Riforma fiscale – Entro il 31 luglio il Parlamento delegherà il governo Draghi a riformare il fisco, per essere in linea con i requisiti e le scadenze del Pnrr, il piano di investimento emergenziale post-pandemia da Covid-19.
Nella riforma fiscale ci saranno dei cambiamenti sia per le «persone fisiche», che per le imprese. Si aspetta, infatti, una revisione dell’Irpef, una modifica al regime forfettario per le Partite Iva e, probabilmente, l’introduzione di una nuova tassa: l’Iri.
Riforma Fiscale, nuova Iri: Imposta sul Reddito dell’Imprenditore
L’Iri era stata messa in soffitta con la Legge di Bilancio 2019, che l’aveva abolita. Ora, soprattutto per insistenza per Partito Democratico, è tornata nel dibattito parlamentare.
Si tratta di un’imposta fissa al 24% da applicare ai redditi lasciati e reinvestiti in azienda (entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook).
L’aliquota unica dovrebbe valere sia per le imprese, che reinvestono gli utili (in macchinari, beni e servizi strumentali), sia per professionisti e autonomi, se utilizzeranno i loro profitti per investimenti.
L’obbiettivo è non andare oltre il 26%, ma portarla allo stesso livello (o leggermente sopra) dell’Ires (oggi al 24%).
Riforma Fiscale, nuovo regime forfettario
La questione sul regime forfettario sarà certamente la più dibattuta della riforma fiscale in arrivo.
Le posizioni appaiono inconciliabili: il Movimento 5 Stelle vuole abbassare la soglia da 65.000 euro a 55.000 euro, mentre la Lega vuole creare un nuovo scaglione, fino a 100.000 euro, a cui applicare una tassazione unica del 20%.
Riforma Fiscale, abolizione dell’Irap
Quasi tutti i partiti sono d’accordo sull’abolizione dell’Irap e la sua sostituzione con un’addizionale sull’Ires.
Il prelievo sarebbe proporzionale e generalizzato su tutti i redditi.

Riforma Fiscale, nuovo Irpef
Nella riforma fiscale il capitolo Irpef è quello più confuso, difficile capire che piega prenderà il dibattito politico.
Sinistra e centro sinistra spingono per una maggiore progressività; il Movimento 5 Stelle vuole ridurre gli scaglioni da 5 a 3; destra e centro-destra vogliono una flat-tax unica, con prelievo del 15% sui redditi in più rispetto all’anno precedente.
Insomma, molta confusione. All’inizio del suo mandato il Primo Ministro, Mario Draghi, auspicava un Irpef maggiormente progressivo.
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