà importante capire, come accennato, in che modo verrà definita la rimodulazione delle detrazioni fiscali.
Dall’analisi di queste modifiche si potrà facilmente comprendere se ci saranno o meno benefici per i contribuenti. Non bisognerà aspettare molto. Ma nel frattempo possiamo iniziare a verificare cosa accadrà sulla base di quella che sembra essere l’intenzione dell’esecutivo Meloni: offrire un vantaggio superiore ai redditi medio bassi.
Riforma fiscale 2023, redditi medio bassi
Per redditi medio bassi il governo intende quelli che rientrano nella fascia tra 15.000 e 50.000 euro. Una forbice piuttosto estesa.
Ebbene le ipotesi sono due:
- l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione, ci sarebbero dunque queste tre fasce: 23, 27 e 43 per cento. Il costo di questa riforma è di circa 10 miliardi di euro;
- la seconda ipotesi prevede sempre tre fasce, ma così determinate: 23, 33 e 43 per cento. In questo caso l’aumento della spesa per il bilancio dello Stato sarebbe inferiore, circa 6 miliardi.
In entrambe le ipotesi a non cambiare è la terza fascia, quella per redditi superiori a 50mila euro (redditi alti), che continuerebbero a versare una aliquota del 43 per cento.
Riforma fiscale 2023, valutazione
La novità più significativa riguarda quindi il secondo scaglione che nella prima ipotesi salirebbe direttamente a un massimale di 50.000 euro (oggi è a 28.000). Aumenterebbe leggermente anche l’aliquota: dall’attuale 25 al 29 per cento.
Per chiarezza schematizziamo le due ipotesi:
prima ipotesi:
- scaglione 1: fino a 15.000 euro, aliquota 23 per cento;
- scaglione 2: da 15.000 a 50.000 euro, aliquota 28 per cento;
- scaglione 3: oltre 50.000 euro, aliquota 43 per cento.
Seconda ipotesi:
- scaglione 1: fino a 28.000 euro, aliquota al 23 per cento;
- scaglione 2: da 28.000 a 50.000 euro, aliquota al 33 per cento;
- scaglione 3: da 50.000 euro in su, aliquota 43 per cento.
Due strade un po’ diverse tra loro, ma che puntano a dare un vantaggio più evidenti ai redditi medio alti, quelli che sono poco al di sotto dei 50.000 euro (pagano la stessa aliquota di redditi decisamente più bassi, nel primo caso l’identica percentuale di chi dichiara redditi di poco superiori a 15.000 euro).
Riforma fiscale 2023, incentivi per chi assume
Nel corso della riforma fiscale verranno introdotti, come ha dichiarato lo stesso viceministro, anche degli incentivi per le imprese che assumono.
Tra le ipotesi c’è la riduzione dell’Ires per chi assume:
- chi ha percepito il Reddito di Cittadinanza;
- gli ultracinquantenni;
- le donne.
Saranno assicurati vantaggi fiscali anche alle aziende più innovative, ovvero quelle che hanno investito sul 4.0, il patent box e la ricerca e sviluppo.
Riforma fiscale 2023, le risorse
Ma il governo dove prenderà la risorse necessarie per la riduzione degli scaglioni? Semplice, saranno ridotti gli sconti fiscali (le detrazioni su mutui, spese sanitarie, veterinarie e così via).
Ci sono in tutto in Italia ben 600 detrazioni diverse. Hanno un peso per oltre 156 miliardi di euro. Sono soldi che però verranno sottratti al contribuente e che potrebbero causare un peggioramento della pressione fiscale.

Riforma fiscale 2023, detrazioni
Al momento, comunque, per le detrazioni c’è questa ipotesi sul tavolo: il taglio non sarà effettuato dallo Stato, ma dai singoli contribuenti che potranno scegliere tra le detrazioni da applicare e quelle alle quali sarà costretto a rinunciare. In base a cosa? A una cifra massima di detrazione che non potrà essere superata.
Sarà anche una soluzione, ma non sembra una semplificazione. Vedremo.
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